VALLO DI NERA – Tra le numerose realta’ della Valnerina quello che e’ rimasto fedele alla storia, sotto vari aspetti, soprattutto culturali e urbanistici e’ senza dubbio Vallo di Nera. Grazie ad una attenta politica, ormai da diversi anni, del sindaco Agnese Benedetti. Vallo, dalle varie vicissitudini del terremoto, che ha colpito questa parte di Umbria in più occasioni, e’ riuscita sempre a venir fuori a testa alta, mantenendo integro il suo patrimonio, il suo ambiente, le sue peculiarità architettoniche e quindi, dopo una intelligente ristrutturazione, e’ considerato una avanguardia nel contesto nazionale. Infatti, basta visitare il paese, immergersi nei vicoli e piazzette, varcare chiese ed edicole religiose, che si vive in altre epoche, fatte di semplicita’, di ricerca del bello e di pulito. E cercare l ‘arte a Vallo non e’ difficile tra “il girone” delle mura sul “colle Flezzano”.
L’ edificio che domina l’abitato, ha tutto attorno le antiche case che formavano al tempo, la platea, centro di incontro, discussione legislativa. La facciata della chiesa e’ stata realizzata tutta in pietra. Al centro il rosone formato da 11 colonnine. Portale in pietra e al culmine della facciata il campaniletto a vela con due fornici e campane. L’interno, copertura a caprigliate, si sviluppa in lunghezza terminante con un presbiterio e abside circolare. Pregievole una tavola con la Madonna col Bambino tra i profeti Geremia e Isaia del 1317 e la scritta: HOC OPUS FECIT FIERI MAGISTER SER JOHANNES DE VALLO ANNO D.NI MCCCXVII.
Vallo di Nera, un antico castello e le opere d'arte a San Giovanni Battista
(G.Sapori, 1994). “La rappresentazione di questo episodio osserva ancora la Sapori, non molto frequente nel primo cinquecento, può essere messa in relazione con i fenomeni di intolleranza, diffusi in tutta Italia e alimentati in particolare dai francescani, delle comunità cristiane verso gli ebrei che con successo praticavano il prestito e esercitavano il commercio”. Il Fabbi (1977) osserva in questi affeschi “robustezza di linguaggio di tipo michelangiolesco e insieme la dolcezza mistica della scuola umbra”. In questa opera, afferma Antonino Marchese, il Siculo, si mostra genio sensibile e plastico allo stesso tempo: dalle secche sterilizzazioni delle figure degli apostoli si contrappone il disegno dolce e il colorito morbido delle pie donne. Insomma venire a Vallo di Nera e non ammirare queste opere d’arte e’ come gustare un gelato senza la panna.