TERNI – La storia e i monumenti di Terni non cessano mai di stupirci. Questa volta parliamo di una città turrita, una sorta di “San Gimignano”, chissà…un tempo forse. Si tratta della Interamna che annoverava nel XIII secolo circa trecento torri. Nel XVII secolo se ne sarebbero censite però soltanto un numero esiguo. Non si sa il motivo per il quale molti di questi monumenti siano andati perduti per sempre. Un’ipotesi è legata alle lotte e litigi tra famiglie rivali: chi vinceva la disputa aveva la facoltà di abbattere la torre del perdente. Oppure, molto più semplicemente, le torri vennero abbattute per far posto a nuove edifici. E ancora, probabilmente, distrutte per incursioni nemiche nelle varie dispute di confine territoriali fra Comuni. Tant’è, una delle torri ancora oggi si conserva fieramente integra: è quella che svetta in via Roma, nel cuore della città storica.
Si tratta della Casa torre del nobile casato dei Barbarasa. Il nome deriva dalla famiglia ternana, molto in vista all’epoca, soprattutto nei secoli XV-XVI. Una famiglia di alto rango. La storia ternana, c9on particolare riferimento agli scritti di Angeloni, ci dice alla famiglia appartennero molti membri della magistratura ternana, priori, consiglieri e amministratori della cosa pubblica. Non solo: c’erano anche loro esponenti tra gli ecclesiastici, come il Canonico della Cattedrale Giulio Barbarasa.
La famiglia viveva nella casa torre edificata con pietre, reperti e resti di edifici altomedievali, forse persino di epoca romana, comunque già esistenti in loco da prima del XIII secolo. Alta, a dominio sui tetti della città, maestosa e austera, la torre è a pianta quadrata. Mostra eleganza, simboleggia la potenza socio politica ed economica della famiglia.
Più esattamente, la torre fungeva da baluardo per controllare i possedimenti e i confini con altre famiglie importanti come gli Spada (il loro poderoso palazzo, realizzato su progetto del Sangallo, oggi è sede del Comune). Ma in questo periodo di pandemia il pensiero storico va sicuramente associato all’episodio che vede protagonista la stessa torre e il reliquiario del Preziosissimo Sangue conservato in Cattedrale, dono del Cardinale Rapaccioli. Infatti nel XVII secolo un’epidemia di peste attanagliava la città. Il vescovo di allora Sebastiano Gentili, con una solenne processione, con tanto di reliquiario salì in cima alla torre, benedì la città… e il morbo risparmiò Terni e tutta la Conca. Ecco il valore intrinseco di questo monumento storico, oltre che artistico e architettonico, che ci mostra una parte della fede di popolo. Evento che gli stessi ternani e le maestranze vollero, in ricordo, far scolpire su pietra in una lapide posta sulla parete sopra l’ ingresso della torre. Questa testimonianza lapidea, ancora oggi, è in bella vista per tutti i passanti e in particolare per tutti i turisti.