Alcuni giorni fa, il 27 novembre, era il compleanno di Jimi Hendrix, il chitarrista statunitense deceduto a soli 27 anni, ed unanimemente riconosciuto come il più grande nel suo strumento.
Chissà cos’avrebbe potuto combinare se non se ne fosse andato, quel maledetto 18 settembre del 1970, quando fu trovato cadavere nell’appartamento che aveva affittato in un hotel di Londra.
Molto si è speculato sulla sua figura dal punto di vista commerciale, con innumerevoli pubblicazioni postume, alcune anche di basso profilo, mentre ad esempio negli ultimi tempi sono usciti per fortuna prodotti molto interessanti, come i due cofanetti Live in Maui ed il più recente Electric Lady Studios.
Negli anni moltissimi sono stai i tributi, ad iniziare da quello forse più celebre, e meglio riuscito, di Gil Evans e della sua Orchestra (The Gil Evans Orchestra plays the music of Jimi Hendrix), pubblicato nel 1974.
Spostandoci a livello nazionale e venendo all’attualità è recente l’uscita del titolo del combo jazzistico Freestones, Our experience – Remembering Jimi Hendrix, da parte dell’etichetta Notami Records.
Nove sono le tracce che compongono il lavoro, otto a firma dello scomparso chitarrista ed una scritta dal batterista Buddy Miles; quattro sono state arrangiate dal sassofonista Stefano Conforti ed altrettante dal chitarrista Tonino Monachesi; la nona invece riprende la cover di un brano, sempre del chitarrista americano (Purple haze), a cura del sassofonista David Sanborn e del bassista e produttore Marcus Miller.
Completano la formazione Giuseppe Barabucci al basso elettrico e contrabbasso e Marco Brandi alla batteria, mentre Marco Canzonetta alla tromba ed Antonio Ciccotelli al corno francese sono presenti soltanto in quattro tracce.
Molto interessanti i “dialoghi” tra i due arrangiatori all’interno del lavoro; tra i brani del disco ottima la riproposizione dell’iniziale Gipsy eyes, con prima il sax di Conforti e quindi Monachesi in evidenza, oltre alla presenza dei fiati dei due ospiti.
In Third stone for the sun è ancora Conforti a fare la parte del leone, con un bel sottofondo creato dalla chitarra di Monachesi e dalle spazzole Brandi.
Soffusa è l’atmosfera di Angel, ballata tra le migliori del chitarrista americano, con ancora sugli scudi il sax di Conforti ed un bel solo di Monachesi.
Sulla stessa falsariga Hey Joe, rallentata almeno nella prima parte, con un ottimo lavoro della ritmica.
Più vicine in certo qual modo all’originale sono The wind cries Mary e Little wing, resa famosa anche nella versione di Sting, che la propose prima live con Gil Evans ad Umbria Jazz nello storico concerto allo stadio Curi nel 1987 e poi nel suo album Nothing like the sun, dove ancora la coppia ritmica dà un fondamentale contributo.
Le due tracce dal carattere maggiormente funk sono Purple haze, omaggio al grande sassofonista David Sanborn che ne propose una versione con il bassista Marcus Miller e Them changes con il tema agganciato con Strange brew dei Cream.
In conclusione un gran bel lavoro che sarà presentato dal vivo, grazie all’asssociazione Musicamdo Jazz, il prossimo 14 dicembre alle ore 21:15, al Teatro Politeama di Tolentino; da non perdere.
Info: 0733 / 9688043 / https://www.politeama.org/ o per l’acquisto diretto dei biglietti https://politeamatolentino.18tickets.it/
Link all’ascolto su Spotify: The Freestones_Our experience_Remebering Jimi Hendrix
Tracklist: Gypsy eyes; Have you ever been; Third stone from the sun; Angel; Purple haze; Hey Joe; The wind cries Mary; Little wing; Them changes
La formazione: Stefano Conforti, sax (soprano, alto e tenore); Tonino Monachesi, chitarra elettrica; Giuseppe Barabuccci, basso elettrico e contrabbasso; Marco Brandi, batteria / Nei brani 1/5/6 e 9 anche: Andrea Canzonetta, tromba ed Antonio Ciccotelli, corno francese