Tredici cortometraggi di cinque minuti ciascuno: gli studenti realizzano sogni cinematografici con le Porte del tempo

TERNI – Nella mattina di martedì 5 dicembre, il Cityplex Politeama ha ospitato Le porte del tempo, conclusione di un percorso di formazione in ambito cinematografico che ha coinvolto sei scuole del territorio, 14 classi e 250 studenti e studentesse. Tredici i cortometraggi proiettati, della durata massima di cinque minuti, risultato di oltre 50 ore di incontri, 14 passeggiate fotografiche e centinaia di ore di preparazione, tra scrittura, riprese e montaggio.

Un intenso lavoro sul territorio che ha coinvolto i più giovani alla ricerca e alla scoperta delle storie che ne costruiscono l’identità per poi rielaborale in chiave futuribile tra utopie, scenari da incubo e universi paralleli. “C’è stata un grande lavoro di ricerca sul territorio e sul tempo” ha sottolineato Vilma Toni, dirigente dell’Istituto Comprensivo G. Marconi di Terni, capofila del progetto “due elementi con cui i ragazzi hanno giocato e intorno ai quali, hanno poi realizzato i cortometraggi”.

Nel percorso sono stati coinvolti anche lo sceneggiatore Leonardo Valenti e i registi Alessandro Pambianco e Lorenzo Tardella. Tutti gli episodi vedono, in una chiave molto particolare, la partecipazione dell’attrice Cecilia Di Giuli e una sigla ispirata ai titoli della famosa serie Ai confini della realtà.

 

 

Abbiamo raggiunto Pierluca Neri, responsabile del progetto e esperto di didattica cinematografica, che con PARS Film si occupa da oltre quindici anni di progetti cinematografici nelle scuole.

Le porte del tempo è un progetto collettivo, come lo avete realizzato e qual è stata la risposta?

Questo progetto è una tappa di un percorso iniziato ormai da qualche anno, con questa stessa rete di scuole, con cui avevamo già realizzato un progetto nel 2018, che si chiamava I cinque elementi, e a distanza di qualche anno abbiamo pensato di riproporre questa rete con una nuova progettualità, sempre incentrata sul racconto del territorio trovando però una chiave diversa. Vista la passione che i ragazzi nutrono per il fantasy e la fantascienza, abbiamo pensato di usare tre parole difficili: utopia, distopia e ucronia. Abbiamo così avviato un percorso che è durato un anno, dove l’idea di base era trovare una chiave di lettura del territorio che potesse essere stimolante per i ragazzi anche se, nell’immediato molto difficile, perché gli abbiamo fornito tre parole di cui ancora non conoscevano il significato.

Ucronia in particolare, è un termine difficile.

Dei tredici cortometraggi che abbiamo realizzato, solo uno parla di ucronia pura, un’idea molto carina: cosa sarebbe accaduto se Curio Dentato non fosse mai arrivato a Terni? Cosa sarebbe la città oggi senza la cascata delle Marmore? Il risultato è stato molto divertente, abbiamo fatto un esercizio di creatività nell’immaginare anzitutto perché e abbiamo avuto anche l’aiuto di diversi professionisti che lavorano alla cascata – naturalisti, geologi. Abbiamo così immaginato una Terni con la palude più grande del mondo, la città diventata un piccolo borgo ai margini di questa. Naturalmente un gioco che però ha una sua credibilità scientifica.

Voi da oltre quindici anni vi occupate di progetti di cultura cinematografica nelle scuole. Quanto bisogno c’è di fare cinema in questi contesti?

Tanto, per due motivi principali. Il primo riguarda il fatto che viviamo immersi in un mondo di immagini, molto belle e seducenti, ma che possono anche ingannare; fornire uno strumento che aiuti a saperle leggere e decodificare significa fare in modo che quelle immagini poi non ingannino. Il secondo, è che noi non abbiamo un approccio professionalizzante, noi lavoriamo con le scuole dell’infanzia, con le primarie e le scuole medie, non stiamo formando registi, sceneggiatori e attori. Noi usiamo le enormi potenzialità del linguaggio cinematografico per fare gioco di squadra, per sviluppare l’apprendimento cooperativo perché ogni volta, creiamo delle piccole troupe dove ognuno si può esprimere. Questi sono percorsi dove si creano dinamiche molto inclusive, succede spesso che l’ultimo della classe trovi qui un campo in cui esprimersi, in cui sapersi far valere. Con questi percorsi facciamo scoprire anche la fatica del fare cinema, perché è impegnativo quando giriamo, una fatica molto costruttiva di cui i ragazzi riscoprono poi il senso, vedendo il prodotto finito. Per noi è fondamentale girare con i ragazzi e ci arriviamo fornendo prima degli strumenti teorici però il momento pratico è, non solo molto divertente, ma è anche il momento in cui senza bisogno di troppe parole, tutti gli sforzi fatti si riconducono a una unità, prima nel farsi poi nel rivedersi.

 

 

Progetti per il futuro?

Abbiamo in corso alcuni progetti con altre scuole e poi ci aspetta tanto lavoro. A breve uno con le primarie di Spoleto per un bando Siae sugli effetti speciali e poi una grande sfida: fare didattica del cinema negli asili nido, a partire dai sei mesi di età, a Terni con il circuito dei servizi educativi comunali.

Martedì, oltre alla proiezione dei cortometraggi, sono stati esposti anche i reportage fotografici realizzati con la guida del fotografo Luca Santese e le sonorizzazioni effettuate con la guida del sound artist Federico Ortica. Inoltre, sono stati premiati i ragazzi vincitori del concorso per il logo del progetto che hanno ricevuto in premio, dei biglietti per andare al cinema.

Le porte del tempo è un’iniziativa realizzata all’interno del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso da MiC- Ministero della Cultura e MIM – Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il progetto è stato realizzato dall’Istituto Comprensivo Marconi di Terni in partnership con Istituto Comprensivo De Filis di Terni, Istituto Comprensivo Fanciulli di Arrone, Istituto Comprensivo Oberdan di Terni, Istituto Comprensivo Petrucci di Montecastrilli e I.I.S.P.T.C Casagrande-Cesi di Terni.  Partner del progetto sono stati anche Comune di Terni, Comune di Arrone, Comune di Ferentillo, Comune di Montecastrilli, ASC – Associazione Scenografi e Costumisti che ha condotto due partecipati incontri con gli studenti, la società PARS Film che si è occupata della parte didattica, il Cityplex Politeama di Terni che ha ospitato tutte le proiezioni.

Sara Costanzi: Metà Italia, metà Svezia, vivo di cultura. Ho una laurea in teatro contemporaneo. Animalista e amante della natura, mi appassionano le storie, la storia, la musica, l’arte, il cinema e il teatro.