TERNI – Si è chiuso ieri l’Umbria Jazz Weekend a Terni, la manifestazione che per quattro giorni ha portato il jazz e non solo in tutta la città. Tra locali e palchi, il pubblico ha avuto l’opportunità di seguire tanti musicisti e esibizioni.
Come ogni giorno, alle 19:30 è partita da via Cavour la street parade dei Funk Off, la marchin’ band a cui ieri sera si è unito un ospite d’onore: Ray Gelato. L’energia dei Funk Off ha contagiato praticamente tutti e un pubblico festante li ha accompagnati per le vie del centro. Davanti alla Biblioteca ha fatto il suo intervento anche Gelato, che ogni sera dalle 22 si è esibito dal palco di piazza Tacito. Prima marchin’ band italiana, attiva da venticinque anni, i Funk Off sono orami notissimi e in ogni show sanno trascinarsi dietro – letteralmente – una varia umanità che non riesce a non ballare insieme a loro.
Alle 21:00 sul palco di Piazza Europa, si è esibita la Swingers Orhestra in Dear Basie, un concerto che ha restituito il repertorio swing a atmosfere sognanti per l’omaggio al grande pianista Count Basie e alla sua nota orchestra. Con i musicisti, la voce di Nicoletta Fabbri che ha guadagnato il palco più volte. Un insieme di ottimi strumentisti che nel segno dell’eleganza, ha riportato il pubblico alla golden age del genere.
Alle 22 a piazza Tacito è stata la volta di Ray Gelato & The Giants che hanno dato vita a un’esibizione apprezzatissima. Gelato, in camicia viola, affiatatissimo con la band, è un grande intrattenitore. Con il suo italiano e la sua classe ha conquistato la platea in un vortice di allegria, esprimendo a più riprese il suo amore per la città di Terni.
L’ultima esibizione della giornata è stata quella di Pedrito Martinez, a piazza Europa alle 23:00. Martinez e colleghi si sono lanciati in uno show intensissimo che ha concluso coerentemente questo altrettanto intenso UJ Weekend ternano. Quattro giorni di quella che sembra voler diventare una manifestazione veramente aperta a tutti, in grado di avvicinare al jazz e dintorni un pubblico di ogni età: in questo senso l’aver reso tutti i concerti gratuiti è stato un gesto importante. Una volontà che lo scorso anno era stata spinta un po’ troppo lontana non solo dal jazz, ma anche dalla musica – “Che c’entro io col jazz? di De Sica all’Anfiteatro riassume perfettamente – e che in questa nuova edizione ha preso una direzione nuova e più fedele allo spirito della manifestazione.