PERUGIA – La belle giornate di sole incoraggiano l’affluenza in centro di curiosi e appassionati che vanno ad ingrossare le fila del popolo del jazz. Un popolo che fluisce tra i due palchi di piazza IV Novembre e Giardini Carducci e che fa sosta davanti all’immancabile Ray Gelato, che forse ha battuto ogni record di presenze al festival, e di Thornetta Davis, tra swing e funky trascinanti. Corso Vannucci e vie limitrofe sono animate dai buskers, gli artisti di strada che quest’anno in base ad un’ordinanza comunale hanno visto ridursi le possibilità di amplificare i loro strumenti, anche se sembra stia regnando nei loro confronti un clima di buona tolleranza. I Funk Off, instancabili, continuano a produrre il loro “traino”, il codazzo multicolorato trascinato del loro funky incessante e irresistibile, mentre al Brufani si radunano verso l’ora dell’happy hour serale gli estimatori, e sono già numerosi, di Veronica Swift, la giovane jazz singer del trio del pianista Benny Green, che viene dai sabato sera del Birdland di New York e che ha stregato tutti per la sua presenza scenica e la sinuosità dei suoi movimenti, in linea con la tradizione delle grandi ladies del jazz. In molti giurano che il suo timbro vocale ricordi quello di Ella Fitzgerald, ma forse il raffronto appare troppo generoso, anche in considerazione della sua giovane età (25 anni) e dell’esperienza (anche di vita) che dovrà formarsi. Intanto ieri sera, all’arena, Re Cremisi ha compito la sua marcia trionfale: i King Crimson erano a Perugia in una delle quattro e uniche date italiane del tour mondiale per celebrare i 50 anni di musica. L’evento è stato carico di tensione ritmica: i tre batteristi della band non hanno accennato neanche un attimo a calare di tono. Intanto tra il popolo di Umbria Jazz, compreso l’entourage massmediatico che fa riferimento al Brufani, ci si pone la domanda di dove sia quell’elegante signore dai capelli canuti dotato di una grande vena di ironia e di simpatia che arricchiva Perugia della sua presenza nei giorni del festival. Franco Fayenz, il decano dei critici musicali di jazz, è un po’ in là con l’età e almeno per quest’anno gli “acciacchi” gli hanno consigliato di rimanere nella sua Milano. Ma in molti a gran voce si uniscono al coro: dai Franco, per quest’anno è andata così, ci vediamo il prossimo. L’edizione dei record di Umbria Jazz si appresta dunque a vivere i suoi momenti clou con l’apice previsto del concerto di Thom Yorke, la “mente” dei Radiohead, rimasto fedele a se stesso e quell’idea di musica che scaturisce dal sogno e dalla quale è nato il suo ultimo album “Anima”. C’è molta attesa, nella fascia di pubblico che va dai 35 ai 50 anni, per ascoltarlo live.
- Claudio Bianconi in Festival e Rassegne