Un pittore masaccesco ha dipinto le storie del Battista nella chiesa della "terra" di Arrone

ARRONE – Dopo aver ammirato gli stupendi affreschi di Vincenzo Tamagni nell’abside della parrocchiale di Santa Maria Assunta, ci si inoltra nella parte storica del paese, detta “la Terra” dove ci attende la singolare chiesa del castello dedicata a San Giovanni Battista che e’ anche il patrono del castello.
Architettura romanica, con abside pentagonale, partita  a costoloni su mensole per la cortina brunita. La  facciata subì interventi  nel XV secolo quando fu aperto un loculo e aggiunto un portale con mensole a riccio e la lunetta. Tutto realizzato in pietra. Il campanile e’ stato ricavato dal bastione del castello presso la porta ad arco ogivale. Nella cella campanaria sono situate quattro campane oggi suonate dai campanari. L’ edificio al suo interno e stato affrescato tra il 1480 e il 1500 da un pittore non della scuola umbra ma più vicino a quella abbruzzese con ascendenze del Masaccio per “asperità esotica dei volti”.

I dipinti presentano volti schematici, mani lunghe e affusolate. Sia gli affreschi che la stessa chiesa sono stati di recente restaurati. Location per il presepe vivente, dove si svolge la scena dell’ Annunciazione.  Sulla parete di fondo, troneggia la Madonna col Bambino in un cartiglio si legge: SANTA MARIA DELLA CERQUA ORA PRO NOBIS. ANNO D.NI GIOBBILEI 1500. Segue un San Sebastiano. Nella parete di sinistra una Madonna col Bambino e la scritta RENCA DE MARCO FECIT FIERI A.D. 1486. Segue altra Madonna col Bambino e la scritta: SENFURUSA DE PIETRI DE JUSTO A.D.1486.accanto e dipinta un altra Madonna col Bambino  su  una tegola appesa ad una quercia sotto si legge: QUESTA FIGURA F.F. MORICONE DE JO 1486.Sempre sulprimo registro segue un Sant’ Antonio abate, Santa Lucia e la scritta: QUESTA F.F. COLA DE JOVAN DE NUNTIO 1486. Segue ancora un Sant Antonio abate e San Sebastiano trafitto con 18 frecce e  la scritta: PAULUCCIA DE TOMASSO F.F. segue la SS Trinita’ e la scritta: QUESTA FIG. F.FACTA DE LIMOSENE A. DNI. M CCCC LXXXVI. Segue un San Michele Arcangelo che pesa due anime mentre con la lancia trafigge il drago, sotto  la scritta: QUESTA FIGURA A FACTA FARE AGNELINU PE’ CONTO DE NICOLO’ MATTIO DE YOVAN BATISTA DE PERNICOLA A.D. MCCCC.LXXXXVI.
 
Segue un San Sebastiano legato alla colonna e San Paolo con una lunga spada e la scritta: HOC OPUS F.F PERJUANNI 1486. la parete termina con una scala lignea dove sul muro sottostante e’ dipinta una Madonna col Bambino due angeli e un San Bernardino con la tabella IHS. Nel presbiterio, che si apre ad arco su due pilastri, nel primo e’ dipinta la Madonna di Loreto senza il Bambino; l’intradosso dell’arco tutto affrescato: da sinistra la Madonna col Bambino lattante, a destra un Sant’ Antonio Abate con libro aperto dove si legge LASSATE LI VITII E LE VIRTU PIGLIATE; nel sottarco ci sono cinque clipei, al centro e’ dipinto l’Agnello Crucifero, ai laterali i quattro evangelisti dove sul cartiglio dell’ Evangelista  Giovanni si legge: SI QUERAS QUID JOANNES SENTIAT HOC SIAS QUOD ILLUD QUOD LUCAS MARCUS ET MATHEUS.
Nel catino sono situati cinque lunettoni, al centro l’Eterno Padre in trono benedicente; seguono i dottori della chiesa: Sant Agostino,  San Gregorio Magno, a destra San Gerolamo e forse un Sant’ Ambrogio. Nel tamburo sono affrescati cinque quadri, al centro il Cristo Crocifisso tra l’ Addolorata e San Giovanni; nelle altre scene la vita e il martirio del Battista di chiaro stile Masaccesco: la predicazione del Battista; la predica del Battista davanti ad Erode; la decollazione del Battista; l’anima del Battista elevata su un lenzuolo da due angeli; il banchetto di Erode dove su un piatto c’e la testa del Battista.  Sulla parete di destra altri votivi eseguiti da un pittore di scarsa qualita’, si nota: la Vergine col Bambino, San Sebastiano, altro San Sebastiano legato con la corda al collo e ai piedi trafitto da 20 frecce, sotto si legge: DE COLA DE MARCU DE POLINU PE L ANIMA DE LA MATRE E DELALTRI MORTI DE CASA SUA 1483. Segue altro Sant’Antonio Abate, Madonna col Bambino, un altro Sant’Antonio Abate, un San Lorenzo di piccola fattura, Santa Lucia, San Giovanni Evangelista e Sant’ Agostino. Insomma una galleria d’arte da vedere e gustare sopratutto al tramonto, da quella altezza l’ orizzone si tinge di colori vivaci e si può scorgere il getto bianco e funesto della cascata.

Carlo Favetti: Nato a Ferentillo, ho pubblicato saggi d'arte, volumi di storia e libri di poesie. Ho collaborato con il Corriere dell'Umbria dal 1998 al 2010 e poi con il Il Giornale dell'Umbria. Nel 1993 ho fondato l'associazione culturale Alberico I Cybo Malaspina.