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UniPg al lavoro per il “robot-sentinella” che ci dirà qual è lo stato di salute dell’Appennino centrale

PERUGIA – C’è bisogno della robotica per scoprire le potenzialità di altri mondi, ma prima di tutto è utile per salvare il nostro di pianeta che tanto bene non sta sotto molti aspetti, su tutto quello ambientale. Così va salutato con grande interesse il fatto che  proprio il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali (DSA3) di UniPG sia uno dei protagonisti del progetto Horizon 2020Natural Intelligence for Robotic Monitoring of Habitats” (NI), finanziato dall’Unione Europea con un budget di tre milioni di euro. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare sistemi robotici, appunto, capaci di muoversi in habitat naturali, di camminare su superfici sabbiose, sentieri scoscesi e ambienti rocciosi, con il compito di monitorare foreste, praterie, dune e montagne minacciate dal surriscaldamento globale e dall’inquinamento.

Il team dell’Università degli Studi di Perugia è coordinato da Daniela Gigante del DSA3, esperta di flora, vegetazione e habitat.

Daniela Gigante, coordinatrice del progetto

“Le attività saranno dedicate alle praterie dell’Appennino centrale: un prezioso ecosistema ricco di biodiversità e attualmente soggetto a intense trasformazioni conseguenti al diffuso abbandono della montagna”, spiega la dottoressa Gigante.

Nell’ambito del progetto saranno anche sviluppate delle linee guida per il monitoraggio ambientale mediante l’utilizzo di sistemi robotici, al fine di implementare le metodologie riportate nei Manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario in Italia (Direttiva 92/43/CEE), alla cui prima edizione ha collaborato la stessa Gigante.

La scheda

Osservazioni sul campo di una specie endemica Iris marsica

“Natural Intelligence for Robotic Monitoring of Habitats” è coordinato dall’Università di Pisa, sotto la responsabilità di Manolo Garabini, ricercatore del Centro di Ricerca “E. Piaggio” e del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano, che guiderà il consorzio di partner internazionali.

Partner del progetto: Imperial College (Regno Unito), Politecnico di Zurigo (Svizzera), Università di Kingston (Regno Unito), Università di Delft (Olanda), Consiglio Superiore per la Ricerca Scientifca (Spagna), ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Qbrobotics Srl, e (come terze parti) le Università degli Studi di Perugia, Siena, Sassari, e Milano che forniranno le competenze in ambito botanico per il monitoraggio ambientale.

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