PERUGIA – Il Teatro di Sacco c’è. Presentata nella sua sede storica, Sala Cutu, la XXVI edizione della Stagione “INDIZI 21.22, equilibristi involontari“.
IL PROGRAMMA
L’11 dicembre con il gioco tutto al femminile di Giulia Zeetti / Caterina Fiocchetti ne “la città delle donne” dove le due attrici (umbre e di riconosciuta qualità) incontrano il mito e descrivono la visione polarizzata di Fellini sul femminile.
L’8 gennaio, è “io non sono granturco, quando l’America sospese la democrazia” di Antonio Mocciola, con Serena Borelli e David Marzi per la regia di Giorgia Filanti. Nell’anno che ha cambiato la storia del mondo, il 2001, si svolge il dramma di Hassan Shafei, 30 anni, che finisce nel mirino dell’FBI per sospetto collaborazionismo con Al – Qaeda dopo le stragi dell’11 settembre.
Il 22 gennaio una celebrazione della memoria civile con “r1kordami”, da un’idea di Antonio Fresa con Massimo Manini e Cristina Caldani, un altro duo umbro, che racconta la vicenda di una famiglia rendendo universale un dramma che è appartenuto a diverse culture.
Il 5 febbraio viene presentato “le ta me”, una retrospettiva sulle sensazioni e sulle nuove emozioni nate nel primo lockdown fino alla nuova normalità con Fabio Camassa e Antonio Demian Aprea, musiche ed esecuzioni live di Federico Lisi per la regia di Nicholas Gallo.
Il 26 febbraio Giuseppe Provinzano, cantastorie siciliano, racconta in “GIotto” la ferita ancora sanguinante vent’anni dopo il G8 di Genova; poi “la moglie perfetta”, commedia straniante, di e con Giulia Trippetta, (un altro talento umbro) un seminario intensivo (per sole donne) di preparazione al matrimonio.
Il 13 marzo conosceremo gli intimi orrori che Linda Caridi, attrice emergente e talentuosa, già presente significativamente in produzioni tv e cinema, incarna ne “IL BAMBOLO” di Irene Petra Zani per la regia di Giampiero Judica.
Indizi dedica spazio allo “strano caso” di Stefano Baffetti, altro attore/narratore umbro, con il proprio singolare repertorio.
Marzo si chiude con la danza d’autore di Paolo Rosini che, con Chiara Tosti, propone la tensione ad antica origine di “oriri”.
Dalla danza contemporanea ad una ricerca affannosa, penosa, ma obbligatoria, di un’identità, professionale e di personaggio, sulle tracce di Ingmar Bergmann con “persona_21” (la seconda nuova produzione Teatro di Sacco) che debutta il 23 aprile con Diletta Masetti e Giulia Trippetta per la regia di Roberto Biselli.
Indizi chiude a metà maggio con un appuntamento dedicato ai bambini “il compleanno dello scoiattolo” con Carmela De Marte e Federica Ferrari: si tratta di uno spettacolo che, attraverso il linguaggio del teatro delle ombre, si rivolge all’infanzia: la drammaturgia è di Enrica Carini, la regia di Federica Ferrari e musiche di Lorenzo Monguzzi, un’altra produzione “speciale” di Teatro di Sacco.
La rassegna propone anche tre appuntamenti musicali con Mirco Bonucci, Claudia Aliotta e Gianfranco De Franco, tre originali musicisti che gravitano nel nostro territorio. Ascolteremo il 4 dicembre “De Andre’ e l’amore” di e con Mirco Bonucci, special guest Maurizio Pasqui, il 16 gennaio “i love gershwin” di Claudia Aliotta, accompagnata al piano da Sebastiano D’Onofrio, il 20 febbraio Gianfranco De Franco play Lynch – sonorizzazione live di “the grandmother” e “dumblad”.
A illustrare il programma, con il supporto di Biancamaria Cola, è stato il direttore artistico Roberto Biselli che, nel ringraziare il Comune di Perugia per il sostegno, ha espresso soddisfazione per essere riusciti ad organizzare la 26^ edizione nonostante le note difficoltà dovute al perdurare della pandemia. Un’edizione che consente di raccontare e valorizzare ulteriormente l’esperienza del Teatro di Sacco, spazio indipendente, che si arricchisce di contaminazioni provenienti da tutta l’Umbria ed anche oltre. Non mancheranno momenti dedicati alla musica per un esperimento destinato a proseguire nel tempo.
Infine il senso del titolo “equilibrismi involontari”: ciò è dovuto ai “salti mortali” che il mondo della cultura è costretto a fare ormai da tempo a causa degli effetti deleteri legati alla pandemia. A questo proposito tutto lo staff del Teatro di Sacco, ma anche il regista Sepe hanno rivolto un appello alle Istituzioni sia nazionali che locali affinché il mondo della cultura non venga dimenticato e possano arrivare, per l’effetto, risorse utili per non costringere molti alla chiusura forzata. “Indizi 21.22 manifesta il come ci sentiamo tutti, in condizioni di fortuito precariato emotivo, sociale, economico, culturale, personale, trovandoci in un difficoltoso equilibrismo, non certo voluto e dunque involontario. Se la condizione di disequilibrio è foriera di processi artistici di grande efficacia, poiché principalmente in questa condizione diviene quasi necessario comunicare in chiave rappresentativa, allora forse si deve “utilizzare” l’arte performativa dal vivo per costruire processi che intervengano sulle problematicità, le mettano in evidenza e le rendano fruibili e condivise da tutta la comunità. Come sempre, con poche risorse ma molte idee, sveliamo il fuoco sotto questa superficie che ci appare ogni giorno più superficiale e inadeguata al nostro voler vivere civile. E come sempre poniamo molta attenzione a ciò che l’Umbria offre e propone”.