PERUGIA – “Sotto i nostri piedi, c’è anche la nostra vita, per questo è prioritario conoscere il sottosuolo”: è quanto afferma il professor Carlo Doglioni, geologo, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nonché docente universitario che è stato anche uno dei relatori all’ultima edizione della Festa della Scienza e della filosofia, a Foligno.
Conosciamo troppo poco dell’interno della Terra. Comprendere la geodinamica significa conoscere l’origine di terremoti e delle eruzioni vulcaniche. Per questa ragione il professore Doglioni ci ricorda, con un acronimo, che “VALE” la pena investire nelle geoscienze: “scoprire la natura dei terremoti ci aiuterà a salvare la nostra Vita, le nostre Abitazioni, la nostra Libertà di continuare a vivere nella propria casa e nel proprio borgo e tenere viva l’Economia delle comunità colpite
“Siamo abituati – prosegue il professore – a guardare le stelle, ma non il sottosuolo, che è parte fondamentale nostra vita, perché da lì arriva il degassamento che produce l’atmosfera; il degassamento avviene tramite i vulcani e quindi la tettonica delle placche, quella dinamica che mette in movimento i continenti, che apre gli oceani e forma le catene montuose.
Non sappiamo bene la composizione interna della terra, sia in termini di minerali, sia di profondità di provenienza dei magmi prodotti dai vulcani. Ma noi siamo fatti di atomi di mantello, proveniamo dall’interno della terra e conoscere è importante sia dal punto di vista culturale, sia perché ci consente di capire meglio la pericolosità sismica e vulcanica e ci dà modo di difendere l’ambiente. E’ un equilibrio da rispettare e capire, perché studiare la terra ci aiuterà a vivere meglio: non è solo la calamità che produce vittime, ma anche la produzione di gas. C’è un mondo da scoprire e le geoscienze sono fondamentali, ma sono anche poche seguite e poco insegnate nelle scuole. Non solo. Ogni Comune d’Italia dovrebbe avere un geologo”.
Finora, l’interpretazione che diamo del sottosuolo avviene in modo indiretto, perché “le perforazioni che sono state fatte a scopo scientifico o i minerali che troviamo, provengono da pochi chilometri, rispetto ai 6371 del raggio terrestre. Abbiamo una fetta piccolissima di informazioni. L’interno della terra è nota solo indirettamente, attraverso la registrazione delle onde sismiche che attraversano il mantello, il nucleo terrestre; oppure mediante altri metodi, come il magnetotellurico, abbiamo dati informativi sulla gravità terrestre, sul campo magnetico. I vulcani portano in superficie delle rocce che vengono da 100-200 km di profondità, è una informazione più diretta, ma pur sempre superficiale. C’è bisogno di tecniche sempre più elaborate, che con consentano di fare delle tomografie del sottosuolo per capirne la geometria, come si muovono le masse all’interno della terra”.
Naighi