Umbria Antica, alla scoperta della spiritualità dei popoli antichi dell’Umbria

PERUGIA – Li avevamo lasciati così: un bando vinto, una prima edizione di successo e la volontà di fare di Umbria Antica, progetto nato per valorizzare e comunicare le radici della storia della nostra regione, un evento destinato a rimanere.

A distanza di un anno la promessa è stata mantenuta e sabato 8 luglio alle 16.30, con una conferenza che si svolgerà al Museo archeologico nazionale dell’Umbria, prenderà ufficialmente il via la seconda edizione del Festival dell’Umbria antica dedicata al tema “Uomini e Dèi”.

 

Siamo felicissimi principalmente di una cosa – afferma Andrea Fioravanti, direttore del festival – Siamo nati con un bando della regione Umbria ma non siamo morti con i fondi regionali e fin da subito abbiamo detto di voler far rimanere questo festival perché c’è bisogno di parlare di Umbria antica tutti gli anni.

Tra i tanti argomenti, ne abbiamo almeno per i prossimi 15 anni, abbiamo deciso di iniziare da quello che ci piaceva di più e cioè Uomini e Dèi, perché è da secoli che l’Umbria viene definita una terra mistica ma non si spiega mai bene cosa vuol dire. Noi abbiamo cercato di capire come gli Etruschi, i Romani e i popoli antichi dell’Umbria interpretassero il tema della morte e dell’aldilà. Parleremo dei Plestini, la popolazione umbra che per quindici secoli ha abitato gli altopiani carsici al confine tra Umbria e Marche nella zona di Colfiorito, e dei Naharti, popolo mediaticamente poco conosciuto ma in realtà citato da millenni nelle Tavole Eugubine, che viveva  nei territori dell’attuale Terni e che dà poi il nome al fiume Nera, il Nahar.

 

 

Questo è proprio il segno distintivo del festival, interrogarsi sul divino ma anche sulle grandi domande che ci facciamo da millenni su questa terra. Alcune civiltà hanno trovato delle risposte che secondo noi possono servire anche per il presente, nel rapporto con la comunità, con la vita dopo la morte ma anche con il proprio ruolo nel mondo. Capire il modo di pensare, vivere, pregare e convivere dei popoli che hanno vissuto nel cuore verde d’Italia è il modo migliore per riflettere sul nostro presente”.

 

Lezioni dai temi originali e accattivanti, rese ancor più interessanti dal fatto di essere svolte all’interno di musei e siti archeologici in modo da poter vedere con i propri occhi gli oggetti legati alle storie appena ascoltate. Spesso ai non addetti ai lavori, il reperto nella teca del museo può sembrare lontano o incomprensibile, così invece acquisterà vita e significato.

Noi facciamo questo festival anche con l’obiettivo di dare un po’ di luce alle realtà piccole e grandi dei musei umbri. – prosegue Fioravanti – In Umbria abbiamo tonnellate di musei ma molto poco valorizzati, noi arriviamo e forniamo questo servizio, ovviamente tutto gratuito, facciamo video, podcast e lezioni. Quello che vogliamo fare è portare le persone a scoprire il loro patrimonio storico archeologico con l’intento della condivisione.

Per questo l’idea di un festival diffuso che si apre a Perugia e si chiude a Terni con in mezzo tantissime realtà.

La villa di Plinio il Giovane di San Giustino per esempio, un vero tesoro dove parleremo della vita e del rapporto con i fantasmi del governatore romano ma anche della Villa, dove nei reperti archeologici, è stato ritrovato il tempio dedicato a Cerere, in un’eterna commistione di umano e divino che noi vogliamo andare a scandagliare.
Per quanto riguarda Tuoro invece, mentre l’anno scorso abbiamo parlato più della battaglia, quest’anno ci concentreremo maggiormente sui personaggi. Ad esempio il professor Giovanni Brizzi farà una lezione su Annibale e gli Dèi cartaginesi perché c’è sempre questo aneddoto di Annibale che a 9 anni giura odio contro Roma e noi ci siamo chiesti, ma lo giura a chi? Quali erano gli dei cartaginesi? Erano così diversi da quelli romani? E poi un altro argomento: nelle varie città assaltate da Annibale prima di arrivare a quella che è l’odierna Tuoro o durante le battaglie,  chi veniva assediato evocava gli Dèi degli aggressori contro gli aggressori stessi. Si chiamava “evocatio” e qui il divino non è solo meditativo ma entra nella vita di tutti i giorni
”.

 

Inoltre, oltre alle lezioni che saranno trasformate in podcast, a partire dal 15 giugno e poi uno al mese, verranno pubblicati sul sito altri 7 podcast dal taglio più narrativo e sintetico: “sono diversi dalle lezioni perché hanno un tono che va dritto al punto, pensati per i ragazzi delle scuole, anche i più piccoli. In questi podcast spieghiamo in modo semplice fatti importantissimi e molto conosciuti dell’Umbria come la battaglia del Trasimeno che è già uscito ma anche piccole storie. Come quella sconosciuta e straordinaria di Luigi Boldrini, operaio che lavorava in una cava di lignite di Pietrafitta e che da un giorno all’altro negli anni sessanta scopre un mammut. Da qui in poi inizia a scavare e scavare aiutato dalla sopraintendenza e dall’università, ricostruendo e salvando centinaio di fossili che ora fanno parte dell’omonimo museo, diventati la più grande collezione in Europa di mammut meridionali

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Sette piccole grandi storie quindi, che si aggiungono alle 23 lezioni che a loro volta andranno ad aggiungersi  a quelle già pubblicate, per un totale di circa 50 podcast per “creare la vera colonna sonora dell’Umbria Antica. – conclude Fioravanti –  Anche per questo noi iniziamo l’8 luglio, una data un po’ coraggiosa in concomitanza con Umbria Jazz. A noi però non importa perché oltre alla colonna sonora del jazz, noi porteremo la colonna sonora dell’Umbria Antica”.

 

 

 

 

 

Il festival, si snoderà nell’arco di sei mesi e sarà diviso in otto tappe: 8 luglio Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, Perugia; 25 agosto Teatro dell’Accademia, Tuoro sul Trasimeno; 26 agosto Museo Archeologico della Villa di Plinio, San Giustino; 2 settembre Museo archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto; 21 ottobre Museo della città di Bettona; 22 ottobre Museo archeologico di Colfiorito; 11 novembre Museo del Capitolo, Perugia; 2 dicembre Museo archeologico di Terni.

 

Il calendario del festival sarà arricchito dalle lezioni di: Valentino Nizzo, Maria Angela Turchetti, Francesco Marcattili, Giovanni Brizzi, Augusto Ancillotti, Luana Cenciaioli, Giusto Traina, Silvia Romani, Tommaso Braccini, Mariangela Galatea Vaglio, Fabio Stirati, Roberto Cristofoli, Silvia Casciarri, Paola Romi, Gabriella Sabatini, Paolo Braconi.

Partner dell’evento sono: la Fondazione Perugia, la Regione Umbria, la Camera di Commercio dell’Umbria in collaborazione con la Direzione regionale musei Umbria, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Perugia e dei Comuni di Perugia, Terni, Spoleto, Foligno, Tuoro sul Trasimeno, San Giustino e Bettona.

 

Per informazioni: https://www.festivalumbriantica.it/

Francesca Verdesca Zain: Una vita vissuta all’insegna della creatività. Giornalista pubblicista, artigiana, danzatrice, lettrice e sognatrice compulsiva, sono amante della natura, della scrittura, dei gatti. Ho una laurea in lingue e letterature straniere.