TERNI – Chi sa dire della sua poderosa mole, ci si perde se con lo sguardo ci si volta su. Porta Spoletina, una delle testimonianze importantissime della storia medievale della città di San Valentino, potrebbe essere curata meglio, visto che versa nel più profondo degrado e abbandono. Piante, rampicanti, erbacce di ogni tipo e una discarica di rifiuti, alla sua base, offre del monumento uno spettacolo poco edificante. Porta Spoletina mostra la sua struttura architettonica con modesta fierezza, ma se non si interviene con una intelligente bonifica dell’area, prossimamente si potranno verificare cedimenti non solo dei muri portanti ma anche dei merli che ornano l’estremità del bastione supportato con arco a tutto sesto. Qui passava, e ancora passa, la strada consolare Flaminia che conduce a monte della Somma. Porta detta anche dei “tre monumenti” in memoria dei tre Cenotafi ossia Cornelio Tacito, Marco Claudio, Floriano Tacito. Insomma occorre più attenzione per questo pezzo di storia anche perché questa è un’area molto importante di stratificazioni di varie epoche storiche. Rinvenimenti archeologici con resti di un arco di trionfo dedicato all’imperatore Domiziano e purtroppo, molte testimonianze coeve, sono andate perse con la edificazione della fabbrica meccanica Bosco. Reperti di muraglioni d’epoca romana si possono scorgere ancora lungo la cinta in prossimità della porta. Facciamo appello a tutti i cittadini di non gettare sacchetti dei rifiuti in prossimità dell’arco, perché oltre ad essere elemento di impatto ambientale e scarsa civiltà, è anche un brutto spettacolo per i turisti, che in questi giorni visitano i luoghi dove sono ubicati i vari reperti storici e archeologici sparsi un po’ ovunque nel tessuto urbano. Porta Spoletina è correlata da due torrioni merlati, superstiti tra il cemento e l’asfalto in via Eugenio Chiesa. Il tratto di mura riprende poi lungo il recinto del complesso francescano di Sant’Antonio per proseguire, a fasi alterne lungo via Cesare Battisti. Due masti a base quadrata, semplici, con estremità merli superstiti all’estremità. Alla base una stretta porta di accesso.
- Carlo Favetti in Arte e CulturaSociale