Visioninmusica, la musica narrata dei Dock in Absolute

TERNI – Quarto appuntamento all’auditorium di Palazzo Gazzoli per la nuova stagione di Visioninmusica. I Dock In Absolute, sono tornati per la seconda volta a calcare il palco della manifestazione diretta da Silvia Alunni, con il loro terzo album [Re]flekt, registrato in Italia.

Il giovane trio lussemburghese – Jeanne-Philippe Koch al piano, David Kintziger al basso e Victor Kraus alla batteria – ha dato vita a un’esibizione che è stata una vera ventata di armoniosa freschezza. Un concerto partito da trame rumoriste che ha poi rivelato grandi melodiose aperture di stampo evocativo. Notevole la concentrazione dei tre che, sempre molto affiatati, hanno spaziato tra stati d’animo e paesaggi sonori.

 

 

Se si potesse usare una metafora letteraria, la musica dei Dock In Absolute, è qualcosa di molto simile a un grande romanzo che procede gentile attraverso il tempo, esplorando lieve e attento, intrecci di vite possibili, risolvendosi in un inno alla bellezza. I tre passano con facilità da orecchiabili leitmotiv a ritmi incalzanti, senza mai però abbandonarsi alla durezza. Ne risulta una musica carismatica, sempre piacevole e con molto da raccontare. Non ci sono mai sbavature, né inutili virtuosismi, il tutto è sempre declinato con la cifra stilistica dell’armonia.

Un concerto tra delicatezza e immanenza, da cui emerge l’essenza post moderna della musica, che ha imparato le lezioni precedenti e ora esplora libera dalle sovrastrutture, che ha spogliato e riassemblato. Una musica che sfiora tutto e si posa solo dove c’è qualcosa di bello ancora, da raccontare. E qui sembra essercene molto.

 

 

Koch più volte parla – in un ottimo italiano – col pubblico e si capisce che ha quella rara capacità di creare la bellezza in musica, rimettendo insieme i pezzi e facendone piccole e grandi magie.

Il trio, dal 2012 a oggi, ha sempre ribadito che il jazz non ha confini e per chi, ieri sera si aspettava un concerto jazz, l’esibizione dei Dock In Absolute è stata certamente una piacevole sorpresa, che ha rivelato quanto quell’orizzonte sia ancora, sempre in discussione. Con gentilezza.

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.