In diverse occasioni, ne abbiamo parlato occupandoci per lo più del Tamagni e di Giovanni da Spoleto, degli affreschi nell’abside, oppure del Caravaggesco Galli (Spadarino) che nel dubbio ha realizzato la Cena di Emmaus su tela. Questa volta alla Parrocchiale ci occuperemo di Lorenzo e Bartolomeo Torresani veronesi, che hanno prodotto eleganti opere in affresco in due nicchioni absidali. Nel 1544 Lorenzo e Bartolomeo affrescano l’abside destra raffigurando la Madonna della Misericordia. Restaurato di recente, il dipinto e’ un capolavoro. Al centro la Vergine Maria vestita con la tunica color paonazzo, con manto esterno blu e interno verde, spalancato da due angeli che raccolgono a sinistra e a destra i fedeli (forse, un gruppo maschile, alcuni notabili del castello); altri due angeli in volo sorreggono la corona sopra la testa della Madonna. In alto, tra le nuvole, l’Onnipotente in trono tra teste cherubiche. Intorno i miseri dolorosi: cattura di Cristo, la Flagellazione, Incoronazione di spine, Crocifissione, Deposizione dalla croce, Risurrezione. Sul pilastro in una tabella, la data 1544. I riquadri sono adornati di decorazioni a candelabre nell intradosso. Nel nicchione della navata di sinistra, Lorenzo e Bartolomeo Torresani hanno realizzato, sempre nello stesso periodo, la natività di San Giovanni Battista, il Battesimo, e Martirio di Santo Stefano Protomartire. L’ altare e’ adorno di un gruppo scultoreo in terracotta policroma realizzato da Giacomo e Raffaele da Montereale raffigurante: al centro, in un classico trono con colonne corinzie, la Vergine in trono che allatta il Bambino Gesu nudo sul ginocchio sinistro; nella lunetta l’Eterno Benedicente con teste cherubiche; ai lati, San Giovanni Battista e Sant’ Antonio Abate. Chiusa questa parentesi riprendiamo con gli affreschi dei Torresani.
In alto, e’ raffigurato il Martirio di Santo Stefano: il Protomartire con i vestiti diagonali e’ al centro sotto una pianta contornato dai suoi carnefici nell’atto di sferrare le pietre, oggetto del martirio. Sullo sfondo un classico paesaggio umbro, forse “la terra di Arrone”, con alcuni personaggi. Nella parte bassa dell’abside, sulle pareti, a sinistra e a destra del gruppo in terracotta policroma, affreschi raffiguranti la nativita’ del Battista, il Battesimo nel Giordano. I dipinti sono di grande suggestione, sopratutto nella scena del martirio di Santo Stefano. Lo stile rinascimentale riecheggia sia nelle anatomie sia nel colore degli abiti del Santo e dei suoi carnefici. Il dipinto nel sottarco si completa con decorazioni a grottesche e racemi fioriti. Ma un accenno ai due artisti fratelli d’ obbligo farlo: Lorenzo Torresani Verona (fine XV sec. – 1564); Bartolomeo Torresani (Verona 1500 – 1564). Erano fratelli operosi e attivissimi in affresco in Sabina soprattutto a Rieti, (Lorenzo) nel 1521, poi in Umbria, Narni. Il loro stile ha subito suggestioni da Antoniazzo Romano, Jacopo Siculo, Taddeo Zuccari Girolamo Siciolante. In questo nicchione absidale, in Santa Maria Assunta di Arrone, con la presenza degli affreschi e sculture policrome, si attesta una collaborazione tra i Torresani e i Montereale, gia dimostrato in abruzzo e in Sabina (1525- 1560). Ricordiamo che i Montereale hanno a che fare con la scenografica realizzazione del Presepe di Calvi (1541- 1545) e altre opere a Casperia. Insomma tra i fiori in esposizione in piazza Garibaldi, anche l’arte non può essere trascurata.