PERUGIA – Iniziamo dall’oggetto: Nodo di Perugia ora ribattezzato Nodino, per intenderci la famogerata rampa che porta da Ponte San Giovanni a Perugia. Passiamo ai firmatari della nota che vi stiamo per documentare: cittadini, imprese e Comitati di Collestrada, Torgiano, P.S. Giovanni, Balanzano, Sant’Andrea D’Agliano insieme a “Italia Nostra”, “Legambiente”, “WWF” e “Fiab Marsciano”. Sono coloro i quali già nei primi anni del 2000 si mobilitarono per contrastare la realizzazione dell’oggetto in questione. E che ovviamente, ora, contestano la volontà da parte dell’assessore regionale ai Lavori Pubblici Melasecche di riprendere la progettazione.
Continuiamo con le proposte che non è sempre detto che seguano la protesta. In questo caso, invece, sono chiare e ordinatamente elencate:
- prevedere il pedaggio per i soli mezzi pesanti extralocali sulla e45;
- riorganizzare, specie per i flussi pendolari, un valido sistema di mezzi di trasporto pubblico a partire dall’uso metropolitano delle ferrovie esistenti (ferrovia centrale umbra e ferrovie dello stato) ma ora inutilizzate, tramite sistema tramtreno;
- migliorare la viabilità provinciale ed interregionale intorno all’area perugina a partire da Pierantonio fino a Deruta, fino a Bastia-Foligno, alla Flaminia, al territorio eugubino, fino di nuovo a Pierantonio per la Pian d’Assino, come bene prescrive il piano urbanistico provinciale vigente;
- apportare migliorie sulla rampa che dal bivio di Balanzano sale verso Perugia, rendendola a doppia corsia;
- in futuro, valutare l’ipotesi di innalzamento sul viadotto del tratto
Collestrada-Balanzano (km3).
Infine le argomentazioni del Comitato: “Ci siamo prontamente ricompattati – spiega – riprendendo la battaglia di allora ed oggi siamo ancora più decisi a manifestare il nostro dissenso nei confronti di un’opera illogica ed inutile, poiché inadatta a risolvere le problematiche di traffico sulla rampa che da Ponte San Giovanni sale a Perugia, come già dimostrarono ampiamente dagli approfonditi studi tecnici svolti dal Professore Mariano Sartore della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia.
Si tratta di un’opera devastante in quanto ricadente in zone di eccezionale pregio dove si distingue il borgo medievale di Collestrada, la sua zona boschiva classificata SIC/ZCS (zona a conservazione speciale), i boschi a Farnetto, il riconoscimento di zona di interesse comunitario, tutti valori che verrebbero distrutti dal progetto “nodino”. Zone, peraltro, dove insiste un’agricoltura di eccellenza, accompagnata da una ricezione agrituristica di alto livello e che raccoglie successi grazie ad una bellezza unica, scampata a tante brutture che uno scellerato disordine urbanistico ha generato nei nostri territori, dagli anni ’70 in avanti. Grazie al supporto delle organizzazioni ambientaliste e culturali come “Italia Nostra”, “Legambiente”, “WWF” e “Fiab Marsciano Amici della Bicicletta”, abbiamo richiesto di poter visionare i documenti per capire cosa veramente bolle in pentola.
Da Anas abbiamo ricevuto risposta in contrasto con quanto affermato dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit). Il Mit, infatti, afferma che nulla di quanto richiesto è al momento pervenuto da Anas e dalla Regione Umbria, ovvero la presentazione di un documento comparativo tra più tracciati, tra cui scegliere il più adatto, cioè il più capace a garantire congruità economica, sostenibilità ambientale e un accettabile rapporto fra benefici e costi di realizzazione. Di tutto ciò non risulta traccia e, comunque, chiediamo di esserne informati e chiediamo adeguata partecipazione.
Nonostante tale quadro incerto e confuso, l’assessore Melasecche ha affermato di aver incaricato, nei primi di gennaio, uno studio professionale a provvedere alla stesura di un progetto definitivo. Incarico, peraltro, che per via del notevole importo (superiore alla soglia consentita) avrebbe dovuto sottostare a regolare gara di progettazione. Da verificare, inoltre, se la obbligatoria valutazione di incidenza prevista per interventi in aree Sic-Zsc debba precedere o seguire il progetto definitivo. Tutto questo quando per il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ancora non si dispone neppure del necessario progetto preliminare. Qualora esistesse, chiediamo di averne subito copia.
Anche i due sindaci dei Comuni di Perugia e Torgiano interessati dall’opera non hanno ancora manifestato una loro posizione chiara sull’argomento e, nei relativi Consigli Comunali non si è aperto nessun dibattito. Ciò è scorretto e contrario anche al diritto comunitario. Tutto sottotraccia. Siamo convinti che se vogliamo risolvere i problemi della viabilità perugina, se vogliamo eliminare le code odiose a Ponte San Giovanni, serve capire innanzitutto dove nasce il problema, la natura dei flussi che congestionano il nodo (pendolarismo) e di conseguenza prendere in considerazione proposte organiche da discutere in pubblico dibattito. È ora insomma di fare scelte al passo con i tempi, che valorizzino il patrimonio ambientale e storico, puntino sul rafforzamento di una mobilità integrativa alla sola viabilità automobilistica spendendo i soldi, certamente assessore Melasecche, ma spendendoli bene”.