Tiziana Rivale, la sua Umbria, la finalissima di Tale e Quale Sanremo e … Sarà quel che sarà

PERUGIATiziana Rivale tale e quale. Schietta. Autentica. Sincera. Entusiasta. Innamorata dell’Umbria. Sarà una delle protagoniste stasera, sabato 24 febbraio, della seconda e ultima puntata in onda su Rai Uno alle 21,25 di un altro tale e quale, in questo caso lo show di Carlo Conti, dedicato a Sanremo. Di cui, peraltro, Tiziana Rivale è stata una stella nel 1983 vincendo con “Sarà quel che sarà”. Canzone della quale, come avrete modo di leggere, non è che la Rivale abbia una storia totalmente esaltante da raccontare.
Innamorata dell’Umbria, dicevamo, come spiega in questa intervista.

– Che rapporto ha con l’Umbria?
E’ una regione fortunata.
– In che senso?
Quando mi è capitato di visitarla o di andarci per lavoro, pare di entrare in un altro mondo, dove trovi posti, luoghi, borghi ordinati. Dove trovi persone che sono attente al luogo in cui vivono, che ne hanno cura. Traspare un senso di rispetto per l’ambiente. Ed è una cosa che personalmente apprezzo moltissimo.
Per esempio il Lazio, dove sono nata, non è così ben tenuto.
Complimenti all’Umbria perché è un gioiellino.
– Domanda inevitabile: che ne pensa dell’ultimo Sanremo?
Veramente ho guardato solo l’esibizione di Loredana Bertè perché interpreterò lei in Tale e Quale Sanremo. Il resto francamente non mi interessava.
– Lei un Sanremo lo ha vinto, che ricordi ne conserva?
Ricordo che fu una vittoria del tutto inaspettata, voglio dire che fu una gara vera, come tutte le gare dovrebbero essere.
– Che intende dire?
A me pare che ci sia sempre un piccolo aiutino, quell’anno lì invece non fu possibile. Diciamo che io mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto. E, appunto, non mi aspettavo assolutamente la vittoria. Tanto è vero che i i discografici di allora non erano pronti, non avevano stampato il disco né provveduto alla sua distribuzione e mi ritrovai sballottata da un posto all’altro perché loro non avevano preparato un dopo Sanremo. Sciolsi il contratto per questo, perché non non mi sentivo supportata.
– Lei di questo Sanremo ne ha visto pochino, ma le dico che sono stati ripresentati brani di qualche tempo fa per essere celebrati; come nel caso di “Non ho l’età di Gigliola Cinquetti”. La sua “Sarà quel che sarà” ha compiuto 41 anni, un compleanno importante, credo. Che sensazione le suscita?
Beh, io inizialmente, l’ ho detto già altre volte, non volevo cantarla quella canzone perché non corrispondeva al mio genere musicale, perché io arrivavo dal rock.
– Lei faceva parte dei “Rockollection”…
Esatto. Quindi mi sentivo fuori luogo e non volevo cantarla; però poi Pinuccio Pirazzoli ha insistito dicendomi che dovevo cantarla per forza perché era da contratto. E quindi io, dopo aver pianto, l’ho cantata. Sono stata quasi costretta a cantarla e non ero convinta. Invece poi… buona la prima. Devo dire che Pirazzoli, questo sì, fece un arrangiamento meraviglioso e quindi da quel punto di vista è servito, peccato che i discografici non erano pronti e quindi se mi chiede che ricordo ne conservo, devo dire che mi hanno un po’ sciupato la bellezza di quella vittoria.
– Ha fatto poi pace con quella canzone?
Sì perché poi alla fine ci sono i fan e quando mi chiedo di cantarla lo faccio sempre volentieri, anche se rimane il fatto che è un genere in cui continuo a non rivedermi.
– Beh, a questo punto le devo chiedere qual è invece la canzone nella quale si rivede di più. C’è un brano suo che le piace particolarmente?
Diversi, nel mio genere, se ne devo indicare uno dico “Italo Dance” che porto nel mondo e che piace. Ad esempio è stata in classifica in Finlandia per diversi mesi, ma qui da noi non lo sa nessuno.
Così come in Messico, me la chiedono sempre, mentre quella di Sanremo mai.
Ho produzioni straniere sparse nel mondo per cui la Italo Dance mi rappresenta davvero. E’ tutto molto buffo, però è la realtà; oltre all’Italia c’è un mondo, e meno male. Mi fa piacere essere accolta in altri Paesi.
– Peraltro in Messico lei ha ricevuto il Disco d’oro alla carriera.
Sì, nel 2019, e io non mi aspettavo addirittura questo. Il motivo è che lì seguono da sempre la mia carriera fin dagli anni 80, e lì i miei dischi vengono apprezzati. Parlo dei vinili che in Messico vanno moltissimo perché in discoteca vengono screcciati e questo mi rende veramente orgogliosa.
Un altro riconoscimento, peraltro, lo ha avuto anche nel panorama cinematografico. Vero?
Sì, nel 2018 ho fatto parte del cast del film giallo Lettera H di Dario Germani che ha vinto, fra i tanti riconoscimenti, il primo premio al Terra di Siena Film Festival.
– Che parte interpretava?
Me stessa. Del resto non potrei interpretarne nessun altro. E devo dire che è stata una bella esperienza.
-Lei fa parte del programma Tale e quale show da tempo, dal 2019. Quando le hanno detto che doveva partecipare a Tale e Quale Sanremo che reazione ha avuto?
Sono stata contenta di accettare, però non avevo idea di come l’avrei fatta questa imitazione di Loredana Bertè perché io non sono imitatrice. La mia voce tende sempre a prevalere e quindi devo cambiare tanti registri timbrici ed è molto difficile. Spero di non aver deluso Loredana quando vedrà la trasmissione.
– Si tratta pur sempre di una competizione, anche se molto simpatica. C’è qualcuno dei suoi colleghi che in questa puntata teme particolarmente?
Sono tutti molto bravi, preparati, il livello è molto alto. A me piace particolarmente Silvia Salemi, così come Lidia Schillaci, oppure Deborah Iurato. Detto questo no, non temo nessuno e devo dire che sono molto contenta di essere tra di loro.
– Trascorrendo molto tempo della sua vita artistica anche all’estero, ha rapporti particolarmente amichevoli con qualcuna delle sue colleghe o colleghi di Tale e Quale Show?
Direi Lidia Schillaci ma in generale sono una persona socievole e quindi mi fa piacere rivedere sentire periodicamente un po’ tutti.
– Come è nata la sua passione per il canto?
Da bambina, una cosa così naturale che non mi so spiegare.
-Cosa le piaceva ascoltare?
Cantanti straniere, su tutte Aretha Franklin, e poi gruppi rock: Led Zeppelin, Genesis, Pink Floyd.
Sarebbe importante che i giovani riscoprissero questi gruppi.
– I suoi genitori sarebbero contenti di lei?
Inizialmente erano un po’ perplessi ma ero molto decisa su quello che volevo fare: la cantante. Poi hanno capito che per me era una passione grande e si sono convinti. Non penso di averli delusi.

Riccardo Regi: Direttore di Vivo Umbria, Perugino, laureato in Lettere, giornalista professionista dal 1990, vice direttore dei Corrieri Umbria, Arezzo, Siena, Viterbo, Rieti per 18 anni.