PERUGIA – Ampia disponibilità da parte della Sanità regionale a discutere con i sindaci, attraverso le Asl, le singole circostanze territorio per territorio, soprattutto per i comuni sotto i 5 mila abitanti in cui spesso l’incidenza di nuovi casi, seppur percentualmente elevata, corrisponde ad un numero assoluto di positivi contenuto. Questa linea di condotta “si è resa necessaria – spiega nella nota ufficiale la Regione – proprio per l’andamento difforme del contagio da comune a comune. Difformità che non permette un’ordinanza unica regionale”.
La Regionale ha inviato all’Anci e a 29 Sindaci umbri, intorno alle 13 di oggi, un resoconto della situazione epidemiologica, con allegati i pareri del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) e del Nucleo Epidemiologico regionale, così come richiesto al termine del confronto di ieri pomeriggio tra la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il Commissario regionale all’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, e i sindaci. Nella stessa riunione, i sindaci avevano concordato nell’attuazione delle misure restrittive, suggerite dalla Regione a seguito di un documento inviato alla Presidente dal Commissario al Covid e del verbale del Cts, fatta eccezione proprio per la sospensione delle lezioni in presenza per le scuole primarie e secondarie. Su questo argomento era stata infatti richiesta la nota della Sanità, inviata come detto oggi, in cui vengono evidenziate le varie situazioni territoriali ed i correlati pareri scientifici.
La metodologia adottata dalla Regione Umbria è stata trasmessa sia al ministro della Salute Speranza sia il prefetto di Perugia Gradone.
In sostanza decideranno i sindaci, comune per comune, in base a quanto potranno dedurre dalla relazione scientifica degli organi preposti e d’intesa con Asl e Regione. Quando? Non è dato sapere, almeno per il momento.