UJ24-#05: Mirco Rubegni / Ramberto Ciammarughi / Fabrizio Bosso About Ten / Toto

PERUGIA – Anche ieri 17 luglio era fissato alla Galleria Nazionale dell’Umbria – Sala Podiani il primo appuntamento della giornata di Umbria Jazz.

Sul palco il quintetto del trombettista Mirco RubegniMy Louis”, dedicato alla figura Louis Armstrong.

Progetto interessante che mescola un notevole utilizzo dell’elettronica ma non disdegna soluzioni più liriche.

Con lui il chitarrista Gabrio Baldacci, Glauco Benedetti al basso tuba e la coppia ritmica Federico Scettri alla batteria e Simone Padovani alle percussioni; con gli ultimi due il musicista ha già collaborato all’interno del combo di Gianluca Petrella Cosmic Renaissance.

Un concerto molto gradevole con segnalazione speciale per l’esecuzione della splendida ballad del trombettista americano Black & blues.

Alle 15:30 il secondo concerto alla Galleria Nazionale dell’Umbria – Sala Podiani, questa volta con il pianista Ramberto Ciammarughi.

Reduce dalla recente pubblicazione del nuovo progetto “Intramontes”, con la presenza tra gli altri del trombettista Paolo Fresu, il musicista assisano si è esibito in piano solo.

Ha voluto intitolare la sua performance: Invenzioni, pensieri, canzoni; si è trattato di variazioni su temi originali che il Maestro ha collegato tra loro; un momento molto coinvolgente.

Per concludere il Va pensiero di Giuseppe Verdi che lo stesso musicista ha definito un suo ideale inno ad una nazione utopica ed alla gioia.

Quindi alle 17, al Teatro Morlacchi, l’estesa formazione di Fabrizio Bosso About Ten”; sul palco una decina di elementi: il quartetto ormai storico (un’esperienza decennale con Nicola Angelucci alla batteria, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Julian Oliver Mazzariello al pianoforte).

E poi un sestetto di giovani fiatisti (Andrea Priola e Stefano Bergamaschi alla tromba; Lorenzo Simoni al sax alto; Didier Yon al trombone; Sophia Tomelleri al sax tenore ed Andrea Jurianello al sax bariitono), sotto la direzione del Maestro Paolo Silvestri che si occupato degli arrangiamenti di questo progetto.

La formazione ha iniziato con l’omaggio a Duke Ellington per poi proseguire con quello a Dizzy Gillespie; ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, il trombettista torinese (ospite quasi fisso del festival), ha inanellato una grande performance, assieme ai fidi compagni di viaggio del quartetto, ben coadiuvato dalla presenza dei sei giovani musicisti, molto in gamba. Tra le esecuzioni l’originale Dizzy’s blues (con un bell’intervento della coppia Tomelleri e Simoni), e del brano di Gillespie Manteca.

Infine alle 21 all’Arena Santa Giuliana è stata la serata degli americani Toto; sotto la guida del chitarrista Steve Lukather, la band ha intrattenuto i tantissimi presenti per circa due ore, grazie ai suoi successi e a cover come le apprezzate versioni di With a little help from my friends di Lennon & McCartney, resa celebre nell’interpretazione di Joe Cocker a Woodstock nel 1969, e di Little wing dell’indimenticato Jimi Hendrix.

 

Accanto al chitarrista, unico membro originale della band, il cantante Joseph Wlliams; John Pierce al basso; Warren Ham alle percussioni, fiati e voce; Shannon Forrest alla batteria; Dennis Atlas tastiere e voce e Greg Phillinganes alle tastiere.

Pronti via ecco subito il successo Hold the line, poi 99, Pamela, Stop loving you, I’ll be over you ed I’ll supply the love; bisogna attendere invece fino alla fine per ascoltare i due brani attesi da tutti i fan: Rosanna ed Africa, un bel tuffo nel rock degli anni ‘70 e ’80.

Le foto sono di Giancarlo Belfiore

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.