TERNI – Il Parco delle Grazie, riaperto il pubblico e inaugurato alcuni giorni fa dalla amministrazione comunale del sindaco Latini, racchiude al suo interno la chiesa e il convento di Santa Maria delle Grazie, uno dei gioielli della citta’.
Il convento, da tantissimi anni adibito a centro geriatrico di residenza per anziani della Usl 2 ternana. La chiesa è stata restituita, in un incontro, tenutosi tra le autorità dell’ Usl 2 e il vescovo Piemontese alla confraternita di San Giuseppe e San Francesco. La concessione in uso per 33 anni fino al 2053.
Una chiesa singolare, ricca di storia e curiosità. Qui il primo Cernobio francescano si ebbe nel 1474. Il nome “le Grazie” si deve alla fonte Miracolasa, un tempo chiamata Pan Perduto, successivamente, con il verificarsi di alcuni eventi, considerata miracolosa, oggetto di guarigioni. Il convento e la chiesa furono edificati alla fine del XV secolo; fu dato a Niccolo’ Alunno, Giovanni di Pietro detto Lo Spagna e lo stesso Perugino la commissione per la decorazione degli interni; dipinti purtroppo perduti durante il periodo della demanializzazione (1870) del complesso. Tra il XVI e XVII secolo la chiesa subì nuove trasformazioni con aggiunta di nuove cappelle, mentre, dopo il terremoto del 1703 furono realizzate nuove decorazioni in affresco e tempera. Qui la devozione popolare racconta che visse il Beato Barnaba Manassei e frate Fortunato Coppoli. Grande la festa della Immacolata un tempo officiata dai Frati minori Osservanti dove partecipava anche il Magistrato della citta’. La chiesa si presenta con la sua facciata semplice a pietra calcare bianca, preceduta da un portico. Il portale in pietra con onogramma bernardiniano e la data 1482. Navata unica con copertura a volte e crociera. Un tempo ricca di affreschi, come detto, oggi il patrimonio artistico e’ individuato nelle cappelle laterali, con tracce di quei dipinti cinquecenteschi.
Negli altari della parete di destra, decorati con elementi e stucchi di epoca manieristica e affreschi rimaneggiati del XVI come Santa Caterina da Alessandria e angeli, mentre, nei medaglioni laterali i Santi Lucia, Francesco di Paola, Francesco di Assisi. Sulla fronte dell’arco stemma della famiglia Petroni. Passando al secondo altare, la pala e’ distinta su tela, raffigurante una Crocifissione del XVI secolo; nei medaglioni i Santi Bernardino, Francesco, la Vergine Annunziata con l’Arcangelo; riprodotto lo stemma della famiglia Manassei ossia sei gigli su campo rosso, bande orizzontali ondeggianti bianche e celesti e la data 1602. Tutti gli altari sia a sinistra che a destra, comunque, presentano affreschi restaurati. Sull’altare maggiore, un dipinto raffigurante i Santi Bernardino e Francesco rimaneggiati nel XVIII secolo. La cappella dedicata a San Francesco, e’ quella più singolare decorata con stucchi bianchi e dorati, dipinti che mostrano la predica di San Bernardino, il miracolo di San Diego, ai lati i Santi Francesco, Pietro, Paolo, Chiara e i profeti; in alto, nella volta l’ Onnipotente benedicente, adorazione dei Magi, il riposo durante la fuga in Egitto, Augusto e la Sibilla, Circoncisione. Opere rimaneggiate da Cesare Sermei nella prima metà del XVII secolo. Il dipinto, raffigurante la Vergine e San Francesco di Tullo Bertozzi e’ del 1957, autore tra l’altro di manomissioni di affreschi seicenteschi. Nel portico del chiostro sono presenti lunette dipinte con storie di San Francesco e stemmi delle famiglie nobili ternani. Nel tradizionale pozzo, presente in tutti i conventi, sull’architrave la data 1484. Il convento nel corso dei secoli ha avuto varie utilizzazioni: nel 1657 fu trasformato in lazzaretto; nel 1798 fu trasformato dai francesi in ospedale militare; uguale durante la II guerra mondiale; successivamente come casa di riposo per anziani. I Frati Minori Osservanti hanno gestito molti luoghi di culto, in questo caso in area ternana, San Tommaso, Santa Maria delle Grazie, Sant’ Antonio da Padova Santuario dei Protomartiri Francescani. Una curiosita, sulla “Fonte delle Grazie”… riportiamo un brano di una poesia del poeta vernacolare Furio Miselli.
Fontana mia
E’ la fontana de
San Bernardinu
se ch’acqua bella!
pare argentu finu
che chi la beve se sende arsuscita’.
Acqua che fa passa’llu’gni dolore,
acqua che lea le pene da’ ogni core.
Fontana mia, non te secca’…..
Co’ st’acqua bella tia
Famm’ arsana’.