AMELIA – Chiesto l’intervento diretto del ministro Dario Franceschini affinché eserciti il diritto di prelazione e acquisti il Teatro Sociale di Amelia pagando i 414 mila euro con i quali è strato acquisito da un privato. E’ stato il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico) ad aver sottoposto all’attenzione del ministro Franceschini la petizione lanciata sul sito ‘change.org’ promossa dall’associazione Amici del Teatro Sociale di Amelia indirizzata al MiBACT.
“Il Teatro Sociale di Amelia, eretto nel 1783 all’interno delle mura poligonali della città, è uno dei rari esempi di teatro settecentesco, precedente alla Fenice di Venezia, con strutture e macchine sceniche in legno ancora funzionanti – ha ribadito Andrea Fora – è un bene storico artistico di grande interesse ed altissimo pregio, non solo un simbolo identitario della città di Amelia, ma può considerarsi a pieno titolo ‘patrimonio storico artistico della Nazione’ che ora rischia di andare in mano ad un soggetto privato. La Società Teatrale, gestore del teatro – spiega Fora -, aveva realizzato lavori di adeguamento determinando una onerosa contrazione di debiti e la successiva messa all’asta del teatro. Nulla hanno fatto gli Enti locali per acquisire il bene ed esercitare il diritto di prelazione in fase d’asta, partita da oltre 6 milioni di euro e scesa, con i progressivi ribassi, ad un prezzo base di 206 mila euro. Il 17 novembre 2020 il Teatro è stato aggiudicato ad un privato per la somma di 414 mila euro. Molti cittadini di Amelia e non solo hanno sottoscritto una petizione sul sito ‘change.org’ promossa dall’associazione Amici del Teatro Sociale di Amelia indirizzata al ministero per i Beni e le Attività culturali affinché eserciti l’opzione di prelazione pagando la somma di 414 mila euro entro i termini previsti dalla procedura.
Per questo – conclude Fora – ho ritenuto doveroso sottoporre direttamente all’attenzione del ministro Dario Franceschini la richiesta dei cittadini auspicandone un positivo accoglimento, pur comprendendo che i tempi sono molto ristretti e certamente non agevoli per attivare, da parte del Ministero, l’opzione della prelazione”.