Up&Down, una sera a teatro alla (ri)scoperta della felicità

Dal passato al futuro, passando per un presente che è veicolo per stimolare il domani a fare suoi i valori di ieri. Valori che potrebbero forse rallentare, se non addirittura arrestare, la frenesia dell’apparire, della superficialità e dell’incertezza, predominanti ai nostri giorni, e che, ancora, potrebbero finalmente farci tornare a guardare il mondo intorno a noi con occhi “limpidi”, non più attraverso lo schermo di un telefono. Guardare non più di sfuggita, ma vedere e apprezzare la bellezza che ci circonda, e la bellezza di tutti gli esseri umani. Riscoprire (e accettare) questa bellezza che fa sì che ognuno abbia una propria particolarità che lo rende meravigliosamente unico nel suo genere. Lo rende diverso.  Siamo tutti diversi gli uni dagli altri.  Nessuno escluso. L’accettazione della diversità quale normalità porta felicità. Questo e molto altro si può leggere tra le righe di Up&Down, spettacolo in scena gli scorsi giorni (11 e 12 dicembre) al Teatro Lyrick di Assisi.

Sul palco ad affrontare e interagire con una platea gremita Paolo Ruffini e gli attori della Compagnia Mayor Von Frinzius, formata da ragazzi down (che in realtà appaiono splendidamente up armati di ironia e dolcezza) accompagnati dalle note del maestro Claudia Campolongo. Una scenografia priva di orpelli in pieno clima natalizio, tutta da ammirare e capire, fa da sfondo a un’altenarsi di sketch e momenti di narrazione intima dove i ricordi di infanzia di “Paolino” si fondono teneramente con un pizzico di apparente nostalgia, rimandando all’immaginario collettivo scene già vissute in prima persona.

Un diario (il suo, il nostro) da leggere fino all’ultima riga. Un diario in cui ritrovarsi e, forse, riscoprirsi. Un diario che ti fa sentire parte di qualcosa di grande, una poesia che non ha bisogno di rime per essere ascoltata, un caldo abbraccio da condividere insieme al termine dello spettacolo. Spettacolo in cui nulla è scontato, in cui non ci sono barriere e che ti fa tornare a casa con un sorriso in più in tasca e un contagioso senso di felicità nel cuore. Un messaggio che va dritto per la sua strada senza freni e che viene espresso con una semplicità disarmante dai ragazzi sul palco: “Non sapete cosa vi perdete a essere normali!”. Ma cos’è poi la normalità? Alla fine dei conti… “siamo tutti normali e siamo tutti diversi con gli stessi diritti” e visto che “la cosa più normale è essere felici” smettiamola di puntare il dito, giudicare, criticare e prendiamola per mano questa felicità! Non è poi così difficile. Basta volerlo.

“La vita è fatta di up & down e noi siamo tutti up & down” (Paolo Ruffini)

Francesca Cecchini: Giornalista pubblicista e ufficio stampa tra sport, teatro e musica. Penna e taccuino sempre in borsa, sono fermamente convinta che l'emozione più grande sia vivere ogni progetto "dietro le quinte", assaporando minuto per minuto quel work in progress che porta alla realizzazione finale di un progetto. Come diceva Rita Levi Montalcini: "Amare il proprio lavoro è la cosa che si avvicina più concretamente alla felicità sulla terra".