Umbria Jazz 21, l’anno della transizione. E per il cinquantennale spunta il nome di Sting

PERUGIA – Si guarda con ottimismo al futuro, ora che la pandemia sta allentando la morsa. E nel futuro, dopo – purtroppo – le bufale di Bob Dylan, il menestrello preferito dalla Tesei che rimane nel mondo delle idee, c’è tra un paio d’anni, in occasione del cinquantennale, Sting. Questa almeno una mezza dichiarazione di intenti che farebbe diretto riferimento all’edizione del 1987, quando il mainstage dello stadio Curi fu “popolato” – è il caso di dirlo – da due grandi personalità musicali: Sting e Gil Evans. Ricordi indimenticabili. Ma, più in generale – è l’ammissione – si sta pensando ad un evento in esclusiva per Umbria Jazz 2023, una produzione originale che forse vedrà affiancato allo stesso Sting, una personalità importante dell’ambito jazz. Ma intanto si pensa al presente e a Umbria Jazz 2021. E’ stato complesso, macchinoso e difficoltoso, ma Umbria Jazz, seppure in forma ridotta torna a calamitare l’attenzione dei perugini, ma più in generale delle scene nazionali e internazionali del jazz. Con alcune sorprese e la conferma di un programma di musica di qualità. Un grazie che va – come ha sottolineato il direttore artistico Carlo Pagnotta e il presidente della Fondazione Umbria Jazz Gian Luca Laurenzi – ai ragazzi dello staff, a chi profonde impegno e professionalità. Il nome che riecheggia e che simboleggia questo impegno costante è quello di Stefano Lazzari che “in questi anni è cresciuto e si è formato una solida professionalità”. La presidente della Regione Donatella Tesei è sorridente, convinta del fatto che stiamo uscendo dall’impasse pandemia e annuncia la prima novità: un omaggio musicale alla luce in fondo al tunnel del Covid con un’orchestra di soli medici e operatori sanitari dal titolo onorifico di Asclepio, dio della Medicina nell’antica Grecia detentore dei segreti del veleno dei serpenti. In maggioranza veneti, ma non solo, i protagonisti della salvezza delle nostre vite che per mesi sono state insidiate dal virus, suoneranno insieme per far capire a tutti “che è stato tutto molto difficile” in un prologo al festival che si svolgerà il 7 luglio al Barton Park. Il vicesindaco di Perugia Gianluca Tuteri era meno sorridente, ma prodigo di elogi per Pagnotta con un parallelo tra il patron di Umbria Jazz e Napoleone III che nel 1863 sfidò l’Accademia e con il Salon de Refusés (il salone dei rifiutati) intuì che i paradigmi dell’arte si stavano evolvendo, stavano cambiando nel senso di una sfida ai conformismi. Così a Pagnotta-Napoleone III che anticipò i tempi e già nei lontani anni Cinquanta con l’Hot Jazz Club – come Pagnotta stesso ha ricordato – invitò a Perugia Louis Armstrong insieme alla sua orchestra e La Nazione titolò “A Perugia un’orchestra di soli negri” si deve riconoscere il ruolo che ha avuto in questa città contro i conformismi imperanti. E per questo – ha concluso il vicesindaco ci impegneremo perché Umbria Jazz viva tutto l’anno”. Umbria Jazz 2021 non godrà di un servizio di biglietteria in centro e secondo le ultime disposizioni ministeriali, potranno fare ingresso all’arena Santa Giuliana soltanto con biglietti acquistati in loco e se muniti di green pass che attesta almeno la prima dose di vaccino o di certificato che attesta la guarigione del Covid o un tampone nelle ultime 48 ore. La capienza dell’Arena, dopo la deroga regionale, è pari a 1.700 posti seduti. Secondo prologo ad Umbria Jazz, sarà l’omaggio, l’8 luglio, di Mauro Ottolini e la sua Sousophonix Orchestra a Dante Alighieri nel settecentenario della morte. Al Teatro Morlacchi per trecentoventi spettatori andrà in scena il nuovo originale progetto tra musica, cinema e letteratura sull’Inferno, film muto del 1911 per la regia di Francesco Bertolini, Giuseppe De Liguoro e Adolfo Padovan, riletto in terzine, a cura di Alessandro Anderloni che del progetto è anche l’ideatore, il drammaturgo e che ne ha curato l’allestimento. Il resto – finalmente – è jazz al jazz club del Brufani con la sorpresa – assicura Pagnotta – della voce di Samara Joy McLendon che si aggiunge all’Emmet Cohen Trio, Brad Mehldau in trio, dopo il solo allo Spoleto festival, la migliore cantante afroamericana del momento Cécile McLorin Salvant e la splendida iniziativa del teatro Morlacchi che dedicherà spazio soltanto alle orchestre – dal mainstream all’avanguardia – che con Ethan Iverson ha già conquistato la prima pagina del Down Beat, il più illustre dei magazine americani dedicati al jazz. Sono questi solo alcuni degli appuntamenti più interessanti. Da ricordare l’indirizzo green di Umbria Jazz che utilizzerà per i programmi carta riciclata e antibatterica e che valorizzerà i prodotti a chilometri zero e Uj4kids ai Giardini del Frontone con laboratori, attività e saggi dedicati ai bambini.

Claudio Bianconi: Arte, cultura, ma soprattutto musica sono tra i miei argomenti preferiti. Ho frequentato il Dams (Scienze e Tecnologie delle Arti, dello Spettacolo e del Cinema). Tra i miei altri interessi figurano filosofia; psicologia archetipica; antropologia ed etnologia; fotografia-video; grafica, fumetti, architettura; viaggi.