PERUGIA – Nella mitologia indiana il dio Vishnu dorme fra le pieghe del tempo tra le spire del serpente cosmico Ananta, nello spazio tra una creazione e l’altra ed il suo respiro è regolare, sonoro, ritmico.
Dentro di sé ha l’universo.
Nelle pause tra inspirazione e espirazione sono contenute la vita e la morte, la creazione e la distruzione del mondo.
Nella Grecia classica la Pneumatologia (da pneuma, spirito e logos, discorso) era la scienza che studiava il principio vitale delle sostanze spirituali ed il respiro era considerato proprio una di quelle: interagiva attivamente con l’universo, inteso come un enorme organismo vivente che respira l’aria che lo circonda, e l’aria circostante ma anche con quello degli altri, scambiandosi informazioni e saggezza, ritornando indietro migliorato e sapiente.
Ed in effetti il respiro è anche legame, relazione e accettazione dell’altro, è rendersi conto che tutto intorno a noi respira, i boschi, il mare, siamo tutti parte di un unico grande sistema.
Anche scientificamente con il respiro ci colleghiamo al mondo vegetale in un essenziale scambio di ossigeno e anidride carbonica.
Il respiro dà vita al corpo ed è la prima cosa che cambia in sintonia con i cambiamenti del nostro stato d’animo: avere il fiato corto, trattenere il respiro, da togliere il fiato
Ma il respiro è anche mezzo di diffusione di virus, tematica ora più che mai drammaticamente attuale, e di fatto ci manca proprio il fiato di fronte a tutto questo in una sorta di vicolo cieco mondiale.
Nell’ultimo anno abbiamo visto come le nostre vie respiratorie, già compromesse dagli ambienti insalubri e inquinati nei quali viviamo, siano facile preda della malattia e in molti ci stiamo chiedendo come fare per poter tornare a respirare la vita pienamente.
Un aiuto concreto per numerose problematiche respiratorie ci viene proprio da ciò che abbiamo sotto gli occhi e diamo ogni giorno per scontata: ancora una volta la natura. Secondo l’US Forest Service, il Servizio forestale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, un’agenzia che gestisce le foreste e le praterie nazionali del paese, le foglie sono in grado di rimuovere sostanze inquinanti causa di svariate patologie, tra cui quelle polmonari, e si stima che la presenza di alberi aiuti anche nella prevenzione.
Senza dimenticare che il contatto con un ambiente naturale sano è fondamentale per il respiro dell’anima, oltre che per quello del corpo.
Tra incendi, deforestazioni, emissioni di CO2 alle stelle, riusciremo a ricomporre un nuovo modo di stare al mondo e un pianeta più respirabile per tutti?
Nonostante l’Italia sia un paese poco rispettoso del patrimonio boschivo (secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, si sono consumati nel 2019 57 milioni di metri quadrati di suolo, al ritmo di 2 metri quadrati al secondo) parallelamente si sviluppano idee e azioni concrete e positive.
Per esempio il progetto dei Borghi del Respiro, “un’iniziativa per favorire la tutela ambientale e uno sviluppo e turismo sostenibile nei distretti di conservazione dell’aria di qualità per il benessere respiratorio umano” .
Ad agosto dello scorso anno 15 comuni del Centro Italia si sono riuniti ed hanno siglato “Il Patto del Respiro” con il quale “si sono impegnati formalmente ad offrire a residenti e turisti servizi dedicati alla salute respiratoria ma non solo”. Sono piccole realtà rurali e montane di grande valore ambientale e a rappresentare l’Umbria troviamo Cascia, Sigillo, Passignano e Nocera.
Il termine per la presentazione delle nuove candidature per entrare a far parte del progetto scadeva il 31 dicembre, restiamo in attesa di scoprire eventuali novità.
Francesca Verdesca Zain