Privacy, un termine ormai comunemente usato nel linguaggio corrente, che ci fa subito pensare a un insieme di elementi che appartengono alla nostra sfera personale, quella più intima, che ricolleghiamo alla nostra vita privata e a quella pubblica, nonché all’ambito lavorativo. Parti di un quotidiano che cerchiamo di proteggere nel miglior modo possibile, soprattutto dopo l’avvento dei social network, divenuti parte integrante della nostra routine, fino a trasformarsi, tra un lockdown e l’altro, nell’unica fonte di contatto sociale da vivere “pienamente” e senza timore.
Eppure, la parola “privacy” racchiude in sé molti più significati di quel che pensiamo. A spiegarcelo sono Michela Morucci e Maurizio Todini, co-fondatori di Universo Privacy, realtà nata con l’intento di fornire un approccio chiaro e sistematico al poliedrico quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, che opera principalmente tra Umbria e Lazio.
“La privacy è prima di tutto un concetto, quello della riservatezza, quello della tutela della nostra identità, è tutto ciò che viviamo quotidianamente quando decidiamo, più o meno consapevolmente, di dare i nostri dati nelle mani di un’altra persona”.
Quali misure possiamo adottare per tutelare la nostra privacy?
Avocato Todini: “Il primo passo è quello di valorizzare i nostri dati personali, essere consapevoli della loro importanza. Le nuove tecnologie hanno provocato un cambio di paradigma, una vera e propria rivoluzione culturale e dobbiamo prestare la massima attenzione e la massima tutela nel comunicare i nostri dati, anche se si tratta “semplicemente” di un social”.
Cosa si intende per dati personali? E quali sono i dati sensibili?
Dottoressa Morucci: “I dati personali sono tutte quelle informazioni che ci permettono di identificare direttamente o indirettamente una persona. Non solo il nostro nome e cognome, ma anche una foto, un’ email, il nostro codice fiscale o la targa della nostra macchina sono dati personali, perché permettono di risalire alla nostra identità. Mentre i dati “particolari”, comunemente definiti sensibili, sono quelli che riguardano la nostra sfera più riservata, come i dati genetici, i dati biometrici, quelli che rivelano il nostro orientamento sessuale o il nostro stato di salute.
Condividere i propri dati o rispondere a questionari online a quali “rischi” ci espone?
Avvocato Todini: “I rischi ci sono inutile negarlo. Prima di condividere i propri dati o rispondere ad un questionario on line, dovremmo sempre leggere l’informativa, cioè quel documento che ci spiega come verranno conservati e trattati i nostri dati e per quali finalità siano richiesti. Quindi verifichiamo sempre prima di dare i nostri dati, e se un sito non riportasse una chiara informativa su come e per quanto tempo tratterà i nostri dati, è già un segnale di poca serietà. Il principio alla base della normativa sul trattamento dei dati personali è quello del consenso, lo sfruttamento dei nostri dati può avvenire solo previo nostro libero, informato, specifico ed inequivocabile consenso”.
Ogni nostro curiosare nel web viene memorizzato dai motori di ricerca? Quando navighiamo diamo, un involontario e tacito consenso alla profilazione delle nostre scelte? Si può affermare che questa potrebbe essere una violazione della nostra privacy?
Dottoressa Morucci: “Ogni volta che ci colleghiamo alla rete i nostri “movimenti” vengono tracciati: su ogni sito esistono, e sono assolutamente legali, dei piccoli file che “studiano” le nostre scelte e le nostre preferenze. Se fate caso, quando aprite per la prima volta un sito si apre un banner che ci avvisa della presenza dei famosi “cookie”. Qualora non voleste far tracciare i vostri movimenti, su ogni sito e su ogni motore di ricerca, è possibile disattivare i cookie sia tecnici, che di profilazione”.
Parlando sempre di navigazione in internet, capita ogni giorno di veder scorrere immagini e video di persone, spesso però pubblicati senza averne chiesto il consenso al diretto interessato. Esistono tutele in merito? La normativa privacy permette di far rimuovere questi contenuti?
Avvocato Todini: “La nostra rappresentazione fotografica altro non è che un nostro dato personale e, come tale, la sua diffusione in rete è legata al rilascio del nostro consenso. In ragione di ciò, potremmo diffidare all’immediata rimozione del contenuto ed eventualmente agire giudizialmente, per richiedere il risarcimento del danno subito”.
Se il fenomeno coinvolgesse i minorenni, il fatto sarebbe ancor più grave, si rischia di sfociare nel Cyberbullismo…
Avvocato Todini: “Nel caso del cyberbullismo, oltre a diffondere un contenuto senza il consenso del minore (o dei propri genitori), l’attività di diffusione viene svolta con lo scopo di ridicolizzare ed emarginare il minore. Il cyberbullismo, a seconda della tipologia di condotta tenuta dal colpevole, potrà configurare varie forme il reato, tra cui possiamo citare quello di diffamazione aggravata, molestie o disturbo alle persone, stalking”.
Universo Privacy opera su tutto il territorio nazionale. Come e quando nasce la vostra realtà?
Dottoressa Morucci: “Conosco l’avvocato Todini da molti anni, e tempo fa, ho scoperto che entrambi avevamo intrapreso un percorso di specializzazione in diritto della privacy ed entrambi siamo DPO Data Protection Officer. Io personalmente devo ringraziare la facoltà di Giurisprudenza di Perugia dove ho conseguito un corso di Specializzazione post lauream e ho avuto la fortuna di avere docenti veramente validi che mi hanno appassionato ancora di più alla materia. Da questo comune interesse abbiamo fondato Universo Privacy, una vera e propria alleanza professionale, nata per diffondere l’importanza della tutela dei dati personali e per affiancare le grandi aziende e le piccole e medie imprese, nel necessario adeguamento alle normative nazionali ed europee”.
C’è una regione in particolare da cui vi arriva una maggiore percentuale di richieste di consulenze? Per quanto riguarda l’Umbria?
Dottoressa Morucci: “Molte realtà della provincia di Perugia e tutta l’Etruria in generale, stanno mostrando uno spiccato interesse per la materia ed hanno capito l’importanza di adeguarsi alla normativa non solo per adempiere agli obblighi legislativi e non incorrere in pesanti sanzioni, ma anche perché hanno capito l’importanza della tutela dei dati personali”.
Infine, leggo sempre dal vostro sito “L’unica certezza in materia privacy è la costante evoluzione normativa e la conseguente necessità del corretto aggiornamento”…
Avvocato Todini: “La frase riportata conferma la necessità per aziende pubbliche e private e per chiunque gestisca dati personali, di adeguarsi in maniera fattiva alla normativa vigente. Ciò impone, peraltro, una continua formazione del personale ed una particolare attenzione all’evoluzione legislativa e giurisprudenziale. La normativa europea in materia di dati personali (GDPR 679/2016) è ormai da anni in vigore nel nostro Paese, e ancora tante realtà, sia nel pubblico che ne privato, devono ancora realmente adeguarsi, esponendosi, di fatto, al pericolo di pesanti sanzioni economiche”.
Foto di copertina: agendadigitale.eu