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Terremoti, carestie e pestilenze: ex voto e dipinti ne tracciano la storia in Valnerina

FERENTILLOGli ex voto sono un patrimonio artistico da salvaguardare. Le varie forme di espressione di “grazie ricevute” e di richiesta ai Santi più disparati abbondano in ogni chiesa, cappelle e santuari. Gli ex voto sono espressioni assai caratteristiche di devozione popolare in auge nel mondo cristiano dal suo nascere e fino al XVIII secolo: alcuni sono delle vere opere d’arte; altre invece assai ingenue ma di grande suggestione. Un ex voto lo abbiamo ancora a Gabbio nella chiesa di San Vincenzo martire. Il dipinto e collocato sulla congiunzione tra la parete del transetto e quella di destra dove e raffigurato un San Sebastiano e altro Santo forse San Rocco: OC OPVS F.F.JCVANES DE ATREI.

Uno singolare sulla parete di roccia a Precetto  raffigurante Madonna col Bambino e un frammentario San Cristofo del XV secolo. Nelle nostre chiese e nei santuari di campagna, fino ad alcuni decenni fa, pareti di cappelle e locali di sacrestie erano tappezzate dei cosiddetti ex voto, tavolette dipinte, ceramiche, ma anche drappi, stendardi, quadretti e delicati dipinti su muro; immancabili i cuori in argento, in rame con il nome del miracolato accompagnato dalle semplici lettere PGR ( per grazia ricevuta). Ma anche testimonianze di prodigi come cuffie di infanti, lettini, grucce, scarpette di neonato, e immancabili foto.

Gli ex voto potevano essere espressioni sia di singoli fedeli, di famiglia, o di comunità. Quest’ ultima per adempiere alla grazia ricevuta, che poteva essere dallo scampato pericolo di pestilenze, carestie, terremoti, alluvioni o frane, si commissionava ad un pittore l immagine da rappresentare e venerare. Abbiamo, attraverso i dipinti presenti in molte chiese della Valnerina alcuni dei santi più rappresentati: i Santi Sebastiano e Rocco (peste, colera epidemie), Sant’Antonio Abate (animali e contadini) San Cristoforo (viandanti e pellegrini) ecc.

Spesso si trovano dipinti raffiguranti la Madonna della Misericordia con i devoti sotto al suo manto. Alla collegiata di Matterella proprio sulla volta della cappella della Madonna della Pieta’ è scritto: MATER PIETATIS A PESTE, FAME ET TERREMOTO ORA PRO NOBIS. La cappella fu oggetto di venerazione e di grazie, tanto che l’arcivescovo di Spoleto G.Battista Arnaldi il 30 ottobre del 1854 promosse la Confraternita che manteneva il culto alla venerabilissima immagine.

In alcune chiese gli ex voto allo stesso santo si ripetono più di una volta, ed e il caso presente nella chiesa di San Giovanni Battista, e in quella di San Nicola a Casteldilago ambedue  di Arrone (riproduzioni qui di seguito).

Chiesa di San Nicola a Casteldilago, affresco del XVI secolo scuola dello Spagna

Qui San Sebastiano patrono contro la peste e’ ripetuto per ben cinque volte in ambo gli edifici con tanto di dedica e le date di realizzazione che vanno dalla fine del XV secolo alla prima metà  del XVI.

Una serie di dipinti votivi adornano le chiese della Valnerina tanto per citare i più singolari: a Caso e Gavelli, alla frazione di San Valentino di Ceselli. Espressioni di devozione popolare e fede che ha  accompagnato la vita e le vicissitudini delle genti, in ogni luogo, in ogni circostanza, in ogni tempo.

Facciamo un breve excursus sui vari casi in Umbria: (carestie) ad esempio furono dovute a fatti metereologici e spesso anche a passaggio di truppe di ventura che rovinavano deturpavano e saccheggiavano soprattutto i raccolti. La storia ci parla di quella avvenuta nel 1328, 1329, 1384, 1476.  Gravissime con tanti morti quella del 1494. Nel 1504 e 1526. Associata alla carestia nel 1529 si ebbe anche la pestilenza. Nel 1538 si abbatte, nel periodo estivo sul territorio della Valnerina una clamorosa grandinata devastando i raccolti e nel periodo invernale poderosa nevicata e conseguenti gelate da indurre la popolazione allo stremo. Ma anche le siccità peggiorarono la situazione del futuro raccolto. Nel 1571 si ebbe una grande carestia e fame. Accadde di nuovo nel 1584/1590/1591/1621.Sconvolgente carestia nel 1667/1668 in Valnerina e in tutta l’ Umbria. Fu gravissima nel 1715 e nel 1728. Nel 1816 ritorna dopo il caso di tifo. (pestilenze) dall’ aprile del 1347 casi di peste nera o morte nera. Una epidemia asiatica che uccise i tre quinti degli abitanti dell’intera Europa. Accade di nuovo nel 1348/1362/1363/1371/1390/1399. Nel 1400 ne fu interessata tutta la regione. L’ epidemia colpiva soprattutto i giovani sotto i 20 anni. Per 10 anni, dal 1485 al 1495 il popolo umbro fu paurosamente decimato. CONSILIVM PESTE  fu scritto dal medico folignate Gentile da Foligno, il quale lui stesso fu colpito. Nel 1522/1524 un terzo della popolazione umbra fu decimata vittima illustre il pittore “Perugino”. Con il passaggio dei Lanzichenecchi nel 1527 giunse la peste bubbonica. Nel 1529, Montefalco fu liberata dalla peste grazie a Santa Chiara della Croce; Ferentillo grazie a San Sebastiano. Nel 1644 in Umbria giunse la “Terzana”. Furono bruciati interi quartieri e villaggi delle città colpite. Nel 1817 febbre tifoidea. Nel 1855 colera in tutta l’ Umbria. Nel 1917/1918 giunse la Spagnola. 2020/2021 covid19.

Per quanto riguarda i terremoti l’ Umbria e’ una regione colpita da sempre. Il primo che si ricorda il 26 giugno del 217 a.C. ma anche nel 440 d.C. distruzione di Trebia, nel XI secolo scomparve Plestia e Landolina. Nel 1298 colpì Spoleto e Rieti. Nel 1300 distruzioni a Campello, Spoleto Foligno, Rieti. Il primo dicembre del 1328 catastrofico a Cascia e Norcia con cinquemila morti. Nel 1560 e 1569 in Valnerina si ebbe la distruzione di vari castelli. Nel 1703 nuovo terremoto in Valnerina, Spoletino, Cascia,  Norcia furono rase al suolo. Altri eventi si ebbero il 12 maggio del 1730 Norcia con  duecento morti. Altri si ebbero nel 1751/1753/1789/1831/1832 accompagnato da un turbine nel 1854. Altro nel 1859 con 100 morti. Altri eventi nel 1861/ ª Spoleto, Piedilugo, Papigno, Bonacquisto. Altri nel 1895/1897/1915/1917/1919/1971. Terremoti anche nel 1980/1984/1987 ecc ma anche nel 2016/2017.

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