Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa analisi che Vanni Capoccia compie della mostra “In breve, Robert Doisneau” che è in corso alla Galleria Nazionale dell’Umbria e visitabile fino al 4 maggio 2025. L’allestimento è nello spazio “Camera oscura” dedicato appositamente alla fotografia. Alla mostra abbiamo anche dedicato la foto di oggi della pagina Facebook di vivoumbria.it e però, proprio Vanni Capoccia, ci spiega che Doisneau non è solo questo bacio poster.
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“Robert Doisneau, non solo un bacio”
di Vanni Capoccia
Accompagnati dalle note de il “Cacao meravigliao” di Renzo Arbore sparate per le vie del Centro di Perugia dalla sagra del cioccolato che denunciano pigrizia cognitiva, mancanza di fantasia e desiderio di qualcosa di nuovo con Patrizia siamo andati alla Galleria Nazionale dell’Umbria da alcuni considerato luogo noioso e polveroso mentre sforna sempre qualche novità.
Come ha fatto con “Camera oscura” dedicata alla fotografia che in questi mesi sarà illuminata da “In breve, Robert Doisneau” a cura di Alessandra Mauro. Una serie di foto del fotografo francese che da giovane ha partecipato alla Resistenza falsificando per essa documenti.
Quasi tutte in bianco e nero (e quanto è bello il bianco e nero nelle foto e nel cinema!) rivelano che non è solo il fotografo dell’iconico “bacio di Doisneau”, ma quello di tante altre immagini e altri volti catturati per le strade di Parigi come i “Fratelli” autentici precursori degli artisti di strada, i due ballerini che si esibiscono di notte per strada e altri due, alticci e attempati, che esibiscono il loro desiderio ballando appiccicati la Java.
Doisneau si definiva “pescatore di momenti” e pensava, lo riporta la mostra, che “si dovrebbe fotografare solo quando ci si sente traboccare di generosità per gli altri”. Guardando le sue foto mi è sembrato un artista e contemporaneamente giornalista di cronaca per come le sue nitide foto catturano e raccontano i momenti semplici della vita in un tempo nel quale si viveva molto per le strade e nei locali: poetiche le immagini dei due sposini ripresi mentre stanno entrando in un locale e poi festeggiano lì dentro con un brindisi solitario accanto a un ubriacone (nella foto di copertina).
Riesce a essere fotogiornalista di cronaca anche con l’impressionante serie di ritratti di artisti del Novecento in un interno tra i quali l’amatissimo da me Giacometti. E non poteva mancare il visto e rivisto e sempre catturante “Bacio davanti all’hotel De Ville”.
Un bacio scambiato per una strada caotica di Parigi da due giovani cui Doisneau chiese di mettersi in posa dopo che li aveva visti baciarsi per strada.
Fotografia studiata che riesce però a restituirci due innamorati catturati per strada a baciarsi come se in quell’affollata strada ci fossero solo loro.
Robert Doisneau non poteva trovare modo migliore di quel libero bacio per raccontare la Parigi del dopoguerra finalmente libera dall’orrore della guerra che lui osserva e fotografa con speranza e tenerezza.