PERUGIA – Ci è mancata anche per questo la Galleria Nazionale dell’Umbria che il direttore Marco Pierini ha voluto aprire fin da subito alla musica ospitandola nella bellissima Sala Podiani che domenica 10 luglio, ore 15.30 (ingresso 12 euro), ospiterà Franco D’Andrea in concerto per piano solo a Umbria Jazz.
FRANCO D’ANDREA
Nato a Merano nel 1941 – si legge nella nota stampa – D’Andrea incomincia a suonare il piano da autodidatta a 17 anni, avendo suonato in precedenza tromba e sax soprano. Dopo una parentesi bolognese nei primi anni ‘60, che lo vede anche al fianco di Lucio Dalla in quartetto jazz, è alla Rai di Roma nel 1963 che comincia la sua attività professionale, insieme a Nunzio Rotondo. Incide il primo disco con Gato Barbieri nel 1964 – col quale collabora due anni, fonda insieme a Franco Tonani e Bruno Tommaso il Modern Art Trio nel 1969, per poi entrare nel 1972 nel gruppo progressive jazz “Perigeo”. Da lì in poi, una lunghissima carriera come pianista, arrangiatore e leader di numerosi progetti, elaborando uno stile personale e molto originale che attinge alle fonti più disparate, dal serialismo al jazz-rock, dalla world music a quella contemporanea. Oltre 160 dischi incisi in Italia e all’estero, l’ultimo in uscita proprio oggi venerdì 8 luglio insieme a DJ Rocca, 20 premi Top Jazz vinti nella sua carriera, di cui 11 nella categoria Musicista italiano dell’anno, è considerato uno dei migliori pianisti contemporanei e rappresenta l’eccellenza che il jazz italiano ha saputo partorire negli ultimi 50 anni.
PERCHE’ PIANO SOLO
Lo stesso Franco D’Andrea ci porta dentro il fascino del suo Piano solo: “ll piano solo rappresenta nel jazz – afferma D’Andrea – una delle occasioni più adatte per ricercare, improvvisando, nuove combinazioni musicali, con esiti imprevedibili. In genere il musicista ha molti tasselli del mosaico pronti. Nel mio caso possono essere composizioni originali o anche brani dei miei autori preferiti (Kid Ory, George Gershwin, Duke Ellington, Billy Strayhorn, Thelonious Monk, Lennie Tristano, John Coltrane) col profumo che le varie ere del jazz a cui appartengono portano ancora oggi con sé. Ma la trama finale è tutta da inventare, il racconto che ogni sera si dipana sul palcoscenico sarà sempre diverso. Inoltre, qualche volta, suonando può venire alla luce un elemento musicale nuovo, non conosciuto, di cui non sono chiare le implicazioni. Accettare il confronto con questo nuovo elemento significa, in un certo modo, aprirsi un varco verso il mistero”.
https://www.boxol.it/umbriajazz/it/event/franco-dandrea/406339
Foto di copertina: Musacchio-Iannello