TERNI – La poesia è da sempre una delle componenti essenziali della festa del Maggio ternano. Fu proprio un poeta, Furio Miselli, che con una comitiva di amici la sera del 30 aprile 1896, ha dato il via alle celebrazioni che si tramandano in questa Città. La poesia maggiaiola a Terni vanta una tradizione illustre che ancora oggi si scopre più viva che mai.
Ne parliamo con un innovatore della poesia ternana, Luciano Brogelli, poeta popolare vernacolare. Partiamo dal dialetto ternano, un dialetto nobile che annovera ancora tanti vocaboli vicini al latino. “La poesia in dialetto ha un carattere di universalità, è un linguaggio comune che tutti i ternani possono comprendere.” Brogelli, che lavora a stretto contatto con le nuove generazioni di poeti locali, con la poesia ha affrontato argomenti molto diversi: da quelli quotidiani a quelli più impegnati, come il buddismo zen, la fisica quantistica e l’aldilà. Tutti accomunati dalla cifra stilistica del vero dialetto ternano perché “il dialetto è la memoria di chi sei, da dove provieni, è la memoria della tua vita.”
Quest’anno, nell’ambito del Ricantamaggio, Brogelli si sta occupando della sezione poesia, con l’iniziativa Facce ‘na Puisìa. “Si tratta di un esperimento per una scrittura creativa dialettale rivolto a tutti i poeti ternani che potranno riprendersi e inviare il video della propria poesia. La sera del primo maggio, su studio 21 web radio tv e dai canali Facebook di Gente Cantamaggio, ci sarà la diretta con le composizioni poetiche di quanti hanno aderito.”
“Non si tratta di un concorso poetico. Chi siamo noi per decretare un vincitore? La bellezza della poesia è che nasce dal cuore. Chi scrive lo fa perché ha qualcosa da dire.” L’intento di Brogelli è quello di modernizzare la tradizione popolare ternana, aprendo a chiunque senta quella “scintilla poetica che è presente, senza distinzioni, in tutto il genere umano.”
Sara Costanzi