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Torna il 9 e 10 agosto la festa di San Lorenzo a Terria fra tradizione, arte, natura

FERENTILLO – Festa ogni anno a Terria per il patrono San Lorenzo.  Il prossimo 9 e 10 agosto, musica, degustazioni e momenti religiosi oltre a giochi popolari. Il progetto è organizzato dai Santesi in collaborazione con la Proloco e Comune. Quindi, e non poteva essere altrimenti, in piena attività la famiglia di Piermarini Primo legata da tantissimi anni e da generazioni a questo piccolo borgo aggrappato sulla rupe del colle la Bernara. In questi giorni il paese si riempie di cittadini che ritornano alle loro case paterne per rivivere quei momenti e affetti cari  di quel tempo passato. Ma andiamo a conoscere il luogo.

Il paesino, frazione del comune di Ferentillo è diviso in due nuclei: Terria e De Cuntra. Sono attraversati da un corso d’acqua a carattere torrentizio, stagionale, proveniente dalle alture dell’Aspra. Un luogo fantastico, ad alta valenza ambientale e storico artistica per la presenza di due testimonianze spirituali come la chiesa romanica, con forti interventi strutturali e manutentivi nel ‘500, la parrocchiale di San Lorenzo, dove si svolgerà la festa,  e la cappella votiva della Madonna del Rosario. Andiamo con ordine. Qui siamo a quota 425 metri di altitudine, di fronte, a Monte Borcino. La parte più antica, ossia quella che presenta le sue caratteristiche originali, è di impianto triangolare con al culmine la torre quadrata, di recente restaurata, tutta realizzata in pietra locale. Aggrappato al poggio, l’abitato che segue il pendio della montagna tra ulivi e querce secolari. Archetti e mensoloni, stretti vicoletti a ventaglio tengono insieme le antiche abitazioni in pietra, per la maggior parte restaurate. In alcune di esse, sulle facciate, nicchie con alcune immagini votive. Le stradelle in selciato in pietra, si inerpicano fino a raggiungere la torre, possente e massiccia, la quale mostra ancora la pusterla e alcune feritoie. Fin dal medioevo, essa serviva, non solo come punto di vedetta, ma anche per dare un rifugio agli abitanti in caso di assalti da parte dei nemici e successivamente verso il XVIII secolo dei briganti provenienti dalla montagna.

La chiesa di San Lorenzo, è posta sulla collinetta subito fuori l’abitato, ed è veramente un gioiello da visitare in questi due giorni. Impianto  tardo trecentesco, anche se alcuni rimaneggiamenti furono eseguiti sullo scorcio del XVI secolo, con ampliamenti soprattutto nella parte absidale. Luogo silenzioso, mistico e solitario, circondato da un vellutato  praticello di verde,  dove in primavera è ammantato di margherite  e giunchiglie. La  facciata si presenta ancora integra, portale in pietra, campaniletto a vela con campane. Oculo centrale in pietra levigata e due piccole finestre con grata. L’ interno, ad unica navata, con copertura a travi e pianelle, il pavimento è originale in pietra.

Al centro l’altare maggiore con una ricca pala incorniciata e intarsiata in legno dorato raffigurante su tela la Madonna col Bambino tra i Santi Lorenzo e Lucia. Dipinto della fine del XVI inizi del XVII secolo. La Madonna, rialzata da terra e  seduta su un trono,  tra nuvole e teste cherubiche, dall’ aureola raggiante di luce, mostra il Bambino Gesù nudo, ritto e benedicente sulla gamba destra. Il Bambino mostra sul decolté una collanina di perline di corallo rosse, dove appeso e un ciondolo di piccola croce;  con la sinistra invece mostra il globo. In basso le due figure per intero di San Lorenzo vestito con abiti diagonali, con la mano sinistra si appoggia alla graticola, (simbolo del suo martirio), con la destra sorregge il libro dei vangeli. A sinistra Santa Lucia vestita con una tunica verde stretta al giro vita e un manto dorato. Con la mano destra  sorregge il piattino con gli occhi (simbolo de suo martirio) con la mano sinistra il libro dei Vangeli.

L’altare di sinistra è un votivo, sulla parete incorniciato da stucchi è riprodotta, in affresco la Madonna del Carmelo tra i Santi Borromeo e Giovanni Battista, al centro, in basso il purgatorio e le anime purganti. L’altare era della famiglia Rosati  che lo restaurò nel XVII secolo (iscrizione in basso). Sul pilastro dell’arco, a sinistra è figurata, in affresco, una Santa Barbara con doppia torre del XVIII secolo a destra un San Lorenzo con graticola. La parte più interessante della chiesa sono senza dubbio,  i dipinti più antichi  che decorano l’absidiola. Nella nicchia e riprodotto il Cristo Maestro con la mano sinistra sorregge il Vangelo e la destra Benedice, due angeli miranti sono posti ai suoi lati. L’affresco risale al XV secolo e sotto e riportata la seguente iscrizione: HOC OPUS FECIT FIERI MASSARIS DE TERRIA SUB ANNO DOMINI 1494. Come detto, dopo i recenti restauri sono rinvenuti alla luce, sempre in questa parte absidale altri frammenti di affresco ancora più antichi come una data emersa 1490. Sotto la finestrina di destra  versante l’abitato, è riprodotta in affresco una Madonna col Bambino e San Lorenzo. In controfacciata il Fonte Battesimale (1649) con dipinto sul muro raffigurante il Battesimo di Gesù da parte del Battista nel Giordano. Affreschi che meritano un sostanziale recupero. Uscendo dalla chiesa, si imbocca una piccola mulattiera che attraversa l’abitato di De Cuntra, per poi raggiungere la cappella rupestre della Madonna del Rosario. Il piccolo edificio si incontra dopo aver superato un ponticello sul fosso. La cappella e’ incastonata tra alcune rimesse di animali e attrezzi agricoli, all’ inizio della scalinata in pietra  che immette all’ abitato di Terria. Una testimonianza di fede e religiosità popolare per i viandanti e contadini, che attraverso il sentiero, raggiungevano le loro abitazioni. La cappella è stata restaurata, di recente grazie all’interessamento della famiglia Piermarini Primo. L’ingresso è semplice. Porta rettangolare sviluppata in altezza, costituita da piedritti e un architrave semplice. In origine era a dimensioni più contenute costituita soltanto da una unica nicchia. Al suo interno affreschi votivi del XV-XVI secolo raffiguranti a destra, Stimmate di San Francesco datato 1513, a destra della porta di accesso invece in due riquadri e’ riprodotto un San Felice che uccide il drago e un San Elmo (Erasmo) forse secondo me, opera del Maestro di Eggi. Sotto al dipinto di Sant Elmo la scritta: HOC OPUS FACTA FARE FAMILIA ROSATI. Nella nicchia si possono scorgere altri frammenti di affreschi come un Cristo  Pantocratore.

Quindi due giorni da non perdere a Terria con le sue tradizioni, l’ambiente sano e tanta allegria.

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