Viene pubblicato oggi “Latest Record Project: Volume 1”, il quarantaduesimo album di Van Morrison.
Negli ultimi anni il musicista irlandese è stato molto prolifico; ha infatti pubblicato ben otto lavori tra il 2016 ed il 2019 se si tiene conto anche delle riedizioni di “It’s too late to stop now” e di “The healing game”.
Durante il lockdown ha scritto molto materiale nuovo tant’è che il nuovo disco è costituito da un doppio cd, il vinile è addirittura triplo, e contiene 28 tracce inedite.
Nell’album è evidente ancora una volta il suo amore per il blues, il jazz ed il soul e ciò che emerge è una compattezza che lo rende unitario e senza cedimenti e si avverte la voglia di comunicare anche su tematiche d fervente attualità.
Quando qualche mese fa è stato rilasciato il primo singolo, “Latest record project” debbo dire d’essere rimasto abbastanza deluso; sono un grande appassionato di Morrison ed ho avuto la possibilità di vederlo in concerto per ben tre volte; nel 2001 a Pistoia; nel 2003 ad Umbria Jazz e nel 2016 al Lucca Summer Festival in una emozionante serata dove era in programma un doppio set che lo vedeva salire per primo sul palco ed a seguire il gallese Tom Jones.
Già il secondo singolo, “Only a song” ha per così dire riannodato le fila, con la sua briosità ed il suo frizzante sax.
Ecco quindi che ora ho per le mani questo doppio album, è il caso di dire l’ennesimo dell’irlandese.
“Stop bitching, do something”, con la sua esortazione (smettila di lamentarti, fai qualcosa), l’organo hammond ed il bel solo di sax è tra le tracce trainanti del lavoro.
Non c’è niente da fare; quando l’irlandese affronta le ballate per me diventa quasi irresistibile; una bella dimostrazione è “Jealousy”, dal dolce sapore country; sulla stessa falsariga anche “Big lie”.
“Psychonalists’ ball” ha una lunga introduzione chitarristica ed il vibrafono in evidenza.
Altro brano degno di nota è “Blue funk”; non amo particolarmente il blues ma quando è proposto così bene è un piacere; bel sax nel mezzo dell’esecuzione.
Sicuramente l’album va assimilato perché pur trattandosi di un repertorio, mi si passi il termine, consueto e collaudato per il cantautore, si trovano sempre delle particolarità e le esecuzioni sono di prim’ordine; è pur vero che un disco con così tanto materiale può risultare un po’ “difficile” da digerire; d’altronde Van è così, o lo apprezzi o lo detesti, non credo esistano vie di mezzo, e personalmente faccio parte del primo versante.
In definitiva, come recita il testo della title track “… se vuoi davvero apprezzare l’arte di Van Morrison, ascolta quello che sta facendo ora, perché non si ferma mai”.
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Tracklist
Disc 1
01 Latest Record Project [00:05:06]
02 Where Have All the Rebels Gone [00:04:13]
03 Psychoanalysts’ Ball [00:05:17]
04 No Good Deed Goes Unpunished [00:03:08]
05 Tried to Do the Right Thing [00:04:42]
06 The Long Con [00:06:59]
07 Thank God for the Blues [00:05:01]
08 Big Lie [00:03:41]
09 A Few Bars Early [00:04:52]
10 It Hurts Me Too [00:03:04]
11 Only a Song [00:04:00]
12 Diabolic Pressure [00:05:27]
13 Deadbeat Saturday Night [00:03:13]
14 Blue Funk [00:04:21]
Disc 2
01 Double Agent [00:04:52]
02 Double Bind [00:05:23]
03 Love Should Come with a Warning [00:04:03]
04 Breaking the Spell [00:03:28]
05 Up County Down [00:04:54]
06 Duper’s Delight [00:06:12]
07 My Time After a While [00:06:15]
08 He’s Not the Kingpin [00:04:07]
09 Mistaken Identity [00:04:26]
10 Stop Bitching, Do Something [00:05:06]
11 Western Man [00:03:32]
12 They Own the Media [00:03:13]
13 Why Are You on Facebook- [00:04:55]
14 Jealousy [00:04:16]