TERNI – Arriva a Terni per la prima volta UJ4Kids, l’appuntamento di Umbria Jazz rivolto alle giovani generazioni nell’ambito dell’Umbria Jazz Weekend che si terrà dal 15 al 18 settembre. Sabato 17 dalle 11 sul palco di Piazza Tacito, si esibiranno gli studenti e le studentesse di tre Istituti Scolastici del territorio – gli Istituti Comprensivi A. De Filis e G. Marconi e l’Anjeloni Orchestra del Liceo Musicale F. Angeloni – in quello che si propone come uno showcase sul lavoro che in queste scuole si svolge nell’ambito della musica Jazz.
Ne parliamo con Fabrizio Croce, coordinatore dell’evento per Umbria Jazz.
UJ4Kids sbarca a Terni per la prima volta. Che cosa vi aspettate da questo evento?
Si tratta sicuramente di un evento simbolico che vuole essere la conferma dell’impegno della Fondazione Umbria Jazz verso l’infanzia e le giovani generazioni. Abbiamo cercato di espandere UJ4Kids su tutto il territorio regionale, affinché diventi una vetrina per l’avvicinamento e la sensibilizzazione verso la musica jazz. Su Terni abbiamo svolto un’attività che fin da subito si è mossa nella direzione corretta: qui ci sono tre Istituti, due scuole medie e un liceo, dove abbiamo trovato grande disponibilità a avviare una collaborazione. Il nostro intento è stato subito compreso dalle Direzioni che insieme a noi si sono adoperate per far uscire il lavoro di studenti e insegnanti, fuori dalle mura scolastiche. L’evento del 17 a Terni prevede una serie di esibizioni e l’intento è quello di sviluppare in futuro progetti più articolati. L’evento è simile a quanto già abbiamo fatto a Perugia e a Orvieto, con l’idea di ampliare sempre più la platea e di creare nuovi possibili artisti grazie a attività di questo tipo.
Quanto è importante l’educazione musicale verso le nuove generazioni? Come si impegna Umbria Jazz in tal senso?
È importantissima. La musica e le arti sono uno strumento straordinario di integrazione. Oggi le scuole italiane hanno molti iscritti di nazionalità non italiana e prima ancora della lingua, la musica e le arti sono strumento di dialogo. Questi temi saranno sempre presenti nella nostra società che sta diventando sempre più cosmopolita. La musica fa parte del dna del nostro Paese e la musica jazz, in particolare, è ormai riconosciuta a livello istituzionale come fenomeno anche italiano e questo è uno dei temi sui quali la Fondazione Umbria Jazz si impegna da sempre. Le istituzioni come la Fondazione Umbria Jazz devono fornire strumenti didattici per le nuove generazioni di musicisti. In questo senso stiamo lavorando anche con le scuole di musica private, che hanno una presenza più capillare sul territorio, anche dove non ci sono scuole di musica pubbliche. La differenza è che nelle scuole di musica si paga e per superare questo ostacolo abbiamo già attivato un progetto.
Come si sta sviluppando la collaborazione con gli Istituti Scolastici ternani?
C’è un bel dialogo. Il vantaggio dei docenti di oggi è che appartengono a una generazione che ha avuto una formazione molto varia e è molto consapevole del ruolo del jazz nella musica contemporanea, soprattutto in Umbria dove il jazz si conosce da almeno cinquanta anni. Trenta o quarant’anni fa gli insegnanti venivano da un mondo accademico più rigido.
In fondo, anche l’amatissima Lisa Simpson, nella lontana Springfield è una fan di Umbria Jazz e non sorprende che a Terni, così profondamente legata alla manifestazione, ci siano tanti giovani e giovanissimi appassionati a cui la Fondazione UJ intende dedicarsi con cura.
Il programma di sabato 17 settembre vedrà sul palco gli allievi dell’Istituto comprensivo “A.De Filis” di Terni (Sofia Ceccarelli, Luca Daun, Agata Foschi, Azzurra Grazioli, Ludovica Metopio, Gabriele Nicolardi, Emma Quondampaolo) coordinati dai professori Raffaella Palumbo, Svijetlana Karabuva, Marcello Conti e Daniel Todini, il piano solo di Chiara Nicoletti, dell’istituto comprensivo G. Marconi di Terni, coordinata e diretta dalla Professoressa Eleonora Conti e la AnJeloni Orchestra, ensemble giovanile del Liceo Musicale “F. Angeloni” di Terni diretta e coordinata dai professori Vincenzo Rito Liposi, Alessandro Veneri e Irene Franceschini.