PERUGIA – Dopo notti insonni, fiumi in secca, rischio incendi, ondate di caldo torrido, tanti proclami ma poche azioni concrete riguardo la situazione climatica sempre più fuori controllo, siamo alla fine giunti a settembre, a quella che è considerata la data di fine dell’estate meteorologica.
Tempo di tirare le fila e fare qualche bilancio di questi mesi che sono stati, sotto molti aspetti, decisamente difficili.
L’estate è partita in maniera dirompente già da maggio per arrivare a uno dei giugno più caldi degli ultimi anni: ricordiamo lunedì 27 giugno, data in cui le temperature massime hanno superato i 40 gradi in molte zone dell’Umbria. 41,4 a Deruta, 41,3 a Casteldilago nella zona del lago di Piediluco, sopra i 40 anche a Trevi, Spoleto e Assisi, 39,2 a Perugia.
Nel mese di luglio l’andamento è continuato, con tante di quelle che vengono definite “notti tropicali”, ossia quando le temperature minime non scendono mai sotto i 20 gradi e più volte la colonnina di mercurio ha sfiorato ancora i 40 gradi.
Ma il caldo sofferto durante questi mesi è stato realmente da record?
Ne abbiamo parlato con Michele Cavallucci, previsore esperto di Perugia Meteo che afferma prima di tutto che “in realtà il mese di agosto ha fatto sì che questa estate non fosse più l’estate dei record. A dispetto degli strilloni che dicevano che l’anticiclone africano avrebbe imperversato anche ad agosto, a partire dall’8 di questo mese c’è stata un’inversione di tendenza e l’estate è andata scemando con infiltrazioni di aria instabile, prima da est poi da nord e da nord-ovest. A fasi alterne, di conseguenza la nostra regione è stata interessata da rovesci sparsi e temporali a macchia di leopardo, che a volte sono stati anche di forte intensità, cosa che ha contribuito a bloccare lo stato di siccità gravissimo che stavamo vivendo, anche se siamo lontani dal considerarla superata, perché il livello raggiunto è stato davvero molto grave.
Ciò che è importante sottolineare è che non possiamo prendere questa estate come se fosse una cosa fine a se stessa, bisogna vedere da dove si arriva e noi venivamo da un periodo assolutamente siccitoso che è cominciato nel 2021.
Inoltre, il periodo estivo è iniziato in modo anomalo già alla fine della primavera, da lì a venire in avanti, maggio, giugno, luglio, sono stati dei mesi che hanno raggiunto valori molto elevati, vicini ai record di temperatura, nonostante ci siano state altre annate che, preso il singolo mese, hanno avuto temperature più alte.
Questa è stata comunque un’estate eccezionale ma se agosto avesse ricalcato le condizioni di luglio o di giugno allora potremmo parlare di un’estate da record.
Questo mese di agosto è stato in media, o leggermente sopra la media per quanto riguarda le temperature, sopra la media per quanto riguarda la piovosità.
Addirittura, e questo la dice lunga sulla situazione che l’Umbria sta vivendo, al momento agosto è stato il mese dell’anno più piovoso fino a oggi.”
Insomma, salvati in extremis da un mese di agosto in un momento in cui l’Umbria stava dirigendosi verso una situazione irrecuperabile sotto parecchi aspetti: Cavallucci sottolinea le condizioni critiche di olio, uva ma anche granturco e girasole oltre ovviamente la situazione dei fiumi, Tevere in testa, in secca in più punti.
Una fortuna e non certo un merito, che ci ha aiutato anche sul fronte incendi, che ci sono stati ma non devastanti come si temeva.
“Il mese di settembre – conclude Cavallucci – primo dell’autunno meteorologico, è iniziato molto bene dal punto di vista delle piogge, che sono state importanti in diverse zone della regione. Nel weekend potrebbero esserci di nuovo occasioni per altre piogge nella nostra regione, cosa che farebbe ulteriormente ben sperare in una conclusione della fase estiva senza ulteriori ondate di calore, che al momento non sembrano essere previste almeno per tutta la prossima settimana”.