Trasimeno Prog Festival: intervista a Enrico Olivieri, Metamorfosi

Eccoci al penultimo appuntamento con le interviste agli artisti presenti alla seconda edizione del Trasimeno Prog Festival, già in programma alla Rocca Medievale di Castiglione del Lago fino al 22 agosto.

Siamo oggi in compagnia di Enrico Olivieri, leader e tastierista dei Metamorfosi, gruppo che suonerà sabato 21 agosto alla seconda edizione del Trasimeno Prog Festival.

Cosa puoi dirci della tua formazione musicale?

Ho studiato pianoforte sin dalla età di cinque anni ed ho fatto gli esami presso il conservatorio Francesco Morlacchi di Perugia ed il conservatorio Licinio Refice di Frosinone. Ho studiato Armonia e Composizione con il maestro Gianpaolo Chiti, docente di Composizione presso il conservatorio di S. Cecilia in Roma. Ho seguito fin da giovane la musica rock e la musica classica con una particolare attenzione a Bach, Beethoven e ad autori di musica contemporanea quali Stockhausen, Berio, Nono. Ho imparato molto dai brani di Keith Emerson, Rick Wakeman ed Oscar Peterson.

Se ti nomino i Frammenti … cosa ti viene in mente?

I Frammenti sono stati un gruppo amatoriale che eseguiva cover di musica beat e rock alla fine degli anni ’60. L’evoluzione del gruppo è stata Metamorfosi con la sostituzione di alcuni elementi. Abbiamo suonato spesso nei “locali” dell’epoca ma non abbiamo mai avuto un’esperienza discografica.

Con l’arrivo di Jimmy Spitaleri cambia la fisionomia del gruppo, e pure il nome; da gruppo che fa cover inglesi cosa divenite ?

Una formazione di quattro elementi: tastiere, basso, batteria e voce. Il linguaggio musicale passa al rock progressive con una forte matrice classico / melodica basata su una ritmica rock con sfumature jazz e sinfoniche.

1972, il primo album “… e fu il sesto giorno”. Quale la genesi?

E fu il sesto giorno è stato un album di transizione. L’incontro con Jimmy ci ha portato ad eseguire molti brani che lui aveva nel cassetto da anni con l’aggiunta di altri composti insieme. Il carattere musicale di questi brani è molto più morbido rispetto ai lavori successivi ma già contiene pillole di progressive seppur sovrastate da una matrice beat / rock.

Soltanto un anno dopo inizia il vostro percorso con Dante e la Divina Commedia con il concept “Inferno”, come mai questa scelta?

Io e Jimmy eravamo particolarmente attratti dall’opera del Sommo Poeta ed abbiamo rivisitato l’Inferno della Divina Commedia componendo brani di condanna e di protesta così come era uso comune dell’epoca. Correvano gli anni ’70. Abbiamo anche attualizzato il suo schema aggiungendo alcuni gironi come quelli degli “spacciatori di droga” e dei razzisti”. Il Purgatorio ed il Paradiso sono stati una logica prosecuzione per completare l’opera.

Cosa accadde poco dopo la pubblicazione dell’album?

Dopo la pubblicazione di Inferno abbiamo partecipato a molti dei festival e raduni di quegli anni, fatto piccoli tours insieme ad altri gruppi come Flea on the Honey, Garybaldi,                 Raccomandata con ricevuta di ritorno ed altri. Purtroppo la casa discografica, la Vedette Record, non ci supportò ed il gruppo, dopo circa due anni, si sciolse.

Quindi un lungo periodo nel quale il gruppo di fatto non esiste più; quale la molla per il rientro in campo e perché all’inizio degli anni 2000 la scelta di continuare con Dante e il “Paradiso”?

Il ritorno di Metamorfosi nel 1996 è stato fortemente voluto da me e Jimmy ed un nostro caro amico giornalista e organizzatore di eventi, Guido Bellachioma. Eseguimmo Inferno al Festival prog del Testaccio Village a Roma. Da quell’evento, con i nuovi compagni d’avventura Leonardo Gallucci al basso e Fabio Moresco alla batteria, riprendemmo l’attività concertistica e compositiva fino ad arrivare all’uscita di Paradiso nel 2004 e Purgatorio nel 2016.

Jimmy Spitaleri entra nelle Orme ma ciò non pregiudica la vostra attività e prima pubblicate il live “La chiesa delle stelle” quindi il terzo capitolo dedicato a Dante “Purgatorio”; che puoi dirci di questi due lavori?

La Chiesa delle stelle non è altro che una registrazione dal vivo di Paradiso nella chiesa romana di S. Galla. Abbiamo eseguito Paradiso con un organo a canne a trazione meccanica, un pianoforte a coda, una chitarra classica e percussioni elettroniche. È stata una esperienza unica ed entusiasmante considerato anche l’utilizzo di strumenti così diversi fra loro.  Purgatorio è la nostra opera più vicina alla stesura di Dante Alighieri, per i testi e per il rispetto delle ambientazioni contenute nella cantica. Il lavoro sicuramente più maturo. Il  contenuto musicale è fortemente classicheggiante pur mantenendo la radice prog.

E siamo all’attualità: come avete vissuto il periodo del lockdown?

Malissimo come tutti. C’è stato però più tempo da dedicare allo studio musicale ed alla composizione. A breve presenteremo nuove opere per le quali, al momento, vogliamo             mantenere l’incognito.

Tornate live proprio in questo periodo, che effetto fa?

Un effetto di liberazione e di rinnovato vigore. Riversiamo sugli strumenti una carica amplificata dal lungo periodo di astinenza. Per paradosso, i concerti hanno una intensità  maggiore del solito nonostante la lunga sosta subita.

La serata nella quale suonerete sarà non a caso intitolata “Il prog incontra Dante” e presenteremo un libro sull’argomento “Dante e l’armonia delle sfere. Il rock progressivo ed altri percorsi”; ne conoscevi l’esistenza? 

Si, ma non ho mai avuto il tempo di leggerlo. Coglierò l’occasione del concerto per acquistarlo da voi.

Siamo arrivati in fondo alla nostra chiacchierata. Progetti?

Come accennato prima l’uscita di una nuova opera che però non ha nulla a che vedere con Dante e concerti all’estero se questa maledetta pandemia si placherà; intanto vi aspettiamo sabato.

Ringraziamo Enrico Olivieri per la disponibilità e gentilezza. Ricordiamo il concerto dei Metamorfosi avrà luogo il 21 agosto, terza serata della seconda edizione del Trasimeno Prog Festival, all’interno della serata “il prog incontra Dante”.

Alfredo Buonumori: Perugino, diploma di maturità classica, commerciante per una ventina d’anni, da sempre appassionato di musica (tutta quella bella), ma il cuore batte più forte per il progressive rock, il primo amore, e per il jazz. Dal 2019 fa attivamente parte di un’associazione culturale-musicale che si occupa della diffusione della musica progressive rock.