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Tra Castel Fantellino e Calcara il fantasma della fanciulla sonnambula

USSITA – La tradizione popolare racconta storie fantastiche e misteriose tali da incuriosire gli appassionati del fantastico in tutte le epoche. Ci trasferiamo sul confine marchigiano, una bella escursione, immersi il verde dei boschi tra Castel Fantellino e Calcara, solcando una stradina, costeggiata da alberi secolari, fiori selvatici, erbe medicinali.

Castel Fantellino immerso nel verde

Qui incontriamo un fontanile, un tempo adibito a lavatoio la cosiddetta “fontana del fantasma“. La leggenda vuole che una ragazza che soffriva di sonnambulismo sia scomparsa una notte sul sentiero ed il giorno dopo il volto del fantasma era visibile sulla fontana. Ancora oggi, qualche anziano abitante del luogo riferisce che è possibile vedere il fantasma sulla pietra nel retro della fontana. Il castello Fantellino, sorse per volontà del duca di Camerino Rodolfo II Varano nel 1380 sul versante del monte Bove. Quello che oggi ne rimane e soltanto un avanzo di torre martoriata dai continui terremoti. Ma il castello un tempo era assai vasto e potente. Alberto Fabbi scrisse che, in origine, il castello, per quel che ne rimane,  aveva una estensione a forma trapezoidale con abitazioni e casareni, la platea, la chiesa di San Nicolo’, il palazzo della Guaida, la cisterna. Archi e porte di accesso.

Castel Fantellino

Il castello era munito di un fossato con ponte levatoio. Nello stemma sono raffigurate le tre cime del monte. I consigli erano formati da 24 focolari, la cernita con otto Massari detto consigli dei ventiquattro e consiglio degli otto. Tutto era moderato da un vicario notaio cancelliere, inviato dal comune di Visso. Il vicario era coadiuvato da un camerario tesoriere, due baiuoli, tredici viari, valdari, e 4 pacieri.

Antico arco d’accesso a Castel Fantellino

Il castello seguì le vicende dei Varano, dei Trinci, di Francesco Sforza del XV secolo. Tragica fu la carestia e la pestilenza che falcio’ molte vite nella valle e per questo, spesso, appaiono nelle stupende chiese della valle ussitana affreschi riproducenti i Santi Sebastiano e Rocco (intercessori contro la peste, colera e carestie). Le varie  comunità della zona per venire incontro ai poveri e bisognosi istituirono, nella prima meta’ del XVI secolo il Monte Frumentario, e i vari Ospizi per ricovero, come quello di San Ippolito con le aggregate confraternite. Interessante, nella vicina Casali,  la chiesa di Sant’ Anastasio. Una antichissima cella benedettina già esistente nel 1115. Tutta in pietra, romanica, campaniletto a vela e una absidiola. Fu consacrata nel 1093. Per finestre tre feritoie che permettono di filtrare fioca luce. L’ altare di contenute dimensioni in pietra e alcuni reperti preromanici scolpiti a treccia e cantaro risalenti al IX  secolo. Insomma un excursus storico ambientale ragguardevole, soprattutto per la salubrità dell’aria. Qui si possono trovare funghi di ogni specie, bacche gustose e si possono incontrare particolari  animali protetti: volpe, lupo istrice, cinghiale e gatto selvatico, e in cielo l’aquila reale, falchi e poiane. Occorre quindi usare attenzione all’ambiente circostante con tutte le dovute accortezze. Ricordiamo che qui troneggiano i picchi del monte Bove (2113 metri di altitudine), monte Bicco (2052 metri) e  monte Cornaccione e, di questo periodo, già c’e la neve. Buona passeggiata, tra le cime già innevate.

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