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Villalago, una lunga storia di abbandono e il sogno del ritorno di Umbria Jazz

TERNI – La villa fatiscente. Il parco non più fruibile. Il teatro all’aperto in pessimo stato. I tavoli e le panche ridotti a cataste di legna che fanno il paio con gli alberi abbattuti e lasciati lì a marcire. Ha conosciuto tempi migliori Villalago, culla di Umbria Jazz.

È un percorso disseminato di carte bollate quello che recentemente l’ha vista tornare nella casella di partenza, in un gioco dell’oca che dura ormai da diversi anni. Di proprietà della Provincia di Terni, dopo un lunghissimo contenzioso con il gestore che l’aveva in concessione dal 2016, per Villalago oggi si apre un nuovo capitolo.

Inserita nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni dell’Ente 2025, il suo recupero è tra i primi atti del presidente reggente della Provincia, Francesco Maria Ferranti, che recentemente ha emesso un avviso di manifestazione di interesse da presentare entro le 12 del prossimo 30 marzo unicamente via pec all’indirizzo provincia.terni@postacert.umbria.it.

È del 27-02- 2025 la delibera nella quale si legge che “tale immobile attualmente non in uso può essere oggetto di interventi di rifunzionalizzazione che si possono sviluppare su ambiti di interesse pubblico e privato con vari contenuti che integrano la funzione culturale, turistica, ricettiva, e di servizio, i quali possono essere oggetto di concessione di lavori o servizi mediante finanza di progetto di iniziativa privata”. In una scheda tecnica, le ipotesi di intervento per trasformare Villalago in “un eccellente albergo con servizi a 360 gradi“.

 

 

“Ben venga ogni progetto per farla rivivere” – commenta Sandro Piccinini, ex consigliere comunale e provinciale PD, tra i primi nel 2017 a dare l’allarme sulle condizioni della storica residenza e a chiedere a gran voce la revoca della concessione al gestore, ritenendolo inadempiente.

Ancora vigile e attivo sul territorio, finita la contesa, non gli sfuggono gli effetti prodotti, nel frattempo, dall’incuria.

“Oggi – dice Piccinini – la situazione di Villalago è bruttissima. Il parco è devastato; sono stati abbattuti alberi che non dovevano essere abbattuti; la manutenzione non c’è. Delle gradinate del teatro è rimasto poco. Un disastro. Vediamo come va questa manifestazione d’interesse. Certo, qualunque intervento di rifunzionalizzazione dovrebbe essere messo a sistema con il territorio; essere rispettoso della storia e della cultura del luogo”.

 

 

La storia

Un tempo era la dimora del barone Eugenio Franchetti che la fece costruire tra il 1888 e il 1893 come residenza estiva della sua famiglia.

 

Progettata dall’architetto Giuseppe Boccini in stile neorinascimentale,Villa Franchetti, già Villa Monteluco, sorge su una collina con vista panoramica sul lago di Piediluco ed è immersa in un parco secolare di trenta ettari che vanta tra le specie arboree preziosi abeti di Spagna, abeti rossi, abeti dei Balcani, cedri del Libano e più di trenta specie di orchidee spontanee.

Sviluppata su tre livelli, la villa è caratterizzato da una facciata principale con portone d’ingresso inserito in una loggia serliana murata e da un prospetto posteriore sormontato da una terrazza. Sul lato occidentale è presente un giardino all’interno del quale è posizionata una fontana con la celebre scultura di Aurelio De Felice Adolescente con ocarina: un bronzo di 1,70 metri del 1940.

All’interno, una prestigiosa scala centrale, pavimentazioni d’epoca, soffitti a volta decorati con stucchi, gessi e legno, un salone dipinto dall’artista ternano Giulio Mirimao. Nel primo piano interrato, una cucina e una zona ristorazione. Completano il complesso la casa del custode, le ex scuderie, un giardino e un teatro all’aperto da 950 posti.

Abitata dalla famiglia Franchetti fino agli anni sessanta, fu acquisita dalla Provincia di Terni nel 1964 e restaurata dall’architetto Enrico Ascione. Resa pubblica per attività formative, culturali e ricreative, fu inaugurata nel 1969 e denominata da allora “Villalago”.

Ricca di fascino, Luchino Visconti nello stesso anno vi girò alcune scene de La caduta degli dei e, nel tempo, Villalago ha ospitato rappresentazioni liriche, concerti, spettacoli e manifestazioni con cartelloni di grande richiamo come Villalago Makes Music Fest. Per chi era giovane negli anni settanta, tuttavia, Villalago è Umbria Jazz.

È qui che nel 1973, la sera del 23 agosto si tenne l’indimenticabile concerto inaugurale della prima edizione di UJ. Ad aprire la serata il gruppo Musicom, composto da giovani jazzisti italiani: Gaetano Liguori e Patrizia Scarcinelli, Massimo Urbani, Bruno Biriaco, Claudio Fasoli e Giovanni Tommasi; a seguire la Big Band di Thad Jones (tromba) e Mel Lewis (batteria), con una cantante allora poco conosciuta: Dee Dee Bridgewater.

Ironia della sorte che le polemiche, al tempo, si concentrassero sui “saccopelisti” che sporcavano e deturpavano l’ambiente.

A Villalago Umbria Jazz tornò nel 1974 (il 27 luglio, con Giorgio Gaslini, Elvis Jones e Count Basie) e nel 1975 (il 24 luglio, con Sam Rivers, Don Pullen, Enrico Rava e Piero Bassini). Poi restò la nostalgia. Le foto di Enrico Scuro che ancora girano sui social come icone sacre.

Rimpianto e nostalgia anche nelle parole dei tanti che ricordano, invece, i tempi in cui nel parco intitolato a Fabio Fiorelli – presidente della Provincia di Terni dal 1960 al 1970 che lo volle pubblico – si andava a fare le scampagnate, attrezzato com’era con caminetti, panche e tavoli su cui imbandire i pranzi tradizionali di Pasquetta, Primo maggio, Ferragosto.

Se l’ultima ristrutturazione di Villalago risale al 1993, quando parte dell’edificio fu trasformato in sede operativa dell’Icsim – Istituto per la Cultura e la Storia di Impresa “Franco Momigliano” che vi rimase fino al 2010, sembrò una svolta nel 2016 l’affidamento in gestione che prevedeva la riqualificazione della villa, delle strutture attigue e del parco. Fu invece una cocente delusione. Tra sporadiche aperture e annunci di ripartenza, il declino non si è più fermato.

“Credo che la partita sia definitivamente chiusa. Qui viene giù tutto. Provo solo dispiacere, rabbia, sconcerto” – diceva nel 2017 Sandro Piccinini, prefigurando l’odierno sfacelo.

Con il ritorno di Villalago alla Provincia di Terni, nel 2025 il nastro si riavvolge e la partita si riapre. “Un miraggio”, però, il ritorno di UJ a Villalago.

 

Lorella Giulivi

 

 

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