TERNI – Non si può parlare del prossimo weekend festival di Umbria Jazz a Terni se non si fa riferimento al “caso”. Solo il caso, infatti, ha stabilito che a vincere il bando di concorso per il manifesto del festival sia Lucrezia Di Canio, figlia di Paolo, calciatore con un ampio curriculum tra cui la conquista della tifoseria inglese per le gesta sportive e che mosse i primi passi della sua carriera nella Ternana in serie C2 di Mario Facco. Ma anche il caso presenta qualche interstizio in cui incunearsi per far largo al sospetto che permette di dissentire con Carlo Pagnotta quando ha affermato nel corso della presentazione di Umbria Jazz We a Palazzo Montani Leoni che “il padre usa i piedi, lei (riferendosi a Lucrezia) usa le mani”. Il dissenso nasce dalla constatazione che anche il laziale Paolo Di Canio le mani le usò, insieme alle braccia, spesso troppo tese in direzione degli spalti della Roma. Ma Lucrezia è stata premiata dal “caso” e lei per ricambiare dimostra di possedere talento artistico. Giovanissima con una vita passata tra il Regno Unito, ma soprattutto Londra, e Terni dove è nata. A Terni restituisce parte del suo talento con il suo “Mondi musicali”, pianeti musicali gialli e blu che si incontrano a formare la sua composizione grafica. Detto questo, il caso sembra invece essere andato oltre, segnando il destino di Umbria Jazz a Terni che da tempo era stato designato. E’ infatti solo dall’anno passato che infine il destino si è conclamato nel periodo di svolgimento del festival che a Terni era stato dapprima concentrato sul periodo pasquale, ma a cominciare dal 2021, il destino alla fine si è imposto avversandosi persino a Pagnotta che rimane convinto sullo svolgimento durante le feste pasquali. Qualcuno, intanto, sospetta, che dietro al corso del destino, ci sia stato un “duro lavoro” per instradarlo sul suo compimento, ma ora a cominciare dal sindaco Latini (la città a settembre offre il meglio di sé), al presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Terni e Narni, Luigi Carlini (dallo scorso anno si è verificato un contraddittorio sulle date di svolgimento) si dicono convinti che settembre sia il mese migliore per la città in musica che diventerà Terni nel weekend lungo tra il 15 e il 18 settembre. Dunque, durante quei quattro giorni, il format abituale di Umbria Jazz che oltre a Perugia è stato esportato anche a Orvieto, sarà riproposto a Terni. Con un programma denso di concerti a partire dalle 11,30 sino al Round Midnight delle 23,30. Tre sono i palchi nel centro della città: Piazza Tacito, Piazza della Repubblica, Via Cavour, sei i club coinvolti (Fat Art Club, Pazzaglia, Mishima, Rendez Vous, Baravai, L’Ecurie) oltre ai Funk Off, la marchin’ band che rallegrerà i turisti alla Cascata delle Marmore. Sul concetto di “terza gamba”, vale a dire di terzo elemento del sistema complesso di Umbria Jazz, parla ancora il sindaco Latini che insieme all’assessore regionale Paola Agabiti individua un “filo conduttore che lega realtà diverse della regione” per “lo sviluppo locale ed economico del territorio” (Carlini). Per quel che riguarda il programma, c’è da registrare una variazione rispetto a quanto annunciato in precedenza: gli spettacoli all’Anfiteatro Romano saranno quattro e non tre. Inclusione last minute, oltre a Mario Biondi, Christian De Sica e Fabrizio Bosso, è quella di J.P. Bimeni & The Black Belts, africano del Burundi, londinese di adozione, una delle più belle ed espressive voci soul degli ultimi anni con una dolorosa quanto travagliata vicenda politica ed esistenziale alle spalle. Tra gli altri, da segnalare la presenza di Rosario Giuliani in quartetto, Mauro Ottolini& Licaones quartet con Francesco Bearzatti, Gianni Cazzola Quartet, Mauro Ottolini in Nada Mas Fuerte, Accordi Disaccordi.
- Claudio Bianconi in Umbria Jazz
Umbria Jazz a Terni in un weekend lungo di metà settembre
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