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Umbria Jazz: il poeta, il funambolo e l’alchimista

PERUGIA – Un poeta, un funambolo e un alchimista. Umbria Jazz si congeda dai primi tre protagonisti di un week end stellare, tirando somme altrettanto spaziali, se è vero che si è già ampiamente superato il milione di euro di incassi. Non poteva essere altrimenti se ad animare le serate perugine all’arena Santa Giuliana, sono stati chiamati alcuni tra i più emblematici musicisti che hanno contribuito a definire e oltrepassare la linea di confine tra musica e cultura, stabilendone alcuni dei paradigmi più importanti. Il poeta Mr. Tamburine ha sospinto la sua poesia là forse dove non era mai arrivata, pacificato da tutte le ansie giovanili e soddisfatto della sua vecchiaia, composta di un affastellarsi di forme e modalità della musica e della poesia che lo indirizzano verso un continuo fluire delle sue empatie. Il funambolo Bollani saltella da un lato all’altro del pianeta e delle musiche, delle colonne sonore e dell’immaginario collettivo, con una disinvoltura che sbalordisce. Molto accondiscendente con le esigenze dello spettacolo e del loisir, non esita a cogliere quanto di più fantasioso emerge dalle richieste del pubblico e conclude la sua performance con un medley che spazia dai Tre porcellini alla Gazza ladra di Rossini. Hancock si conferma l’alchimista del jazz che da poche note organizza sontuosità in mini-suite dove le sonorità dominano su tutto, spalleggiato da un Terence Blanchard che non si risparmia in quanto a senso ritmico e a potenza di emissione. Maestro nella creazione di un’improvvisazione che non lascia spazio a relax, ma che al contrario, viene esaltata in un crescendo di tensione, sembra comporre sul momento temi spaziali, ma anche commoventi ricordi come quello dedicato al suo amico Wayne Shorter con una metronomica versione di Footprints che ha rievocato la comune radice blues. Poi c’è Somi che ricorda a tutti che il jazz si è evoluto nella massima libertà espressiva così come l’Africa ha superato l’apartheid nel condiviso anelito di libertà. Fantastica.

 

Foto di Federica Mastroforti

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