PERUGIA -La stagione Tourné 2023/2024 si arricchisce di nuove proposte destinate a calcare il palco dell’auditorium San Francesco al Prato di Perugia: si tratta di Roberto Mercadini, Francesco Dragogna e il duo Filippo Timi e Emanuele Cisi (nella foto di copertina). Appuntamenti realizzati in collaborazione con il Comune di Perugia.
Si inizia il 7 marzo alle 21 con “Fuoco nero su fuoco bianco” di e con Roberto Mercadini. «Racconto tentacolare dalla Bibbia ebraica – le parole dell’artista – Nella Bibbia Ebraica c’è l’umorismo ebraico. Se l’affermazione precedente vi ha sorpreso, forse non avete mai letto per intero l’esilarante storia del duello fra Davide e Golia, non sapete perché Isacco si chiama così, né quale feroce satira antimonarchica si celi dietro il nome “Saul”. La tradizione ebraica descrive la Bibbia come fuoco nero su fuoco bianco». Se l’affermazione precedente vi ha sorpreso, forse non sapete di quale incandescenza rifulgano le visioni di Isaia, il grido di Kohélet e molte altre cose».
Mercadini ha tracciato «un monologo, un viaggio fra gli infiniti possibili dentro la Bibbia. Il libro di Giona è la rotta seguita in questa navigazione attraverso il tempestoso mare della sapienza ebraica. Ad ogni capitolo si tocca un porto e si spalanca un mondo. Così: 1) Nel mare (elogio dell’inettitudine) 2) Un pesce grande (la poesia) 3) Ninive è rivoltata (i profeti) 4) È bene infuocarsi (dialoghi indomabili)».
Il 19 marzo alle 21 sarà la volta di “Quello che ho capito di De André” con Federico Dragogna, penna e chitarra dei Ministri e penna, chitarra e voce di sé stesso, in mezzo alla sua attività di concerti e scrittura, si è ritagliato il tempo per la costruzione di uno spettacolo che, come afferma lo stesso Dragogna, non è un concerto «anche se della musica c’è», non è un reading «anche se ho dei fogli davanti: di sicuro c’è la mia voce, la sua e quella del tempo in cui siamo tutti immersi».
Uno spettacolo dove più arti si mescolano senza mai nessuna dominare sulle altre. Assolutamente non una lezione o un memoriale parlato, semplicemente delle parole su quello che l’artista ha capito dell’altro artista. Oggi forse lo definiremmo un podcast, con tanto lavoro di ricerca e di materiali storici, che diventa ora un concerto ora una confessione, mescolando rigore filologico e passione, come nelle biografie di Carrère. Parla solo una persona ma è come se parlassero in cento perché alla fine le domande che usciranno, cercando di comprendere l’arte di De André, potrebbero essere quelle che ognuno dei cento si è posto a casa propria, nella propria automobile o nel proprio posto di lavoro. Ovunque.
Il 30 marzo spazio a uno degli attori più amati in Umbria, il perugino Filippo Timi e al musicista jazz Emanuele Cisi con “Far away”, progetto che nasce da una profonda riflessione sull’inedito momento storico che stiamo vivendo, con protagonista la lontananza, declinata in tutte le sue accezioni: quella fisica, all’interno delle relazioni umane, dell’isolamento spirituale, della fuga verso la libertà. Perfetto dunque, l’incontro e la sinergia artistica e umana tra Filippo Timi e Emanuele Cisi, che ha dato vita a racconti poetici scritti e recitati da Timi sulle musiche firmate da Cisi, scandendo gli umori e i vari significati della lontananza.
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