PERUGIA – Lui è un musicista di lungo corso che vuole rimanere anonimo, ma che allo stesso tempo non vorrebbe rinunciare a sollevare una questione al limite dell’ “indecenza”, soprattutto in questo periodo in cui si parla tanto di ripartenza, ma in effetti poco o nulla si fa per supportare le attività produttive, in questo caso ristoratori da un lato e musicisti dall’altro. Ecco quanto scrive:
“In relazione alla cosiddetta ripartenza dell’economia del nostro paese, non vi è dubbio che la matrice culturale ed artistica del territorio italiano sia un elemento prezioso ed imprescindibile per pensare di fare tornare l’Italia a testa alta fra le nazioni europee, con la giusta identità che le appartiene per una reale prospettiva di crescita e sviluppo.
Non vi è alcun dubbio, almeno spero, che è anche compito di ognuno di noi, non solo delle istituzioni, di dare ora più che mai il proprio contributo e mettere in campo nuove energie e positività. Perché solo partendo dal basso che si possono auspicare i grandi cambiamenti e renderli reali, anche cioè con il nostro modo di comportarci di fronte alle emergenze e alle relative difficoltà.
Faccio questa premessa per spiegare il motivo del mio intervento, cioè mettere in evidenza dove si può intervenire per aiutare le persone ed in questo caso un intero settore dell’economia collegata alla cultura.
Mi riferisco alla musica ed in particolare alla musica dal vivo, il campo dove svolgo la mia attività professionale da molti anni.
Non vi è alcun dubbio che è un settore che soffre già da prima di questo evento pandemico, di gravi ed importanti lacune, ad esempio la completa mancanza del riconoscimento istituzionale ed economico come figure professionali e come categoria. Ad oggi non esiste un albo o un ente preposto a rappresentare i musicisti.
Però non è in queste argomentazioni che mi addentro, ma mi riallaccio all’introduzione e porto alla luce il rapporto conflittuale con quell’ente che “dovrebbe” essere fra i principali preposti alla difesa della categoria dei musicisti, ovvero la Siae.
La Siae è “la Società Italiana degli Autori ed Editori ed è un ente pubblico economico a base associativa, preposto alla protezione e all’esercizio dell’intermediazione del diritto d’autore in Italia, in forma di società di gestione collettiva senza scopo di lucro.” (fonte wikipedia)
A questa bella ed appariscente definizione corrisponde poi, invece, un comportamento di tale “ente pubblico” piuttosto indecente.
In questo periodo estivo molti locali stanno cercando di riaprire, ed in particolare nella ristorazione, dopo il lungo periodo di stop dovuto alla pandemia. Oltre a cercare di richiamare i clienti con leccornie prelibate, molti di essi creano piccoli eventi di musica d’ascolto, sempre nel rispetto delle attuali norme in vigore, per attrarre ancor più un pubblico “affamato” anche di buona musica.
Cosa fa la Siae?…
Richiede un contributo fisso di circa 80 euro, più una provvigione sugli incassi della serata.
Ma come? – viene da chiedersi -, stiamo cercando tutti di collaborare per risollevare l’economia in profonda crisi, a fronte di pesanti previsioni di recessione economica per i prossimi anni ed invece di aiutare il settore l’affossi?
Non dico la gratuità, tutti cerchiamo di lavorare, compresi i dipendenti degli innumerevoli uffici Siae sparsi nel territorio nazionale, ma magari, solo per qualche mese, ad esempio per questa stagione estiva, ridurre del 40% la tassa e del 50% il prelievo sugli incassi?
Inoltre i musicisti sono già tenuti obbligatoriamente alla compilazione prima o durante la serata del cosiddetto programma musicale, che altro non è che la dichiarazione dell’elenco dei brani che verranno eseguiti specificandone il titolo ed il compositore. Quindi è anche interesse della Siae che i musicisti possano lavorare dal vivo, perché diventa una sorta di mutuo scambio di servizi
Mi sembra cosa molto ragionevole se non addirittura più ragionevole ancora una sospensione appunto per il periodo estivo, di modo di dare un reale aiuto a riprendere un po’ i giri, a ben due settori: ristoratori e musicisti.
Onestamente trovo anche importante che la politica ed in particolare gli amministratori locali, prendano posizione a fronte di questa scandalosa posizione della Siae, ad esempio non potendo ovviamente intervenire direttamente sull’ente, avere delle iniziative, come ad esempio ha fatto un assessore comunale del Viterbese (Tarquinia), che ha portato in consiglio comunale la proposta di intervenire come amministrazione e dare un contributo economico per ridurre se non annullare queste inique tasse sulla musica dal vivo.
http://www.tusciaweb.eu/2021/06/spettacoli-dal-vivo-mozione-contributo-comunale-alle-spese-siae/
Spero che un clamore mediatico e un ritorno ad una sana politica collegata al territorio ed alle persone, possa portare a delle correzioni immediate e concrete.
Solo così credo che ci si possa salvare da una deriva che altresì sarebbe veramente drammatica”.
Sin qui l’intervento del nostro musicista. Abbiamo girato la proposta all’assessore comunale alla Cultura, Leonardo Varasano che pur riconoscendo la validità dell’idea, pone una serie di condizioni soprattutto legate alle disponibilità di cassa dell’ente comunale.
Cosa pensa di un ipotetico contributo comunale sulle richieste della Siae sugli spettacoli dal vivo? A Tarquinia, ad esempio, c’è un giovane suo collega che ha proposto in consiglio comunale un contributo a sostegno delle spese Siae che devono affrontare i musicisti e i gestori dei locali
“Noi in realtà – risponde l’assessore Varasano – su questo fronte già ci adoperiamo per gli eventi finanziati dal Comune e in qualche caso patrocinati dal Comune. Naturalmente il paragone con Tarquinia – con tutto il rispetto – è difficilmente proponibile, perché noi abbiamo numerosi eventi che si dipanano per mesi, come, ad esempio, Musica dal mondo che abbiamo inaugurato il 20 giugno. Lì interveniamo con la Siae oltre che, quando è possibile, con un contributo. Ma in generale con gli eventi che sosteniamo noi, già interveniamo con un contributo. Farlo con i privati sarebbe, credo, proibitivo perché ci vorrebbe una capienza molto più vasta rispetto a quella che abbiamo noi oggi. Per carità, mai dire mai, perché sarebbe sicuramente utile per la città, però bisognerebbe trovare capienze in bilancio che oggi non ci sono”.
Diciamo che in questo periodo post pandemico o di uscita graduale dalla pandemia, sarebbe di buon impulso per la ripresa delle attività, dare una mano, ora che gli esercenti e i vari gestori riprendono ad accogliere clienti, magari con l’idea di offrire loro la possibilità di fruire di musica…
“La cosa sarebbe molto utile, ma dovrebbe avere per lo meno un vaglio, vale a dire un patrocinio, perché altrimenti si creerebbe una giungla oppure un abuso. Il Comune è bene che vagli o che dia il suo patrocinio. Questa cosa insomma non può essere non normata, anche se l’idea è buona, ma va sottoposta sempre al vaglio del Consiglio comunale.
Quindi l’assessore Varasano si farà promotore di un’idea simile?
“Diciamo che l’assessore si fa promotore di un’idea simile per gli eventi patrocinati dal Comune, fermo restando le disponibilità di bilancio”.