ROMA – Per la rubrica “Dentro lo Stivale” di Vivo Umbria, siamo andati a sbirciare novità e cartellone in programma per la trentaquattresima edizione di Romaeuropa Festival che quest’anno propone un viaggio tra riti ancestrali e cultura urbana, tra radici spezzate e migrazioni forzose, tra realismo globale e intelligenza artificiale. Percorsi volti a sviluppare un’affascinante lettura critica del nostro tempo. 377 gli artisti provenienti da 27 paesi che approderanno a Roma e saranno comprimari della kermesse che invaderà venti spazi diversi della capitale con 126 appuntamenti tra danza, teatro, musica, arti digitali e kids dal 17 settembre al 24 novembre.
“Opening REF19” affidata al ritmo brasiliano energico, selvaggio e tagliente della coreografa Lia Rodrigues, al suo esordio al festival, con il suo “Furia”, in cui la danza contemporanea e l’energia delle musiche rituale della Nuova Caledonia caratterizzano una pièce forsennata e a tratti orgiastica, un rituale per il nostro presente esperito da nove danzatori. A partire da qui la bussola del REF19 si orienta verso le stelle polari della creazione artistica internazionale lasciando scoprire contemporaneamente una costellazione di nuove proposte.
“La danza. Paesaggi in movimento” tra nuovi ospiti e coreografi internazionali. Tra gli altri, prima volta al festival per Bruno Beltrao che arriva dal Brasile con il suo Grupo De Rua, il celebre coreografo anglo-bengalese Akram Khan che si avvia verso l’addio alle scene nelle vesti di danzatore e performer, William Forsythe e il visionario Aurelien Bory con un nuovo ritratto dedicato alla danzatrice indiana Shantala Shivalingappa; gli “events” coreografati da Merce Cunningham, riallestiti dalla sua ex ballerina Jeannie Steele per il corpo di ballo della compagnia Rambert, con musiche live di Philip Selway (Radiohead) e i dipinti di Gerard Richter; lo spagnolo Jesús Rubio Gamo che trasformerà il “Bolero” di Ravel in un inno alla danza e al movimento; la compagnia ungherese Forte racconterà invece la morte di Borromini all’interno di Palazzo Falconieri – Accademia d’Ungheria mentre Dancing Days. Ancora, la sezione dedicata alla danza europea a cura di Francesca Manica, vedrà protagonisti Arno Schuitemaker (Olanda), Chiara Taviani ed Henrique Furtado Viera(Italia-Portogallo), Hamdi Dridi (Tunisia), Elena Sgarbossa (Italia), Andrea Dionisio(Italia), la compagnia Kor’sia (Spagna) e i Leoni d’Argento alla danza 2019 Théo Mercier e Steven Michel (Francia) oltre ad una selezione di artisti dal network Aerowaves.
“Il teatro. Paesaggi del presente” vedrà in scena artisti che costruiranno riflessioni complesse e articolate sul nostro presente. Tra gli altri, lo svizzero Milo Rau che ambienterà “l’Orestea” di Eschilo a Mosul, nel contesto della guerra contro l’IS; il tedesco Thomas Ostermeier insieme a Sonia Bergamasco porterà sul palco “Ritorno a Reims” del sociologo francese Didier Eribon; Ascanio Celestini esplorerà il mondo delle barzellette tra luoghi comuni e autoironia; Saverio la Ruina ricostruirà il rapporto tra un italiano e un musulmano nell’Abruzzo dei terremotati, mentre il giovane talento Julien Gosselin si cimenterà nel testo “Falce e Martello” di Don Delillo. Per la prima volta al festival il francese Cyril Teste che porterà in scena l’attrice Isabelle Adjani per rileggere un culto della cinematografia mondiale, “Opening Night” (La notte della prima) di Cassavetes: contropartita di questo viaggio nella mente di un’attrice è il testo autobiografico e introspettivo di Jan Fabre “The Night Writer. Giornale Notturno”, realizzato appositamente per l’attore italiano Lino Musella. Visionarietà e movimento saranno con James Thierrée tra i più grandi innovatori della scena circense ma anche di tre pionieri della sperimentazione teatrale italiana come Giorgio Barberio Corsetti, Alessandra Vanzi, eMarco Solari, riuniti sotto il nome della loro storica compagnia Gaia Scienza per riallestire con un nuovo cast “La rivolta degli oggetti”. Ponte tra generazioni, la sezione “Anni Luce”, presentata al Mattatoio di Testaccio e curata da Maura Teofili, infine, conduce nel mondo di Liv Ferracchiati, Dante Antonelli, Industria Indipendente e de La ballata dei Lenna.
“Digitalive. Paesaggi virtuali” è la sezione a cura di Federica Patti dedicata alle sottoculture digitali e alle tribù del virtuale. In tutto una quattro-giorni di programmazione negli spazi del Mattatoio oltre ogni categoria disciplinare o classificazione di genere, in un dialogo tra ricerca tecnologica, intelligenza artificiale e performance. Protagonisti saranno Marco Donnarumma e Margherita Pevere, Jacopo Battaglia, Luca T.Mai, Massimo Pupillo e Lorenzo Stecconi di ZU, Mara Oscar Cassiani, Ultravioletto, Enrico Malatesta, Maria Di Stefano,Franz Rosati, Sandra Mason, i progetti in collaborazione con il premio Re:Humanism e l’Accademia RUFA, e infine due guest star come il performer e coreografo giapponeseHiroaki Umeda e la promessa dell’elettronica internazionale Nicolas Jaar impegnato in una “durational performance” al fianco della danzatrice messicana Stephanie Janaina.
“La musica. Paesaggi sonori” attraverseranno il Romaeuropa Festival tra sonorità contemporanee, elettroniche, rock, jazz o pop post-world, descrivendo una “mappa geografica” di scambi e contaminazioni. Le celebri pianiste Katia e Marielle Labèque insieme a Bryce Dessner dei The National proporranno un programma di musiche commissionate ai più grandi compositori contemporanei (tra cui Thom Yorke) per costruire un ponte tra il minimalismo musicale e il rock; Vanessa Wagner e Murcofre interpreteranno alcune delle pagine musicali più importanti del Novecento. Ancora, protagonisti della composizione contemporanea saranno Lubomyr Melnyk e Craig Leon, Cornelius Cardew interpretato da Fabrizio Ottaviucci, Elzbieta Sikora e Audior, Lucia Ronchetti,Andrea Liberovici, Helga David con lo Shallfeld Ensemble e il Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretto da Tonino Battista e impegnato in due ritratti dedicati aI van Fedele e Louis Adriessen. Per “Diaspora”, nuovo ciclo di doppi concerti, si potranno ascoltare alcuni degli artisti emergenti affermatisi in Europa, ma costretti a lasciare il loro paese d’origine, ovvero le sudanesi Alsarah and the Nubatones e il burundese J.P Bimeni & The Black Belts, il camerunense Blick Bassy e la capoverdiana Mayra Andrade, l’egiziano Abdullah Miniawy al fianco del jazzista Erik Truffaz nel progetto Le cri du Caire e i libanesi Rayess Bek,Mehdi Haddab e Randa Mirza che con il loro “Love & Revenge” costruiranno un inno alle icone dell’epoca d’oro del cinema e della musica egiziana. Teatro musicale infine con la compagnia Bartolini/Baronio e con l’artista visivo fiammingo Hans Op De Beeck, impegnato nella costruzione di uno spettacolo in cui la visionarietà delle immagini si sposa alle musiche eseguite dal quartetto di sax Bl!ndman Ensemble diretto da Eric Sleichim.
“Exhibit. Arti visive” è il nome della sezione dedicata alle arti visive coordinata da Monique Veaute e suddivisa tra gli spazi del Mattatoio, la Sala Santa Ritadi Roma e Palazzo Merulana. Tre le opere site specific presentate dall’artista africano Pascale Marthine Tayou: “Arbre de vie”, “Open Wall” e “Work in Progress”, un grande murale realizzato a piazza Orazio Giustiniani. Curata da Achille Bonito Oliva e Melania Rossi e realizzata in collaborazione con Fondazione Cerasi e Coopcultura è invece la mostra “The Rythm of the brain” composta da opere inedite di Jan Fabre, video di alcune sue celebri performance, e opere realizzate ad hoc in dialogo con la collezione della scuola romana di palazzo Merulana. Opere luminose e digitali sono, infine, quelle pensate dagli artisti Gyula Várnai e Quiet Ensemble sulle linee architettoniche della Sala Santa Rita di Roma. Presente anche Hans Op De Beeck.
Spazio alla musica il 24 novembre per “Il gran finale”, evento realizzato in collaborazione con la Fondazione Musica per Roma: tutte le sale dell’Auditorium Parco della Musica saranno coinvolte in una serata di concerti. La line-up d’eccezione vede l’atteso ritorno di Ryuichi Sakamoto al fianco di Alva Noto per presentare il loro “Two”, Christian Fennesz con i visuals di Lillevan impegnati nella presentazione del suo ultimo disco “Agorà”, il pianista e compositore Chassol con il suo “Ludi” e l’attrice e cantante Fatoumata Diawara.
“Kids+Family” festival nel festival a cura di Stefania Lo Giudice vedrà il Mattatoio trasformarsi in una vera e propria area costruita su misura per bambini e famiglie con un cartellone di eventi parallelo, anche questo fra danza, musica, teatro e arti visive, talk, laboratori e attività ludiche gratuite. Inaugurata da Riccardo Nova, Giacomo Costantini e da una grande parata nel quartiere di Testaccio, curata dalla compagnia francese Les Grandes Personnes, la sezione si articolerà tra spettacoli di teatro di Fanny & Alexander e Teatro delle Apparizioni, il teatro di figura del Lutkovno Gledalisce Ljbljana, la danza di De Stilte, gli spettacoli di circo di Giorgio Bertolotti con Pieter Forman e di Bigup Circo, gli spettacoli musicali di Zonzo Compagnie e Oorkaan con Percossa, le installazioni di Officine K e Katriem, oltre ai laboratori di Ottimomassimo – Librerie per Ragazzi, Orecchio Acerbo Editore/Else,Progetto Graf/Maria Carmela Milano, Edizioni Libri Serigrafici e Rai Porte Aperte.
“Community” è lo spazio dedicato invece ai premi e all’attività laboratoriali e di incontro con il pubblico. Sono i premi “Digital Award”, “DNAappunti coreografici” e “Sound Of Silences”; gli spettacoli presentati dai vincitori di Opera 4.0 (call del Macerata Opera Festival) e di Vivo d’Arte (Bando del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale), le attività di formazione e per il pubblico realizzate con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, Casa Dello Spettatore, Maxxi – Museo Nazionale delle arti del XXI Secolo, Accademia di Belle Arti di Roma e Accademia Nazionale di Danza, l’azione performativa pensata da Enzo Cosimi, gli incontri con il pubblico di Post-it realizzati con Rai Radio 3 e gli incontri di approfondimento con artisti e studiosi in collaborazione con le università di Roma La Sapienza e Roma3.
Il REf19 è prodotto dalla Fondazione Romaeuropa in co-realizzazione con la Fondazione Musica per Roma, il Teatro di Roma, l’Azienda Speciale Palaexpo – il Mattatoio, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in collaborazione con Palazzo Merulana,Fondazione Elena e Claudio Cerasi, Coopculture, Galleria Continua, Galleria Magazzino. Sostiene il festival una preziosa rete pubblico/privata, italiana ed europea di cui fanno parte, il British Council, il Goethe-Institut la Fondazione Nuovi Mecenati, l’Institut Français e La Francia in Scena, l’Istituto Polacco a Roma, l’istituto Belassi dell’Accademia di Ungheria in Roma, il dutch performing arts, l’Officina Culturale de l’Ambasciata di Spagna, Istituto Cervantes, l’Istituto di Cultura Giapponese oltre alla rete Aerowaves – Dance Across Europe cofinanziata nell’ambito del programma Europa Creativa. REf19 si avvale del patrocinio di numerose ambasciate internazionali: l’Ambasciata del Brasile,l’Ambasciata del Messico, l’Ambasciata Britannica, l’Ambasciata d’Olanda, l’Ambasciata di Spagna, l’Ambasciata della Repubblica di Slovenia a Roma, l’Ambasciata di Francia, l’Ambasciata di Tunisia a Roma, l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, l’Ambasciata d’Ungheria a Roma, e l’Ambasciata del Giappone ed è realizzato in network con Carrozzerie | n.o.t, Villa Medici – Accademia di Francia, MAXXI – Museo Nazionale delel arti del xxi secolo, Nuova Consonanza, TorinoDanza, Festival Aperto, la Farnesina – Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per il premio Vivo d’Arte, Macerata Opera Festival per il premio Opera 4.0 e per DNAppunti coreografici,Cango, Casa della Danza – Bassano del Grappa, L’Arboreto – Teatro dimora di Mondaino,Gender Bender, Triennale teatro dell’arte. Media partner principale è RAI con i suoi canali Rai Cultura, Rai Radio 3, Rai Ragazzi e Rai Radio Kids.