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Umbria Jazz Winter, trenta anni sulla Rupe nel segno della buona musica e dell’originalità

ORVIETO – Dal 2017 Umbria Jazz si è arricchita delle produzioni originali, un tratto distinguibile tra i festival del pianeta, per originalità e per esclusività. Ovvero il festival si fa promotore della produzione di musica oltre che della fruizione, un passo importante che ne contraddistingue la qualità e il progetto che lo ispira. Sei anni fa è nata la Umbria Jazz Orchestra, formata da un collettivo di musicisti il cui apporto è modulabile e interscambiabile, musicisti, spesso molto giovani, tra i migliori del contesto nazionale, tra cui spesso appaiono alcuni umbri. L’ambito migliore per accumulare nel proprio bagaglio esperienze importanti e formative. Nel corso degli ultimi sei anni sono stati numerosi i progetti delle produzioni originali che hanno visto affiancare all’Umbria Jazz Orchestra, nomi di prima grandezza in ambito internazionale. Ne citiamo qualcuno: il Bill Frisell trio; John Scofield in un progetto dedicato alla musica dei Beatles; Paolo Fresu insieme a Steve Wilson, Jay Anderson e Lewis Nash nel ricordo di Gil Evans e Miles Davis; la celebrazione degli 85 anni di Quincy Jones con Noa, Dee Dee Bridgewater, Patti Austin, Take 6, Ivan Lins Alfredo Rodriguez, Pedrito Martinez e Paolo Fresu; Gregory Porter in un omaggio a Nat King Cole con la Umbria Jazz Orchestra diretta da Vince Mendoza. Progetti dunque che ampliano al grande respiro dell’orchestra, la musica di alcuni dei grandi protagonisti del jazz. Per questa edizione del trentesimo anniversario di Umbria Jazz Winter, l’Orchestra di Umbria Jazz, diretta da Manuele Morbidini sarà impegnata in un progetto altrettanto ambizioso con uno dei massimi artefici del jazz dell’ultimo trentennio, il sassofonsita Joe Lovano, con musiche arrangiate e orchestrate da Michael Gibbs e la partecipazione di Steve Wilson, Peter Washington e Lewis Nash. Un’occasione importante dunque per il pubblico del Teatro Mancinelli di fruire di musica originale, appositamente concepita per Umbria Jazz Winter.  Questo è l’apice artistico del festival orvietano, ma Umbria Jazz Winter 30 è molto di più se si pensa che in soli cinque giorni di festival (28 dicembre – 1° gennaio) si svolgeranno 79 eventi con 22 band complessive, parteciperanno 140 artisti in sette diverse location e il ritrovato Palazzo dei Sette, distribuite in un raggio di poche centinaia di metri nel centro storico della Città del Duomo.

 

 

La formula di Umbria Jazz Winter ricalca quella perugina della città in musica con concerti da mezzogiorno a notte inoltrata, musica che aleggia nell’aria di alcune preziosità storico-artistiche di Orvieto in un’atmosfera che caratterizza i giorni delle festività natalizie con la possibilità di fruire delle non stop dei veglioni di fine anno e di contribuire a lanciare un appello alla pace il giorno seguente nella splendida cornice del Duomo tra gli affreschi del Signorelli con il Gospel del Virginia State. Dal punto di vista musicale è molto variegata l’offerta del festival, ma di certo momenti salienti di Ujw 30 saranno quelli del concerto di Cècile McLorin Salvant, unica nella sua vocalità, con un sestetto all star con Sullivan Fortner, Marvin Sewell, Yasushi Nakamura e Keita Ogawa insieme a Alexa Tarantino, quest’ultima, sassofonsita in grande ascesa, leader dello stesso quartetto che accompagna la McLorin Salvant. Tutti artisti residenti che rimmarranno ad Orvieto per l’intero periodo del festival e che forse, chissà, potranno improvvisare, come a volte è successo, session estemporanee e improvvisazioni inaspettate con alcuni degli altri musicisti incontrati tra le strade di Orvieto. Ancora, Ujw è anche molto altro. C’è Rava e i suoi giovani, i Fearless Five, mix tra esperienza, freschezza e creatività. Ci sono Alessandro Lanzoni e Francesco Cafiso, grandi promesse, oggi affermati musicisti anche oltre i confini nazionali. Sul versante dell’intrattenimento spiccano Ray Gelato e The Giants, ma anche la carica esplosiva del funky dei Funk Off, street band che ogni giorno aprirà il festival lungo le vie del centro, poi c’è il napoletano Lorenzo Hengeller con le musiche italiane tra Carosone, Lelio Luttazzi, Gorni Kramer e Fred Buscaglione, fino a Vittorio De Sica. Ma c’è anche Nick The Nightfly che, oltre a divulgare buona musica dai microfoni di Radio Montecarlo, la musica ama anche suonarla. Una parentesi particolare meritano invece Olivia Trummer nell’incontro tra musica classica e jazz; Accordi Disaccordi nelle loro commistioni tra swing, blues e jazz nel segno del gipsy del leggendario Django Reinhardt; Filppo Bianchini, sassofonista orvietano in duo con il pianista Luca Mannutza, entrambi con curricula che superano gli ambiti nazionali. C’è ancora il jazz delle radici con con gli italiani Sticky Bones e c’è il trio Lovesick con il suo mix tra country americano, rock’n’roll e swing anni ‘40 e ‘50. Altre parentesi particolari meritano il progetto Viva De André di Luigi Viva nel segno dell’indimenticabile Fabrizio De André, il quartetto di Fabrizio Bosso con lo special guest Nico Gori in un omaggio a Stevie Wonder; il Round Midnight del quintetto “Dear Dexter” con musiche ispirate a Dexter Gordon con Piero Odorici, Daniele Scannapieco, Paolo Birro, Aldo Zunino e Xaver Hellmeier e il quartetto di Chico Freeman e Antonio Faraò in un tributo a John Coltrane con Makar Novikov e Pasquale Fiore. Ancora. Ujw 30 sarà anche l’occasione di un blindfold test, un test alla cieca, che vedrà coinvolti Ashley Kahn, tra i più illustri critici musicali, giornalista e scrittore americano e Cècile McLorin Salvant. Si fanno ascoltare dei brani a un musicista che deve indovinare l’esecutore. Che si indovini oppure no, dall’ascolto nasce uno scambio di vedute che si traduce molto spesso in un vero e proprio approfondimento sulla musica e sull’artista. Non una sorta di quiz televisivo, dunque, ma un ragionato esame di un musicista, un genere musicale, un brano. L’iniziativa, nata in collaborazione con il Downbeat, storico jazz magazine americano, si svolgerà il 30 dicembre alle ore 11 nella Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo (ingresso gratuito). Da sottolineare le iniziative dedicate ai più piccoli con UJ4KIDS che la Fondazione Umbria Jazz sta curando da alcuni anni nell’intento di considerare la musica come strumento di crescita dei ragazzi.

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