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Vita ascetica in Valnerina con le sue celle monastiche, abbazie, eremi, monasteri

VALNERINA – La RAI con la trasmissione Linea Verde condotta da Federico Quaranta, sabato 24 aprile alle ore 12 trasmetterà  le meraviglie del Ternano, lungo le sponde del Nera e dei suoi percorsi ciclabili e di trakking. Dentro il contenitore nazionale tv anche l’abbazia di San Pietro in Valle,  in vista delle nuove aperture post covid19 per promuovere la stagione turistica in  questa parte stupenda dell’Umbria.  La Valnerina ha un grande patrimonio storico artistico e religioso.
Luoghi che testimoniano una attività spirituale profonda, di grande espressione. Oggi, di questi luoghi, in Valnerina, annoveriamo tre centri: Abbazia di San Pietro in Valle Suppegna  a Macenano di Ferentillo (con Lazzaro e Giovanni); abbazia di San Felice a Santa Anatolia di Narco (con Felice e Mauro); abbazia di Sant’ Eutizio in val Castoriana di Preci (Eutizio e Spes).
Ma anche luoghi nel Nursino e Casciano, in Valle Spoletana ecc. Conosciamo abbastanza di queste tre abbazie e monasteri soprattutto dal lato artistico ma distratti, forse, sul vero significato spirituale ed etico che rappresentano. Cosi San Paolino da Nola, diceva nei suoi scritti: noi dobbiamo preferire Dio agli affetti dei parenti, alla patria, agli onori alle ricchezze. Chi ama questo mondo perirà con esso. Chi si fa soldato diventa strumento di morte. Rompi o figlio, i legami del mondo e invece di servire un imperatore terreno mettiti al servizio dell’ Eterno Re per regnare eternamente con lui. S.Gregorio lib. I, 14 nei suoi Dialoghi con rimpianto del cenobio cosi scrive: l’infelice animo mio, debilitato dalle occupazioni del secolo, ricorda con rimpianto i giorni felici trascorsi nel cenobio ….ora so valutare il tesoro che ho perduto. Contempla di ciò che ho perduto, più pesante sento nell animo mio che ho acquistato. Sono come una barca sbattuta dai flutti di un mare tempestoso….rimpiangendo il lontano porto. S. Pier Damiani morto nel 1074 si esprime con un elogio alla vita eremitica: oh eremo, delizia delle anime sante dolcezza inesauribile, paradiso di delizie! Dall’ alto vedi scorrere le cose terrene e contempli l’effimero flusso delle cose che passano. La barbarie minacci pure all’ intorno, tu resti la scala di Giacobbe….mentre il monaco fa la guardia al campo di Dio. Oh Eremo scampo alle persecuzioni del mondo, riposo degli affaticati, conforto degli afflitti. Le celle sono come le tende dovunque accampamento. Quanto sono belli i tuoi padiglioni, o Giacobbe, le tue tende o Israele!
Cosi con questi scritti e altri, si accendevano gli animi di entusiasmo mistico e tanti eletti lasciavano la città e gli onori per popolare gli asceteri delle vallate. La nostra Valnerina divenne punto centrale di numerose LAURE EREMITICHE, dedite non solo alla preghiera e contemplazione, ma anche di centri di bonifica spirituale, agricola e culturale. Ma andiamo a conoscere per sommi capi, cosa era o consisteva la vita eremitica. Essa comprendeva non solo la vita ANACORETICA (solitaria) ma anche la CENOBITICA (semicomunitaria).
E’ da ricordare che il primo esponente per il cristianesimo fu Giovanni Battista. I praticanti cercavano di attuare i consigli evangelici e le beatitudini. Secondo Egesippo, anche San Giovanni Maggiore visse in grande austerita’. In Palestina, vi fu l’ esempio degli ESSENI QUMRANICI. Frequente fu l’ esortazione dei Padri alla fuga dal mondo. Nel IV secolo in Egitto, la vita anacoretica fu fiorente in forma cenobitica. San Gerolamo scriveva ” Vita Pauli”; Sant Anastasio “Vita Antoni”. Inoltre si hanno altri nomi tra cui Ammonio e Nitra, Macario, Pacomio il quale lasciò la REGULA per la vita comune in una Laura. Era fiorente sempre nel IV secolo la vita Cenobitica in Siria e in Asia Minore tra gli esponenti si ricordano: San Efraim siro; Afraate; San Basilio (+379). Ci e stato tramandato una grande moltitudine di eremi del V secolo con un  numero imprecisato di 500.000 asceti. Sviluppo di Cenobi e Laure si ebbe anche in occidente, in Spagna, Francia ( San Martino di Tours), a Milano, ( Sant’ Ambrogio e Sant’ Agostino) e così via in Campania, a Roma e in Umbria.
La REGULA MONASTERIORUM di San Benedetto ebbe dei precedenti nella vita e sentenze dei Padri, nella regola di San Pacomio (tradotta da San Gerolamo), di San Basilio (tradotta da San Rufino), nelle opere di Cassiano (fu abate a Marsiglia + 434), nella Regola di Macario, nella Regula Magistri.
Ecco come si  conduceva la vita ascetica: Preghiera (salmodie, liturgie) nello studio delle Sacre Scritture e delle opere dei Padri della chiesa dalla astinenza da ogni comodità ( lunghi digiuni, cibi da vegetariani, povero vestiario, povertà, il rifiuto del superfluo), nel lavoro manuale nel combattere l’ ozio causa dei vizi e delle passioni. L’asceta tendeva a conseguire la vita divina ( unione mistica) contemplativa fin dalla vita terrena. Perciò abbandonava il mondo, cercava la solitudine ( eremi, deserti, grotte, celle). Lottava contro i tre nemici: mondo, demonio, carne fino a raggiungere l’aphateia (imperturbabilità). Vincevano il demonio con l’umorismo e il coraggio, la carne e i sette vizi capitali. Era in uso la direzione spirituale di un Padre discreto a cui si prestava obbedienza, sincerità, docilità. Vigeva l’esame di coscienza, l’orazione assidua, la lettura, la vigilanza, il lavoro intellettuale e manuale. Una caratteristica degli asceti Siriani nel V secolo era il dedicarsi all’apostolato o evangelizzazione: attività trasferita poi in Valnerina e a Monteluco.
Lo scopo era quello di raggiungere la contemplazione attraverso la vita profetica ed escatologica, la vita angelica da pellegrino verso la patria, dando testimonianza alle genti (martirio incruento). Perciò attorno alle Laure fiorì la vita agricola, morale, religiosa, intellettuale, civile.

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