FOLIGNO – Sarà L’Estate di san Martino, storica prog band umbra, ad aprire stasera, 2 aprile alle ore 21,15 per la rassegna “Foligno musica” un concerto-evento da non perdere: all’Auditorium San Domenico arriverà il Banco del Mutuo Soccorso.
La storica formazione, punto di riferimento del rock progressive internazionale, fa partire proprio dall’Umbria il suo nuovo tour, quello per celebrare i cinquanta anni dei due primi e fondanti album usciti nel 1972. Ne parliamo con lo storico fondatore del Banco del Mutuo Soccorso, Vittorio Nocenzi.
Riprendete l’attività dopo più di un anno di stop a causa della pandemia. Si riparte dunque…
“Il nostro lavoro è stato interrotto a gennaio del 2021 con il lockdown. Quindi sarà una cosa meravigliosa ripartire. E siamo anche molto contenti di ripartire da Foligno, perché l’Umbria ce l’abbiamo nel cuore da sempre, noi del Banco, perché siamo legati ad un ricordo particolarmente caro.
Cioè?
“In Umbria abbiamo scritto l’opera rock dedicata a San Francesco negli anni Settanta, siamo stati per due mesi ad Assisi a scrivere questo lavoro. E quando eravamo pronti, purtroppo non arrivarono i finanziamenti della Regione, per cui non si fece più nulla”
Sarebbe il caso di riprendere questo lavoro, o no?
“Adesso preferisco fare cose nuove. Se non avessi altre cose da fare, sicuramente prima o poi capiterà, ma ora stiamo preparando il nuovo album concept e ora devo fare questo. Però non escludo la voglia e il piacere di recuperarla quella cosa”.
E’ di poco prima dell’inizio della pandemia “Transiberiana”, nuovo album arrivato a 25 anni di distanza dall’ultimo. C’è stata questa lunghissima pausa di riflessione che ora sta producendo… nuovi frutti….
“Sì, i frutti di questa lunghissima pausa di riflessione. Nella realtà 25 anni fa, quando interrompemmo la produzione discografica fu perché eravamo rimasti molto dispiaciuti del rapporto con la discografia. C’era un progetto europeo, producemmo “…E via”, un album progettato apposta per l’Europa e poi la casa discografica abortì invece tutto il progetto. Allora decidemmo di dedicarci soltanto all’attività concertistica. A quel punto ci sembrava più bello e prezioso avere a che fare con il nostro pubblico, piuttosto che con la discografia. Poi nella realtà, capisci che un artista non può essere come il personaggio di Italo Calvino “Il visconte dimezzato”. Se fai il musicista devi anche pubblicare opere inedite, quindi abbiamo ripreso a farlo. Anche perché confortati da un rapporto discografico molto interessante: prima con la Sony con la quale abbiamo curato delle legacy edition particolari, sia di “Salvadanaio”, che di “Darwin”, che di “Io sono libero” i primi tre album. Questo lavoro di rivisitazione del materiale storico è stato prodromo e ispiratore della voglia di registrare. Quindi abbiamo pubblicato prima “Transiberiana” anche per dare un feedback al nostro pubblico che siamo in grado di scrivere, progettare e raccontare. In questo momento abbiamo un interlocutore con cui andiamo d’amore e d’accordo che è la “Inside Out Music” casa discografica tedesca che distribuirà anche il nostro prossimo lavoro a livello internazionale”.
Tutto questo fa parte del cosiddetto Banco 2.0?
“Esattamente. La nuova formazione e io che sono l’ultimo dei Mohicani. E il prossimo album concept sarà ispirato all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto; si intitolerà “Le forme dell’amore”. Parlerà di tutte le forme che questo sentimento così importante, così prioritario nella storia delle civiltà umana ha prodotto: l’amore respinto, quello di Orlando respinto da Angelica; l’amore fraterno, quello di Astolfo che vede l’amico fraterno Orlando a terra, moribondo e decide di rischiare la propria vita per andare sulla Luna a ritrovare il suo senno e tornare indietro e guarirlo, e così via. Sono tanti modi di amare, quanti l’uomo è riuscito ad inventarsi raccontati in una maniera modernissima e attualissima da Ariosto 500 anni fa”.
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Concerto inserito nel cartellone di “Foligno musica”, rassegna dell’Ati Parterre ideata da Athanor Eventi in collaborazione con il Comune di Foligno.
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