TERNI – Fuori da palazzo Montani Leoni, ieri c’era una fila ordinata, di tante persone e di ogni età. L’occasione è l’apertura al pubblico della grande mostra “Dramma e Passione – Da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi” promossa dalla Fondazione Carit, a cura dello storico dell’arte Pierluigi Carofano, in collaborazione con Tamara Cini.
L’ultima esposizione, dal titolo Immaginaria, al piano terra della storica sede della Fondazione lungo Corso Tacito, era terminata poco prima della pandemia, poi palazzo Montani Leoni si era preso un lungo periodo di pausa. Da ieri, ospita le 33 opere provenienti da tutta Italia e dal Regno Unito, suddivise in otto sale tematiche, che costellano un affascinante e intenso viaggio nella pittura del Seicento. L’intento è quello di offrire uno spaccato dell’universo caravaggesco, popolato da artisti straordinari che però spesso rimangono semi sconosciuti. Uno viaggio emozionante nella pittura del Secolo d’oro che percorre tutto il fenomeno caravaggesco, che inizia con il Ritratto di dama della Pinacoteca Capitolina di Roma e termina con La Maddalena penitente di Mattia Preti della Fondazione Carit, esposta per la prima volta. Un percorso che si dipana anche attraverso straordinarie nature morte che, proprio grazie a Caravaggio, assunsero dignità di soggetto pittorico, superando la mera decorazione a cui storicamente erano relegate.
Due sono le opere “superstar” di questa mostra. Si tratta di due dipinti di Caravaggio raramente visibili al pubblico: la Maddalena addolorata e La crocifissione di Sant’Andrea, esposta per la prima volta in Italia – se si esclude una breve apparizione a Siracusa durante il Covid. Lo scorso giugno, era stata data la notizia dell’acquisto da parte della Fondazione dell’opera Giuditta e la serva con la testa di Oloferne, che è entrata a far parte della collezione permanente e che è uno dei pezzi più significativi di questa mostra. E poi ci sono le opere di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Manfredi, Guercino, Guido Cagnacci che vanno a costruire quel drammatico mondo meraviglioso che in queste sale trova una felicissima collocazione.
Per questa mostra, di rilievo internazionale, le sale di palazzo Montani Leoni, sono lasciate semibuie: i fari illuminano solamente le opere, mentre viene diffusa musica classica in sottofondo. La sensazione è quella di aver varcato una soglia spazio temporale, dove ci si immerge completamente in una dimensione altra, in un’assorta e ammirata contemplazione. Una mostra che merita non solo di essere visitata, ma di essere esplorata più volte, nella certezza che ogni occasione sarà preziosa.
La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino all’otto gennaio 2023 nei giorni martedì e mercoledì dalle 15.30 alle 19.30, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30.