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Umbria Jazz, il neo-presidente ringrazia tutti. Ma prendersela con il fato non basta

PERUGIA – Il neo-presidente ringrazia, come di prassi all’esordio del suo insediamento. Ma maledire il Covid non è sufficiente, anche perché lo stellone di Umbria Jazz continua a brillare a sostegno della voragine che si è venuta a creare nei bilanci, dovuta soprattutto al dissesto finanziario del Comune di Orvieto che si trascina da anni e con il Covid ha raggiunto proporzioni irreversibili e tali da non consentire di saldare il proprio conto con Umbria Jazz per l’ultima edizione di Ujw, ma anche e soprattutto perché gli incassi dell’edizione 2020 saranno ridotti al lumicino e non è neanche lontanamente pensabile che i quattro concerti del 7-8-9-10 agosto possano compensare i mancati introiti della 48esima edizione. Dunque Umbria Jazz soffre e la patata bollente è in questo momento nelle mani del neo-presidente Laurenzi che dovrà dimostrare tutte le sue abilità – non solo diplomatiche – affinché la macchina Umbria Jazz riprenda a funzionare a pieni giri. Non sarà facile. Anche se rimane vero che in questi ultimi anni Umbria Jazz è andata crescendo anche da un punto di vista economico e lo studio condotto lo scorso anno dall’Università di Perugia in collaborazione con la Cassa di risparmio di Perugia sta a dimostrare che, al di là del puro aspetto musicale, il festival è fonte di reddito e di distribuzione di ricchezza per numerose componenti dell’economia del territorio. Dunque, oltre il garbo istituzionale di Laurenzi che, in una nota, ringrazia tutti, vecchi e nuovi membri del consiglio di amministrazione della Fondazione, sarà necessario cominciare a pensare sin da ora come ripartire il coinvolgimento delle forze economiche e sociali della città e della regione perché un festival jazz che ha saputo conquistarsi la fama di uno tra i migliori al mondo, non diventi patrimonio che rischia di disperdersi negli appelli al fatalismo e alle sventure del Covid. Per questo a Laurenzi e ai suoi consiglieri vanno tutti gli auguri di buon lavoro, ne hanno bisogno. Ma a loro va anche l’esortazione di fare presto perché il Covid e il fato non diventino l’inizio della fine.
Ed ecco la nota del neo-presidente Gianluca Laurenzi:
“Mi accingo ad iniziare questa presidenza nel momento peggiore della quasi cinquantennale storia di Umbria Jazz. Domani 10 luglio sarebbe iniziata UJ2020 ed invece siamo stati costretti dalla “maledetta” pandemia ad annullarla.
Ci aspettano, quindi, grandi sfide in questo 2020, martoriato dalla pandemia: resistere, ripartire e tornare più forti di prima.
Lo dobbiamo a Perugia, ad Orvieto, a Terni ed a tutta l’Umbria.
Ringrazio la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e l’Assessore alla Cultura, Paola Agabiti Urbani: mi impegnerò con tutto me stesso per non deludere la fiducia accordatami.
Ringrazio il Sindaco di Perugia Andrea Romizi, il quale per primo nel 2014 mi diede fiducia nominandomi Consigliere della Fondazione, facendo in modo che iniziassi il percorso che mi ha portato alla Presidenza.
Ringrazio la Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Cristina Colaiacovo per aver dimostrato, ancora una volta in questi tempi difficili, di essere sempre al nostro fianco.
Ringrazio il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani per il rinnovato impegno a favore della Fondazione.
Ringrazio con affetto e riconoscenza i miei colleghi del Consiglio uscente.
Il Presidente Renzo Arbore, che non ci ha voluto abbandonare accettando la presidenza onoraria della Fondazione; Stefano Mazzoni, il quale con dedizione ed abnegazione ha ben gestito la Fondazione superando tante difficoltà; Lucia Baroncini e Mario Davighi, sempre presenti e dediti alla causa.
Saluto i miei nuovi colleghi nel Consiglio di amministrazione, Francesca Ceccacci, Stefano Bongarzone e Luciano Ventanni, augurandoci vicendevolmente buon lavoro”.

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