SPOLETO – Nel variegato programma dei convegni previsti durante la manifestazione del “Salotto delle Eccellenze” si è tenuto ieri, 2 giugno, nella sala affrescata del Palazzo Leti Sansi a Spoleto un dibattito su una delle spezie più apprezzate della regione: lo zafferano, non a caso considerato l’oro rosso. Nonostante la poca affluenza e l’orario infelice (15.30), lo zafferano, dal latino crocus sativus, è conosciuto e apprezzato per le sue proprietà benefiche fin dall’antichità: usato in pittura ad esempio dal Perugino, nella cosmesi, in cucina, in medicina nel trattamento delle patologie oftalmiche. La sua produzione è massiccia e in uno Statuto della città di Spoleto datato 1347 addirittura vi è una prima attestazione dell’uso del prodotto e della sua parola. La norma ne proteggeva fin da subito la semina e la commercializzazione, garantendo al Comune dei dazi e un censimento dei terreni ai fini fiscali. Salomone ne scriveva nel Cantico dei cantici e poi, più in là nel tempo, in versi, anche Pierfrancesco Giustolo che da umanista e coltivatore aiuterà già nel XV secolo a tracciarne una via: “[…] Che di Spoleto va dalle turrite, mura alle fonti del Topino, e all’onda di mare irato nel color rassembra”.
Con dati fermi al 2004, Gianni Burini, già docente di chimica degli alimenti all’Università di Perugia, ci introduce a indagare le proprietà più scientifiche e interne dello zafferano, ci spiega che la produzione maggiore avviene in Iran e che in Italia, invece, Abruzzo, Toscana e Sardegna hanno ottenuto la denominazione IGP. Informazioni cullate, infine, dalle curiosità evidenziate da Agostino Lucidi, dirigente del centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina (CEDRAV) il quale, benché taciute sul nascere, ha raccontato di leggende legate a convinzioni popolari come quella del funzionario dell’Inquisizione che dalla Spagna aveva sottratto bulbi di zafferano nascondendoli in un incavo del bastone. Sentori di magia che hanno lasciato spazio ad ulteriori spiegazioni, riaffiorate come nel tempo in “oblio e riscoperta”.
L’incontro ha visto anche la presenza di Luigi Rambotti, direttore dell’Archivio di Stato di Perugia, Paolo Bianchi, responsabile dell’Archivio di Stato sezione di Spoleto, Gianfranco Lipparelli, presidente dell’associazione produttori zafferano di Spoleto. Il vice sindaco Beatrice Montioni ha portato il saluto delle istituzioni. L’incontro è stato diretto dalla giornalista Antonella Manni.