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Un luogo di tutela e studio della natura: La Malcontenta e il Lupo, seconda Oasi WWF dell’Umbria

TODI – In un angolo un po’ appartato dell’Umbria, tra colline ancora selvagge ed il Tevere a pochi passi, esiste una realtà importante ed ancora poco conosciuta: siamo ad Asproli, minuscolo paesino dove sorge la “La Malcontenta e il Lupo”, seconda oasi WWF dell’Umbria, luogo di tutela e studio della natura, che ha compiuto ad aprile scorso il suo primo anno di vita.

Ma se l’ufficializzazione è cosa abbastanza recente, il percorso che l’ha portata a nascere non lo è affatto e affonda le sue radici nei sogni e nella visione di Chiara Ortolani, fondatrice e direttrice dell’Oasi.

Se è vero, come dice Hillman, che “prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra […] e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon” che rappresenta l’essenza di ciò che siamo chiamati ad essere durante la vita, allora il daimon di Chiara, ha iniziato ben presto a farsi sentire.

 

 

Amante della natura e radicata nel territorio da sempre, vegetariana dall’età di 13 anni, Chiara racconta che “l’idea proprio, anche se ovviamente non ancora definita, ce l’ho avuta intorno ai dieci anni. Fin da quando ero piccola c’era questo desiderio di creare qui dove abitavo un’area protetta, mi piaceva talmente tanto dove stavo che pensavo che questo posto meritasse tanto dal punto di vista naturalistico e che c’erano elementi che andavano valorizzati.

Ho iniziato questo percorso con la complicità di mio nonno, proprietario del terreno che decise di non far tagliare più i boschi circostanti. Poi la lunga fase della richiesta permessi con la regione e i sopralluoghi da parte degli scienziati naturali per fare le rilevazioni, durata parecchi anni.

Ho sempre avuto questa idea che delle aree vadano preservate anche per ricaricare l’ambiente circostante che magari non gode di una protezione allo stesso modo. Per lo meno c’è un riequilibrio delle cose soprattutto se non c’è una recinzione e la fauna selvatica può passare liberamente come ho fatto qui. Qui non è un semplice fondo chiuso con recinzione ma un fondo escluso ed escluso richiede dei parametri ambientali specifici, caratteristiche che devono essere certificate da degli scienziati ed una serie di dati raccolti con i quali si fa la domanda e dopo si aspetta ancora. Anni fa poi, io contattai il WWF perché, mi dissi “cosa c’è di meglio per fare un’oasi naturale protetta che non contattare loro?” e così è iniziato il percorso.

Anno dopo anno, mattoncino dopo mattoncino siamo arrivati all’ufficializzazione l’anno scorso, nel 2023”.

 

Ad oggi La Malcontenta e il Lupo sorge su una proprietà di circa 15 ettari, esempio di rara riserva integrale dove crescono boschi lasciati al loro naturale ciclo di vita e la biodiversità trova terreno fertile e libero su cui prosperare: “l’obiettivo dell’oasi – spiega Ortolani – è quello di diventare un’oasi di conservazione, con delle zone dove l’accesso è limitato e la natura fa il suo corso come ad esempio i boschi a naturale conduzione dove c’è un normale ricambio degli alberi che crescono, muoiono e poi formano altra sostanza nutritiva per tutti gli altri alberi e gli altri esseri che lo popolano. Questo lo facciamo in collaborazione con enti e università che svolgono qui ricerche scientifiche di tipo naturalistico che a noi interessa promuovere.

Dalle scienze naturali parte tutto, non sono solo lo studio culturale, già di per sé importantissimo, del comportamento della flora e della fauna in sé, ma lo studio di come ogni organismo si relaziona all’ambiente circostante o come reagisce a determinate sollecitazioni anche di tipo chimico. Sono informazioni preziose che vengono poi trasformate per noi, per un uso quotidiano e possono diventare delle scoperte di tipo tecnico, tecnologico o che riguardano la medicina e che quindi influiscono sulla nostra salute. Perché le scienze naturali hanno un occhio complessivo che osserva tutto,  analizzano l’ambiente che ci circonda da tutti i punti di vista, cosa che ormai si sta facendo sempre meno perché c’è una continua settorializzazione, senza renderci conto che qualunque cosa è collegata all’altra.

E quindi io voglio che l’oasi serva a questo, a sviluppare e creare poi nel corso dell’anno dei meeting di tipo scientifico naturalistico, quindi rivolti a tecnici, studenti universitari, specializzati nel settore.

Allo stesso tempo però, l’oasi viene aperta al pubblico in determinate occasioni con degli eventi di tipo artistico come mostre o come il workshop di fotografia naturalistica che si è svolto a maggio e che servono a promuovere e divulgare gli studi che stiamo portando avanti. Un connubio di scienza e arte”.

 

Al momento l’oasi collabora con un progetto Life della regione Umbria che serve per il monitoraggio dei grandi carnivori e le fototrappole posizionate per verificare i passaggi della fauna selvatica rivelano nella zona una grande ricchezza e la presenza di lupi, gatti selvatici, caprioli, martore, faine, istrici, tassi, volpi oltre che rapaci diurni e notturni.

Data la grande varietà di orchidee selvatiche presenti nel luogo, il prossimo progetto verterà sullo studio di queste ultime: “tra le varie specie ed il contesto dove crescono  e magari, io spero, anche sul rapporto che si instaura ad esempio tra orchidee e tartufo che è un’altra cosa che si sta studiando ed è a mio avviso molto interessante. Nel sottosuolo c’è un’enorme ricchezza, una grande comunicazione tra le varie specie. Noi non vediamo niente ma là sotto succede di tutto attraverso le radici che collegano piante, funghi, orchidee… una rete enorme di comunicazione che si estende per metri e chilometri tutta intorno a noi”.

 

Una comunicazione profonda e vasta, che va spesso oltre la comprensione umana e si coglie anche nel curioso nome scelto per l’oasi, sul quale chiediamo chiarimenti a Chiara: “la spiegazione è nel logo, disegnato da mio padre,  dove c’è un lupo con una cornacchia sopra: questo perché si sa che i lupi sviluppano un rapporto particolare con le cornacchie, una cosa che a me ha sempre incuriosita. Tra i due animali ci sarà sì un interesse di tipo opportunistico perché la cornacchia mangia i resti del pasto del lupo ma a volte li si è visti giocare insieme e se c’è un pericolo la cornacchia in qualche modo allerta il lupo e in un certo senso, c’è un aiuto reciproco. Qui ci sono le cornacchie ed i lupi ed io ho immaginato questa relazione. La malcontenta è il nome della cornacchia che poi a sua volta viene da una villa del Palladio dove avrebbe abitato questa nobildonna che veniva soprannominata “la malcontenta” e che mi era rimasta impressa negli anni”.

 

 

Corsi ed incontri si svolgono all’aperto o all’interno delle strutture presenti sulla proprietà, ristrutturate seguendo criteri di bioedilizia  in collaborazione con la Banca della Calce di Bologna, associazione che si occupa di edilizia sostenibile. Alla Malcontenta è stata utilizzata calce mescolata alla canapa nella ristrutturazione di quello che era il fienile e calce con la pozzolana, roccia di origine vulcanica utilizzata in edilizia, nel vecchio essiccatoio del tabacco. In un’ottica di tutela a 360 gradi dei lavoratori, di chi andrà a vivere gli ambienti restaurati e dell’ecosistema che tutto contiene, sono stati impiegati anche materiali recuperati dalla tradizione, come il cotto fatto a mano, la pietra, il ferro e ogni volta che è stato possibile sono state eliminate colle e siliconi utilizzando sistemi di ancoraggio meccanico. La Malcontenta è inoltre quasi completamente indipendente dal punto di vista energetico attraverso due tettoie di fotovoltaico con accumulo ed il progetto nel prossimo futuro di renderla completamente staccata dalla rete.

 

Tra una passeggiata e il profumo del bosco che vive e respira accanto a noi, il pomeriggio passa in fretta. Lasciamo un po’ a malincuore l’oasi e la sua pace ma con la gioia di sapere che anche in Umbria esiste un luogo in cui la natura è al primo posto e i concetti di sostenibilità e tutela dell’ambiente non restano inutili parole nel vento ma si traducono in un impegno concreto e quotidiano.

Un luogo protetto, un esempio tangibile di come passione e dedizione possano ogni giorno fare la differenza nella salvaguardia del nostro pianeta.

 

 

Per informazioni: https://www.lamalcontentaeillupo.com/

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