Magia e leggenda del lupo mannaro si fondono nella nuova serie horror fantasy targata Netflix, “The Order” (10 gli episodi della prima stagione in onda), creata e scritta da Dennis Heaton e Shelley Eriksen. La storia si sviluppa alla Belgrave University dove a fare il suo ingresso è Jack Morton.
Man mano che le scene si susseguono si scopre che il ragazzo, spinto dal nonno, è intenzionato a entrare nell’Ordine, società segreta che vota la propria vita alla magia e che recluta potenziali adepti da introdurre nella sua missione (teorica)
di proteggere l’equilibrio del mondo. La madre di Jack, sedotta e abbandonata dal Grand Magus Edward, non ha retto a suo tempo il suo percorso all’interno del circolo segreto e si è suicidata. Ragion per cui, ciò che muove la matricola è la vendetta, seppur il fascino dei sortilegi non è sempre facile da vincere. A osteggiare l’Ordine sono i Cavalieri, vestiti dalla loro “pelle di lupo”, che per natura propria hanno come scopo primario quello di contrastare le arti occulte. In un giro di incantesimi e di rapporti umani – a volte alquanto scontati – si sviluppano, puntata dopo puntata, lotte per il potere, alleanze, storie d’amore e d’amicizia, che però, a nostro parere, risultano poco approfondite e non molto avvincenti, vuoi per i dialoghi non troppo profondi, vuoi per una confusione generale tra un’azione e l’altra. Valga per questo, tra gli altri, il repentino infrangere la compattezza del gruppo da parte di uno dei protagonisti (che compie azioni senza senso rispetto ai piani prestabiliti); l’arrivo di personaggi che appaiono di rilievo agli occhi del fruitore, ma che scompaiono all’improvviso trasformandosi in presenze di passaggio; la superficialità dei Cavalieri di scegliere il destino di una persona in una gara all’ultimo goccio, che, ai nostri occhi, non ha nulla di goliardico (ammesso che questo fosse l’intento); ancora, la facilità inverosimile di utilizzare un potente strumento negromantico (tramite cui persino il nonno di Jack riesce a contattare la figlia nell’oltretomba). Scelte che, secondo noi, non sempre aiutano a mantenere costante l’attenzione del telespettatore, che, ritrovandosi davanti a uno sviluppo di trama forse troppo veloce, rischia di perdere il filo narrativo.
Un finale aperto lascia intendere che sia prevista una prosecuzione della serie. L’auspicio, essendo curiosi di sapere cosa si prospetta al giovane Jack nel prossimo futuro, dopo il “tradimento” dell’amata Alyssa e dei membri dell’Ordine, è che si riesca a sviluppare una trama più trascinante, magari accrescendo quel pathos – finora mancante – e quella suspense che un buon horror-fantasy dovrebbe avere per intrigare il suo pubblico.