PERUGIA – Al di là della grande raffica di eventi, 280 concerti per buon numero gratuiti, con i nomi più ricercati dell’ambito jazz nazionale e americano, al di là dell’altro grande evento di uno spazio importante che la città recupera e che è strettamente legato alla storia di Umbria Jazz conosciuto come il luogo dove si sono consumati alcuni dei rituali indimenticabili del festival come le sessions di Gil Evans e la sua orchestra, quel San Francesco al Prato che dal terremoto del 1997 è rimasto inviolabile a qualsiasi forma artistica, Umbria Jazz 2019 rafforza la sua progettualità sociale con una serie di iniziative che ne individuano anche l’aspetto di una grande festa lontana dalle sole e uniche questioni redditizie, siano esse promozionali per il territorio o turistiche. Quelli che negli anni passati sono stati temi a volte accennati, altre volte percorsi con più convinzione come nel caso dei concerti a favore delle popolazioni umbre in seguito ai sisma del 2016, sembrano assumere un profilo più deciso nell’ambito della progettualità del festival. Un festival che così si propone di cavalcare alcune delle tematiche più attuali dell’agenda politica planetaria, come quella della salvaguardia ambientale o come la formazione dei ragazzi iniziati al jazz fin dalla più tenera età con un progetto ad hoc con “Il jazz va a scuola”, o come, la collaborazione con il circuito concertistico de L’Aquila in nome della comune vicenda, anche se in tempi diversi, del terremoto. Insomma, oltre la musica suonata che grazie anche ai contributi ministeriali prende forma in un serie di appuntamenti che rilanciano Perugia come la capitale del jazz italiano e tra i centri jazz più importanti nel mondo, Umbria Jazz cerca di essere propedeutica e pedagogica, ingaggia Thom Yorke, leader dei Radiohead, da sempre sensibile ai temi dell’ambiente e lo investe quale testimonial di una campagna ecologica sulle orme di Greta Thunberg, la ragazzina svedese che ha risvegliato le coscienze di molti in tutto il pianeta. Sintetizzare un programma che annette 280 concerti è impresa impossibile. Ricalchiamo dunque, in estrema sintesi, ciò che il direttore artistico Carlo Pagnotta ha affermato, non dimenticando che Umbria Jazz prosegue a grandi passi verso il cinquantennale che sarà celebrato nel 2023 (Umbria Jazz nacque nel 1973) e che con un po’ di scaramanzia Pagnotta si è auto-augurato di esserci per l’occasione. In sintesi, come detto, l’evento dell’inaugurazione dell’auditorium ristrutturato di San Francesco al Prato sarà affidato a un progetto che Umbria Jazz ha appositamente commissionato a Uri Caine e al suo trio dal titolo “Seven Dreams” con la Umbria Jazz Orchestra e gli archi dell’Orchestra da camera di Perugia. Un progetto originale che qualifica il festival nella sua capacità di produzioni originali ed esclusive. Tralasciando il programma all’arena Santa Giuliana che nei mesi scorsi è stato gradualmente e interamente reso noto, su cui spiccano, oltre all’appuntamento con Thom Yorke, Paolo Conte, George Benson, Chick Corea, King Crimson, Snarky Puppy, Kamasi Washington, Christian McBride, una sezione importante del festival sarà quella degli appuntamenti di mezzogiorno alla Sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria che “raddoppia” con concerti giornalieri ripetuti alle 15,30, tra cui quello del “nostro” Giovanni Guidi. Tempio dei concerti serali di Umbria Jazz sarà il teatro Morlacchi con una serie di importanti artisti: tra l’altro al Morlacchi sarà festeggiato il centenario del leggendario batterista Art Blakey, mentre un suo allievo nei Jazz Messenger, Terence Blanchard, sarà nella stessa location. Tra gli altri Rava, Fresu, Peter Erskine, Charles Lloyd, Joel Ross che ha definito un genio che spera di portare anche a Orvieto e molti altri. Mentre le session del Round Midnight si svolgeranno al cinema Mèlies. Insomma, un’edizione ricca, forse la più ricca degli ultimi anni e di cui si prevedono anche incassi record: solo per l’arena Santa Giuliana, ha sottolineato Pagnotta, stando all’andamento delle prevendite, si avranno quattromila paganti al giorno. Concludiamo con le parole di augurio di Pagnotta: “Speriamo di arrivare al cinquantennale con programmi come questo” e con la citazione del nuovo poster di Umbria Jazz ad opera di Mamo: “Wake up!! Music Will Save the Planet” (Svegliati!! La musica salverà il pianeta).
- Claudio Bianconi in Musica