Viaggio comico e dissacrante attraverso gli stereotipi sulla maternità con “Farsi Fuori” di Luisa Merloni

MARSCIANO – Cosa accadrebbe se oggi piombasse l’Arcangelo Gabriele davanti a una donna di 40 anni, una donna emancipata, magari proprio un’artista del contemporaneo? E se la donna in questione dicesse “ci devo pensare”? Da qui si sviluppa lo spettacolo Farsi Fuori di e con Luisa Merloni in scena insieme a Marco Quaglia al Teatro Concordia di Marsciano, martedì 15 marzo alle 21 – dove l’Arcangelo interrompe l’inizio dello spettacolo con la sua ‘famosa’ Annunciazione.

Il dialogo tra la donna e l’angelo diventa un viaggio attraverso gli stereotipi sulla maternità e la difficoltà delle donne di scegliere liberamente.

Farsi fuori nasce da una semplice domanda: siamo la prima generazione che sceglie davvero se essere madre o no? E come si arriva a questa scelta? In che termini viene posta la domanda? Sono partita da una situazione paradossale – racconta l’autrice e regista – Cosa accadrebbe se una donna di oggi si trovasse di fronte all’arcangelo Gabriele venuto per farle l’Annunciazione? In una società che vede forse per la prima volta una generazione di donne ritardare sempre più la scelta di diventare madri, la maternità, come scelta, come dovere, torna ad essere tema discusso e controverso nonché un nodo nevralgico dove si scontrano spesso visioni differenti sulla vita, la religione, la spiritualità. Il testo parte da questo humus e lo sviluppa in una chiave comica, dove la comicità, che spesso si nutre di contrasti, illumina il conflitto senza volerlo risolvere. Femminismo è una parola che sta tornando alla ribalta del dibattito pubblico. Sempre, irriducibilmente scomoda. Eppure è nel solco del pensiero femminista che troviamo queste parole: margine, eccentrico, nomade. Parole che richiamano un fuori, un luogo vicino ma altro, radicalmente altro, sempre in trasformazione, un luogo che non esiste, se non siamo noi a farlo esistere. Farsi fuori, dunque, per non essere fatte fuori, anche. È un’operazione difficile, ad alto rischio, che può essere continuamente scambiata con ‘farsi da parte’. Si tratta di ripartire sempre da una scomodità, da questo fuori impossibile, non per fare di questa posizione un dogma o un ghetto, appunto, ma proponendola come prospettiva privilegiata di complessità, dove possono coesistere anche in tensione tra loro, i diversi punti di vista critici sulle problematiche di genere”.

Per accedere a teatro sono necessari Super Green Pass e mascherina di tipo ffp2. Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati un’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.

È possibile acquistare i biglietti anche online sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.

Redazione Vivo Umbria: